Molto spesso accade di doversi scervellare nel tentativo di trovare qualche spunto brillante per rendere meno didascalico uno scritto inerente al concerto di un gruppo di consolidati veterani del rock che ogni sera inscena con comprovata maestria un copione pressoché immutabile dai tempi del calesse e dell’aratro. Nello specifico, sarebbe altresì sufficiente orchestrare un mero copia e incolla dei commenti apparsi sull’evento Facebook del concerto in questione per ottenere un impareggiabile manuale di comicità (involontaria, purtroppo per gli autori di perle capaci di strappare una risata finanche a un autoflagellante fan dei Mogwai).
Una forte perturbazione atmosferica, peraltro prevista da giorni, si abbatte sull’Italia centrosettentrionale sabato 27 luglio 2019. Nella medesima data, in quel di Lucca Summer Festival è in programma il concerto degli Scorpions. Gli immarcescibili campioni tedeschi dello hard rock da classifica, guidati dagli ultrasettantenni Klaus Meine e Rudolf Schenker, conquistano la Piazza Napoleone con un’impeccabile ora e tre quarti di sonorità robuste intervallate dai celeberrimi lenti che nel bene e nel male costituiscono la porzione più riconoscibile del loro repertorio. Grande trionfo, le svariate migliaia di spettatori tornano a casa felici, tutto bene insomma. Non proprio. Almeno per i comici di cui sopra, che già dalla tarda mattinata intasavano la zona (social) dell’evento e aree limitrofe con le loro fantasiose argomentazioni.
C’era chi chiedeva con assillante insistenza se il concerto fosse confermato (dice era confermato da dicembre 2018…), chi intimava agli organizzatori di annullare lo spettacolo per impraticabilità del campo e rimandarlo a una data di sua comodità, fino a coloro che con visioni apocalittiche paventavano il rischio di una strage qualora lo spettacolo si fosse svolto nel segno di avverse condizioni meteo. Resterebbe da capire quale sciagura possa capitare sotto un temporale, a parte magari buscarsi un malanno. Fonti non ufficiali parlano di persone che giunte in loco avrebbero tentato di rivendere il loro biglietto e andarsene via. Altri invece avrebbero chiuso in una teca il loro costoso titolo d’ingresso, evitando di partire alla volta di Lucca, vista forse come il quadrato costruito sull’ipotenusa del triangolo delle Bermuda. Verificare per credere. E per ridere. La risata più sonora, in definitiva, se la sono fatta i presenti, che dopo aver imbarcato acqua nel preconcerto, hanno visto le nubi dissiparsi e già sulle prime note degli Scorpions, dal cielo non è più caduta una singola goccia.
Sia chiaro: a nessuno piace stare un’ora o più in piedi sotto una pioggia battente e, non avesse acquistato il tagliando in precedenza, anche chi scrive avrebbe probabilmente rinunciato. Ma l’avrebbe fatto consapevole di una sua decisione soggettiva, non cercando pateticamente di addossare su altri la propria renitenza. Quindi: impermeabile con cappuccio, anfibi ai piedi, cambio di vestiti per il ritorno e via. Evidentemente, i vari Netflix, YouTube et similia hanno abbassato le difese immunitarie, e chi va a vedere un concerto all’anno forse farebbe meglio a non vedere nemmeno quello e farsi piuttosto cullare dallo streaming domestico. Lì non vi è il pericolo di mettere a repentaglio la propria incolumità.
A meno che, novelli Poltergeist, gli scorpioni teutonici non escano dallo schermo per fare piazza pulita dei loro lagnosi “fan”. Su questa sconfortante attitudine al piagnisteo ha ben argomentato il grande capo del blog nella sua memorabile invettiva contro i “bamboccioni”, dunque vi è poco altro da aggiungere. Chi c’era, si è bagnato parecchio e si è divertito altrettanto. Per gli altri, resta sempre valido il totem del divano dal quale ergersi (solo metaforicamente; sia mai fare qualcosa in concreto!) e sentenziare senza costrutto.
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