"Rambo apocalisse" è il nuovo libro di Ljubo Ungherelli disponibile, come tutta la sua opera omnia, in free download dal sito www.ljuboungherelli.it. Autore "trasversale", cantore delle ascese, delle cadute, delle miserie e dei sogni di una società sempre più cannibale, grande appassionato di musica e da anni collaboratore attivo di Riserva Indie, Ljubo ci presenta il suo nuovo lavoro con una piccola introduzione e un estratto. |
Una palestra è il microcosmo all’interno del quale si concentrano apparentemente più o meno tutti gli esponenti dell’arco costituzionale. Dallo hipster ipertatuato e fustigatore a prescindere, al tutore della legge bisognoso a propria volta di un tutore per il ginocchio, fino ai ruvidi e anch’essi ipertatuati praticanti di MMA. All’appello manca purtroppo il noto scrittore–cintura nera di karate da salotto televisivo, pronto a dispensare perle di moralismo senza costrutto: onde evitare una querela, il suo personaggio è stato soppresso in fase di editing, unitamente a quello di Marilyn Manson, censurato in quanto ritenuto inappropriato in seguito alle condanne inflittegli dal tribunale del popolo. Non manca invece l’uomo del destino, incaricato di una delicata missione volta a ripristinare l’ordine che sta venendo meno in tempi di sconsolata deriva sociale. O designata a sconquassarlo irrimediabilmente. Questo è a grandi linee il corpus di un “romanzo di frattura” che catapulta il lettore in un turbinoso intreccio di fantascienza, storia e attualità. Un’esperienza narrativa breve ma incredibilmente densa di sovra e sottostrutture, che vanno ad avvilupparsi al canovaccio narrativo principale, favorendo molteplici chiavi di interpretazione delle vicende. “Rambo apocalisse” è tutto questo e molto altro ancora. È divertente, angosciante, esplosivo, nebuloso, frenetico, ponderato e soprattutto diseducativo. Provare per credere! Sotto al video dei Ghost un estratto da "Rambo apocalisse".
"Andò avanti nel suo manifesto programmatico che, con convinzione variabile, rimasticava da parecchio tempo. Quei concetti, quante volte li aveva reiterati, in palestra. E adesso era determinato a passare dalle parole ai fatti, affidandone a Cuocus la messa in pratica. Questi, cullato dall’incessante parlantina dell’amico, aveva fissato lo sguardo sulla lancetta del tachimetro. La stanghetta rossa si spostava sempre più verso destra, benché Cuocus non si rendesse conto appieno della velocità supersonica dell’automobile guidata da Il Giamper. Pure il contagiri, da par suo, non ottemperava più a delle misurazioni nel novero della normalità. Tutti quegli indicatori, agli occhi di Cuocus, si stavano annebbiando. Forse perché li puntava ostinatamente, fino a sforzarsi oltremodo e non distinguerli più, o forse era stanco per la tarda ora e la vista gli giocava strani scherzi. Fatto sta che, un momento era lì a guardare la plancia di comando, e quello dopo veniva sbalzato fuori dall’abitacolo. Come un missile che fendeva l’oscurità, Cuocus volò sospeso a mezz’aria per un tempo che gli parve interminabile. Il nero pece che aveva intorno fu infine dilaniato da una luce abbagliante, così intensa come mai gli era capitato, né all’alba né tantomeno all’imbrunire."
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