In attesa di riprendere le dirette con gli ospiti, i dischi e i live che settimanalmente proponiamo dagli studi di Contatto Radio Popolare Network, una riflessione sulla scena musicale indipendente italiana e sulla sua deriva è inevitabile. Scrivo da una cittadina, Carrara, che da anni assieme alla sua vicina Massa ha gradualmente fatto calare il sipario su quelle piccole e medie realtà, leggi club, che proponevano musica che non fosse già edita. I vuoti o i "due o tre ubriaconi da circolo" che assistevano alle esibizioni di artisti che arrivavano da tutta Italia umiliano ancora la sensibilità di chi, come me, ha sempre creduto che ci fosse una scena, un pubblico, un interesse verso tutto quello che di nuovo la musica proponesse. Mi sbagliavo. La musica in definitiva non interessa a nessuno o, meglio, interessa solo come mezzo per farsi belli e darsi uno spessore culturale che spesso si limita a un ascolto fugace dei primi 30 secondi di un brano su YouTube.
Giusto il tempo per scriverci un post su cui far piovere "mi piace" da gente che ha un sacco di tempo da perdere sul web. Un po' come accadeva ai "bei tempi" di Craxi, dove le biblioteche di certi intellettuali erano piene di volumi di cui era stata letta al massimo la quarta di copertina. Questa superficialità ci accompagna ogni giorno in tutte le attività della nostra vita, siano esse ricreative o di lavoro. Diventa difficile organizzare un concerto perché anche solo mettere 20 persone attente sotto il palco di un artista emergente (a ingresso gratuito) è un'impresa titanica. Questa curiosità di fondo al nuovo è quel che manca a gran parte degli appartenenti di quella pseudo scena "alternativa" che si mobilita in massa per un concerto di Nick Cave o per l'ultimo film di Tarantino (andare a vedere Martone fa poco figo) e fa chiudere il club sotto casa che propone qualche nuovo artista o diserta la rassegna di cinema d'essai nella sala di provincia. Intendiamoci, non sono esenti da colpe molti artisti, alcuni dei quali sono venuti anche a Riserva Indie. La superficialità con cui seguono la loro proposta, il fatto di non condividere eventi, interviste, non aggiornare la loro bio sul web (abbiamo avuto personaggi di cui era ed è impossibile reperire notizie per preparare un'intervista adeguata) e di "sentirsi arrivati" per il solo fatto di essere dietro al microfono di una radio o "leccati" su Instagram da un manipolo di amici è spesso sconvolgente. Gente che cade nel dimenticatoio quasi subito, magari dopo aver pagato un ufficio stampa, e di cui sfugge la logica di aver investito tempo e denaro in qualcosa di approssimativo. Capitolo a parte nel disfacimento di una scena meritano quei club che si sono "appecorati" al dj set trash anni 80 facendolo diventare l'evento della serata e che hanno fatto di discutibili dj con i brani scaricati illegalmente dalla rete dei pseudo personaggi che in altre epoche sarebbero stati presi a pedate nel culo.
Questo è il contesto in cui ci muoviamo ma proprio per questo ha ancora un senso non allinearsi a questo andazzo e con un manipolo di appassionati prendersi del tempo ogni lunedì sera (con replica il Sabato) per urlare, garbatamente, la propria voglia di musica e dare voce a tutte quelle realtà, artisti, etichette, piccoli club, che, nonostante tutto, continuano a crederci.
Ragazzi non abbandonateci anche Voi. La vostra passione é, aime una Delle poche cose che ci rimane. Io Sono venuto diverse volte da Voi e Spero di tornarci presto con un nuovo progetto a cui stó lavorando. Ed essere li con Voi cl fa sentire a casa, una casa dove la musica e tutta l'arte in generale ( perdonate IL ripetere Della parola ) é di casa.
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