lunedì 21 aprile 2025

GHIGO RENZULLI - PAESAGGI SONORI CON CHITARRA - "DIZZY" RACCONTATO DA LUCA STRA PER #DIAMANTINASCOSTI


Tutti i grandi musicisti hanno un loro marchio di fabbrica, “quel” suono che li rende immediatamente riconoscibili. Non fa eccezione Ghigo Renzulli, chitarrista per oltre 40 anni nei Litfiba, ora tornato alla ribalta con il secondo capitolo del suo progetto di musica strumentale No_Vox. Nell’intervista che ci ha concesso Ghigo spiega come tra i chitarristi che maggiormente lo hanno ispirato nella definizione del proprio stile figuri B.B. King, grande bluesman americano che non si è mai separato dal suo strumento per l’intera esistenza. 



Tornando al nuovo album “Dizzy”, ultimo nato della corposa discografia del musicista fiorentino, uscito il 6 dicembre 2024 e ora presentato in una serie di showcase in giro per l’Italia, si scopre, come vedremo, che i pregiudizi istintivi nei confronti dei progetti interamente strumentali possono essere smentiti. In “Dizzy”, infatti, si ritrova l’essenza della chitarra di Ghigo, artista in costante movimento, mai sazio e alla ricerca di nuove vette da scalare. Il comun denominatore è la costruzione dei brani come se fossero cantabili, quindi strutturati quasi con strofe e ritornelli ben riconoscibili. Ciò deriva in buona parte dal metodo di composizione del chitarrista fiorentino che, come ci ha spiegato, scrive i suoi pezzi con chitarra acustica e voce per poi tradurre il tutto in una forma più compiuta in studio. Ovviamente il suono riecheggia a tratti i lavori dei Litfiba, com’è naturale che sia, ma realizzare un album strumentale è decisamente più complesso rispetto a far parte di una band in cui, terminata la propria parte, tocca al cantante trovare un testo e un tipo di cantato adatto. Ghigo dà di sé l’immagine di un musicista ambizioso, ricco di idee e meticoloso nel metterle correttamente a fuoco. Tale meticolosità nella rifinitura del lavoro è confermata anche dalla lunga gestazione di Dizzy. Andando ad analizzare i brani che compongono questo nuovo album, la title track in apertura è già un buon indizio sulla qualità complessiva del lavoro. Il gioco di accelerazioni e decelerazioni della chitarra è ben assecondato dai musicisti che hanno lavorato con Ghigo. Il successivo “Terra Blues” ha il perno in un “ritornello” che renderebbe bene anche cantato a più voci e che risulta estremamente orecchiabile e di immediata assimilazione. Tra gli altri pezzi spiccano ancora “Engelcord Suite”, l’incredibile fusione tra due universi musicali  in apparenza lontanissimi, ossia il pezzo “Engel” dei Rammstein e il tema di Amarcord di Federico Fellini composto da Nino Rota. Altro pezzo notevole è “Strano fiore” in cui fa capolino la voce di Ghigo stesso. Un’altra peculiarità che rende questo album un lavoro più compiuto ed interessante rispetto al precedente “Cinematic” – lavoro anche penalizzato dal periodo di lockdown in cui fu inciso - sono gli strumenti che si amalgamano dando un senso di varietà che rende il tutto più fruibile. In “Circus” si odono forti gli echi della musica folk italiana e non. In “Hermosa”, poi, compare in primo piano un sax che conferisce al pezzo una sua seducente suadenza. Volendo fare una sintesi dell’album, in "Dizzy" Ghigo Renzulli è riuscito a dipingere passaggi sonori molto diversi tra loro ma uniti dal tratto distintivo della propria chitarra e dimostrando che si può cambiare, ci si può evolvere senza rinnegare il proprio passato.


Testo a cura di Luca Stra




 

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