mercoledì 12 novembre 2025

BYE BYE SHOW - RITMO TRIBALE - "ANCHE I SOGNI PIU' BELLI FINISCONO. COSì PURE I TRIBALI" - RECENSIONE E INTERVISTA A CURA DI OLIVIERO GERVASO


Anche le cose più belle finiscono. Così pure i Tribali.
Con questo incipit si apriva il comunicato con cui i Ritmo Tribale mettevano un punto alla loro carriera, che sarebbe culminata, dopo diciassette anni, il 26 maggio 2000 con un concerto denominato “Bye Bye Show”. Un quarto di secolo più tardi, l’etichetta Overdrive pubblica “2000 Bye Bye Show – Live 26 Maggio 2000”, testimonianza sonora del capitolo finale della storia del quintetto (già sestetto, in origine quartetto) milanese. Questo doppio album offre dunque l’occasione di vivere o rivivere le emozioni di quella sera, quando sul palco del Palaconcerti Aquatica di Milano, dopo le esibizioni dei trentini C.O.D., dei brianzoli Rapsodia e di Francesco Renga al primo tour da solista dopo essere stato defenestrato dai Timoria, salirono per l’ultima volta i Ritmo Tribale. Il gruppo un po’ scarico e demotivato visto in azione nei mesi precedenti durante il tour di “Bahamas” viene rimpiazzato da una versione assai più affine a quella che li aveva imposti come uno dei nomi di punta del rock alternativo, prima nella loro città e quindi a livello nazionale. “In teoria, copione vorrebbe che io dicessi qualcosa… in realtà io non so cosa dire”, ammette Scaglia nelle battute iniziali. Se i discorsi risultano un po’ incerti, non così la musica, che mette in fila alcuni degli episodi più significativi del repertorio tribale in una scaletta che se non è un “best of”, poco ci manca. A impreziosire il quadro, numerosi amici/ospiti si avvicendano al microfono e agli strumenti; tra i più noti, il sopracitato Renga e i Negrita al gran completo. Insomma in questo “2000 Bye Bye Show” ce n’è per tutti: dai pezzi più irruenti degli esordi fino alle ballate, passando per il robusto crossover anni Novanta e le ultime composizioni imbevute di psichedelia. E mentre sul palco di Aquatica si dipana lo striscione “Tribali Per Siempre” a guisa di titoli di coda, allo stesso modo il disco in oggetto è una fotografia indelebile, non solo di uno specifico concerto ma di un’intera epoca dell’oro del rock italiano.


Il mese scorso ha visto la pubblicazione, prima in doppio LP e doppio CD quindi in digitale, di “2000 Bye Bye Show”, testimonianza del concerto con il quale i Ritmo Tribale dettero l’addio alle scene. Com’è nata l’idea di questa produzione, e come mai (solo) adesso?
FABRI: Ti risponderei con la frase di Andre che stiamo usando di più, in questo ultimo anno: le cose non sono, le cose succedono.
Ecco, questa è successa da sé. Io ero su un passo di montagna a fare un periodo sabbatico in cucina; Cesca (uno dei nostri fonici del cuore) mi ha mandato un messaggio ricordandomi ciò che avevo rimosso, ovvero che la sera del Bye Bye Show lui l'aveva trascorsa in camerino a registrare il concerto. Ne aveva trovati dei rough e me li ha spediti. La qualità del suono era agghiacciante, ma l'intensità delle esecuzioni mi ha fatto venire la pelle d'oca, attraverso le cuffiette. Ricordo che è stato dopo aver ascoltato Bandiere che ho chiesto a Cizzy di provarci insieme. La leggenda narrava di un HD smarrito e che Briegel ha recuperato per poi farlo arrivare in Umbria. Da lì, il ping pong tra la terra di San Francesco e quella di Santa Caterina (di Valfurva, dove spesso), fino ad arrivare ad agosto 2024 nel Boom Box Studio di Mauro Tondini dove abbiamo affrontato il problema della qualità, ma questa è un'altra storia... Ti basti sapere che nemmeno una nota è stata risuonata. Tutto il materiale è quello originale, salvi i tagli di cose che davvero non potevamo salvare.

Cosa ricordate di quel 26 maggio 2000? Com’era l’atmosfera dietro le quinte di quella che era una festa ma al contempo un commiato?
E riascoltando oggi le registrazioni del “Bye Bye Show” che emozioni vi suscita? Magari è riaffiorato qualche ricordo rimasto sepolto in questi venticinque anni?
FABRI: Riascoltare un concerto così importante è un'emozione intensissima che si ripete ogni volta. Uno dei nostri ospiti non c'è più, tutti siamo cambiati e il tempo ci ha spazzolati in ogni senso. Creare un punto fermo così importante come la pubblicazione de "l'ultimo concerto", poterlo raccontare, è una cosa difficile da spiegare. Mi ricorda da dove vengo. E questo mi fa bene. 

