sabato 1 febbraio 2020

INSTA ROCK 2, A PEZZI E LJUBO UNGHERELLI A RISERVA INDIE - TRA MUSICA E LIBRI ECCO GLI OSPITI DELLA SETTIMANA A RISERVA INDIE


Questa settimana puntata speciale a Riserva Indie con ampia parentesi letteraria. Nei nostri studi Andrea Gozzi e Francesca Ferrari per presentarci le storie di rock di "Insta Rock 2", edito da Overture edizioni, l'autonominatosi "più grande scrittore vivente" Ljubo Ungherelli con il romanzo "Abbracciare la saracinesca" e la musica degli A Pezzi con il loro nuovo album. Come sempre ampio spazio ai "dischi caldi" della settimana, ai live e la classica "finestra" sull'hardcore punk italiano a cura di Fabrizio Pisani. Appuntamento in Lunedì 3 Febbraio dalle 20,40 alle 22,30 e replica Sabato 8 dalle 15,40 alle 17,30 sulle frequenze (89,80 fm) e lo streaming di Contatto Radio - Popolare Network.


A. Gozzi
Studiare il rock, affrontarne scientificamente gli aspetti più sostanziali e strutturali è un percorso di consapevolezza che appare inevitabile per chi voglia cogliere tutto il significato emozionale di un ambito artistico che ha profondamente cambiato la storia della musica. Ecco quindi alcune istantanee sulla storia del rock a firma di autori eterogenei per forma e contenuto, ma legati dalla stessa passione per lo studio della musica amata. Le immagini, così come i suoni, non sono mai innocenti. Una fotografia - un'istantanea - non è mai una resa oggettiva della realtà ma una presa di posizione, un messaggio, una parte della realtà che si vuole raccontare. Questo libro è una raccolta di istantanee, legate assieme da un filo rosso che è il rock, in molte delle sue sfaccettature. Saggi su: Joe Cocker, Johnny Cash, A Perfect Circle, Fairport Convention, Jim Morrison, Area, Franck Zappa, Punk Italiano, Motörhead, il sound del Grunge, Blur, tribute e cover band, Subsonica.

 
Il progetto A Pezzi nasce nel 2012 ad Arezzo, dall'evoluzione e dalla rivoluzione di un disco omonimo registrato e prodotto nella prima metà dello stesso anno tra Arezzo, Città di Castello e Dekani (Slovenia). Disco prodotto con varie sinergie esterne ed uscito ufficialmente nel febbraio 2014 anche grazie ad una campagna di crowdfunding di successo. Testi e musica sgorgano da comuni storie personali come da particelle elementari di socialità e relazioni, da vite, strade e coscienze che vanno in pezzi, per ricomporsi e reinterpretarsi in modo sempre diverso. Dopo un anno dedicato ai concerti, la band decide di produrre autonomamente il secondo disco, intitolato “Soli”. Neanche a dirlo, parla di solitudine e mondi lontani in tutte le forme possibili, con accezioni anche -e soprattutto- positive. “Soli” è disponibile in CD e in tutti gli store digitali da marzo 2017. Un sostanziale cambio di line-up alla fine dello stesso anno porta alla forma ultima e definitiva , che ha ripreso fin da subito a fare live (apertura a Ministri, Giorgio Canali) e partecipare a manifestazioni importanti come Rock Contest (finalisti nel 2018). Attualmente A Pezzi ha concluso la realizzazione del terzo album, prodotto dallo stesso Enrico Zoi e masterizzato da Giovanni Versari. In uscita il videoclip del nuovo singolo “Nucleare”.


Un uomo che si è votato a una famiglia che fa di tutto per fargli rimpiangere la sua dedizione. Un ristorante multietnico nel quale iniziano a verificarsi terribili accadimenti. Un’entità malefica che incombe per sconquassare un quieto vivere mai così aleatorio. L’uomo, vessato dalle sue congiunte, si ritrova a capeggiare la resistenza contro nemici efferati che proseguono imperterriti nelle loro dissolutezze. Le due fazioni, asserragliate nei rispettivi fortini, affilano armi più o meno letali nell’attesa dello scontro decisivo. Storie di personaggi ai confini della realtà ma a ben vedere assai radicati in essa. Un apparente delirio nonsense che si prefigura di descrivere l’attualità con un’efficacia superiore a qualunque notiziario, inchiesta o sondaggio. Un “romanzo di frattura” dove occorre scavare sotto le macerie di una frenetica e terremotante sarabanda in salsa horror per cogliere la spietata satira di una civiltà sempre più alla deriva. E forse neppure questa consapevolezza basterà a strappare una pur beffarda smorfia a guisa di sorriso. Ljubo Ungherelli "Abbracciare la saracinesca"

Nessun commento:

Posta un commento