Lo ricordavamo tra Tony Hadley e Simon Le Bon (per tacere di Samantha Fox), quando lanciò il suo progetto editoriale chiamato "Be bop a Lula" (era la fine degli anni '80), una specie di azionariato popolare per produrre eventi, magazine e cambiare il mondo che portò solo al cambiamento (temo per poco) del suo conto corrente, comunque già rimpinguato da una breve esperienza in Parlamento, da buon anarchico con la mastercard accanto alla foto di Bakunin, candidato indipendente del clan Bettino. Lui è Red Ronnie, l'uomo che per primo portò un certo rock su Mediaset, il giornalista d'assalto che il Lunedì sera su Videomusic intervistava i Pink Floyd, David Bowie, Van Morrison e via di seguito, con un'agenda da far invidia a quella di Gianni Minà. Adesso passa le serate in compagnia di twitter e i pomeriggi nei salotti a farsi di spritz con Letizia Moratti. Proprio le tristi serate in compagnia di migliaia di amici sui social network portano a certi deliri di onnipotenza tipo quelli mostrati sopra dove Red litiga con Yoko Ono su Twitter. Il tono da sessantene depresso in psicanalisi usato nei tweet fa tenerezza e spero solo che Yoko risponda per farlo sentire meno solo e dare un senso alla vita dell'uomo che siede solo da troppo tempo (solo) al bancone del Roxy Bar.
Cosa abbiamo fatto per meritarci(anche) questo........
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