Il disco include venti tracce (ventuno nella versione cd), con una scaletta che citando il comunicato stampa dell’epoca è “una gita dall’archeologia Tribale ad oggi”. La resa sonora non mostra troppe concessioni a ritocchi di sorta in postproduzione. Sono addirittura presenti alcune imprecisioni come la “falsa partenza” in “Lumina”. Vista l’onestà e la trasparenza dell’operazione, cosa ha motivato altresì la scelta di escludere alcune canzoni eseguite quel 26 maggio dalla tracklist dell’album?
FABRI: Scordature inammissibili, cacofoniche. Dove potevamo recuperare lo abbiamo fatto, ma se una chitarra è fuori di mezzo tono e ne hai rientro in tutti i microfoni del palco.... Non c'è altro da fare che salutare il brano. Il problema è che quella sera l'emozione era padrona di tutti, backliner inclusi. Quindi, alcuni ospiti sono stati penalizzati.


Durante il concerto, i Negrita salirono sul palco per omaggiare i Ritmo Tribale con la loro interpretazione di “Universo”. Come nacque e si sviluppò l’amicizia tra le due band? È vero che la vostra foto di copertina di “Mantra” era una presa in giro del loro videoclip di “Cambio”? C’è qualche ulteriore aneddoto legato al vostro rapporto che vi va di rievocare?
FABRI: Ne avrei mille ma il primo incontro è stato indimenticabile: grazie ai rispettivi management si era creata la leggenda di un odio tra noi. Ovviamente era tutto falso ma qualcuno alimentava la voce e, siccome i nostri primi dischi Black Out sono usciti a poca distanza, i circuiti erano gli stessi e i promoter chiacchieravano in una sorta di parodia Blur Vs. Oasis (de noantri). Finché mi feci dare in Polygram il numero del (unico) telefono dei Negrita e (con l'unico dei Tribali) li chiamai per chiarire la faccenda con Pau. Finì a tarallucci ma loro ci confessarono in seguito che la prima volta che ci videro scendere dal furgone (al Primo Maggio a Roma) furono lieti che l'antipatia fosse inventata, dato il nostro appeal...

Il manifesto promozionale del “Bye Bye Show” parodiava lo slogan della celebre crema spalmabile alle nocciole: “Che mondo sarà senza Ritmo Tribale?” Che mondo è stato senza i Ritmo Tribale per i Ritmo Tribale? Come avete affrontato individualmente i postumi della fine del gruppo dopo un’esperienza così lunga, intensa e totalizzante?
(Alex) Guarda, nonostante fosse l'ultimo concerto che forse avremmo fatto io non mi sono mai sentito senza i ritmo tribale. Il nostro legame va molto oltre la musica, siamo cresciuti insieme e invecchieremo insieme. La musica è una porta che ogni tanto decidiamo di aprire per respirare aria buona. Per me e impossibile pensare che possa finire il gruppo, al massimo possiamo decidere di non essere più visibili all'esterno. 

In una recente intervista, l’ex cantante dei Ritmo Tribale ha dichiarato al proposito di un eventuale riavvicinamento, che “forse oggi tornare nell’identico modo sarebbe piuttosto anacronistico” (salvo poi virare su posizioni più possibiliste come peraltro ha sempre fatto negli ultimi quindici anni ma senza che nulla andasse in porto). Per i Ritmo Tribale è anacronistico salire sul palco oggi e riproporre un repertorio quasi interamente risalente agli anni Ottanta e Novanta?
(Alex) Non so che cosa Edda abbia in testa, quello che so è che negli ultimi 30 anni noi siamo andati in una direzione diversa dalla sua sia umanamente che artisticamente, motivo per cui le nostre strade non si sono mai unite. Per me musicalmente niente è anacronistico, dal momento che da sempre noi suoniamo solo quello di cui abbiamo voglia e se non abbiamo voglia o non suoniamo live o ognuno di noi coltiva altri interessi . Non abbiamo mai fatto la cover band di noi stessi. Ci muoviamo solo quando scatta la magia. Come per esempio nell'ultimo concerto fatto a Milano che è stato bellissimo proprio perché abbiamo ribaltato la classica scaletta inserendo nuovi pezzi e nuovi arrangiamenti 

Il 26 maggio 2000 ci fu il “Bye Bye Show”. Tuttavia, già nel 2002 i Ritmo Tribale tornarono fugacemente con alcuni concerti e l’uscita di un cofanetto che includeva le riedizioni rimasterizzate dei primi due dischi “Bocca Chiusa” e “Kriminale”. E, a singhiozzo, vi siete fatti rivedere nel corso degli anni, tra ristampe, apparizioni live e anche un album di inediti. Ciascuna di queste iniziative è stata sempre accolta con calore da un “bacino d’utenza” non certo oceanico ma affezionato e compatto nel reclamare un calendario meno occasionale. In particolare, nel 2025 vi sono state delle esibizioni in acustico e, per l’appunto, il primo album live ufficiale, celebrato con un concerto al Legend di Milano lo scorso 10 ottobre (senza contare un progetto “collaterale” quale il vodcast “Milano Sogna” dedicato al mondo che gravitava intorno al Jungle Sound). Immancabile domanda conclusiva alla luce di queste attività: nell’immediato futuro c’è qualcosa in previsione per i Ritmo Tribale e per chi li segue?
(Alex) Il problema è che secondo me noi siamo da sempre uomini occasionali, adesso per tanti motivi sarebbe difficile programmare per un lungo periodo concerti e registrazioni ma come spesso è successo quando vediamo l'occasione giusta ci illuminiamo e diamo il meglio di noi stessi alla musica. Abbiamo diversi nuovi brani molto belli. Quando i pianeti si allinearanno probabilmente saremo pronti a registrarli e a suonarli dal vivo 

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