sabato 31 luglio 2021

I CONCERTI AL TEMPO DELLA PANDEMIA - IL DIARIO SEGRETO DELLA LEGGENDA - #2 BORN TO RUN / A CURA DI MARIALAURA CORREDI

Continuiamo a pubblicare stralci dei diari di un noto musicista attualmente in tour. Date le fatiche indescrivibili superate per venirne in possesso, ci sembra il minimo condividere con i lettori del blog di Riserva Indie. Ricordo ancora una volta che gli omissis sono stati da me inseriti per preservare la privacy delle persone coinvolte, e altrettanto dovete ringraziarmi se tramite editing ho reso più leggibili le farraginose pagine buttate giù dall’autore. In copertina Reinhard Kleist con una tavola da "Mercy on Me". 

Marialaura Corredi – Montecatini Terme – estate 2021


#2 – Born to run
Sbircio il panorama dal gazebo che mi hanno appioppato a mo’ di camerino. Di fronte allo pseudo palco hanno buttato dei pagliericci rettangolari da usare come sedute per gli spettatori. Pare un ritrovo di fricchettoni rimbecilliti. In effetti guardando quelli che hanno già preso posto la sensazione è quella. Riconosco alcune facce. È gente che mi viene appresso da anni, sia che suoni con gli omissis sia da solista. Hanno all’incirca la mia età, qualcuno un po’ più giovane, e nel tempo li ho visti perdere i capelli, fare figli, lasciarsi e rimettersi insieme, mentre io restavo sempre uguale a me stesso nel ruolo del musicista da loro idolatrato. Non a caso, ho passato per le armi indistintamente le fan e le loro figlie, che diventano a loro volta fan in quanto indottrinate dai genitori che mi seguono come anime in pena dagli anni della loro e della mia gioventù. In realtà i fan con figlie maggiorenni sono una minoranza, per il resto si tratta di meste figurine che troppo spesso fanno da esclusivo contorno ai miei concerti. È uno strazio, lo so. Però tutti dobbiamo tirar su qualche soldo, specie dopo più di un anno di vacche magre. Se questi gonzi non battono ciglio e si fanno dei chilometri per venire fino a omissis per essere sbattuti nel mezzo di una radura su dei giacigli da uomo di Neanderthal, a distanza l’uno dall’altro come un esercito di soldatini di piombo allo sbando, per me è tutto di guadagnato. Il calendario dei concerti di quest’estate è bello pieno e va addirittura ampliandosi. Suono in condizioni ridicole, mi pagano meno, certo; però così è, e non so fare altro nella vita. Rimango rintanato lì dentro fino all’inizio del concerto. Giro in tondo fumando sigarette e sedendomi ogni tanto sulla sedia da campeggio accostata al tavolino, pure quello da campeggio, dove ho disseminato le mie cose. Ho riempito i palazzetti dello sport di mezza omissis, i locali di tutta la penisola e pure delle isole, e mi ritrovo davanti a quattro morti di sonno scampati alla pandemia e convenuti in questo paesucolo della omissis per sfuggire all’inutilità delle loro esistenze. Se cercano il loro salvatore e redentore, sta per venire. Il tizio dell’organizzazione si affaccia per dirmi che posso incominciare. Gli faccio sì con la testa e aspetto che sparisca. Mi guardo con la modalità selfie del telefono, do una rassettata ai capelli, mi metto la camicia ed esco. Sento qualche pigro applauso e nulla più, sicché prendo la chitarra e via. Verso metà concerto faccio omissis, che da solo in acustico non è una gran cosa, però è un classico e deve per forza stare in scaletta. Però non so perché cincischio sulla strofa e mi fermo incupito. “Oggi ci ribelliamo alla dittatura della maggioranza”, proclamo al microfono. E attacco una canzone che era sul lato B del 45 giri omissis, che pubblicammo autoprodotto parecchio tempo prima di esordire su LP con omissis, che è ancora oggi il disco degli omissis più amato e venduto. I vecchi fan sono in delirio, qualcuno osa addirittura alzarsi e sgranchirsi con qualche passo di danza, se non che la dittatura della maggioranza si prende la sua rivincita e arrivano gli steward a sedare e far sedere i facinorosi. Capisco l’antifona e continuo il concerto seguendo la scaletta che prevede le solite canzoni che suono da sempre, così da non fomentare questi scalmanati di mezza età, incapaci di accettare che il tempo passa per tutti tranne che per me. Appena riesco a sganciarmi dalle sterili chiacchiere postconcerto con cui mi ammorbano i miei fedeli, torno a dedicarmi a una ragazza che mi aveva fatto i complimenti mentre posavo la chitarra finito di suonare, e che adesso si aggira apparentemente da sola nei dintorni del bar. “Il mio fidanzato non è potuto venire”, mi spiega. Continuiamo per un po’ la conversazione nel gazebo/camerino, finché non la liquido dandole l’indirizzo del monolocale dove sono alloggiato per la notte. Nel frattempo ho preso i suoi contatti social, e nel perlustrare il suo profilo e le sue foto su omissis capisco perché il tipo non l’ha accompagnata. Era uno dei miei fan più invasati, ai concerti degli omissis era sempre in prima fila sotto di me, urlava le parole delle canzoni con aria minacciosa e faceva un casino inimmaginabile, molesto per gli altri e soprattutto per me. Una sera mentre facevamo omissis e si era scatenato un pogo furibondo già dal riff introduttivo, lui era sempre lì piantato a berciare coi gomiti alti per non essere risucchiato indietro. Allora ho smesso di suonare e quando anche bassista e batterista si sono fermati gli sono andato contro a muso duro e dal microfono gli ho gridato di levarsi dalle balle altrimenti gli avrei spaccato la chitarra in testa! Quel buzzurro è stato preso chiaramente alla sprovvista dalla reazione imperiosa del suo idolo e se n’è andato via umiliato come un cane bastonato. E cosa più importante, non s’è più fatto vedere ai miei concerti. La testa alla fine non gliel’ho spaccata, però in compenso sto per appiccicarglici sopra un bel paio di corna!


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