sabato 2 agosto 2025

OH BARO - SAPORE D'AMARE - RECENSIONE E INTERVISTA A CURA DI LUCA STRA PER #DIAMANTINASCOSTI



Le canzoni di Oh Baro profumano di salsedine, amore e gioventù. Nelle sue liriche compiano infatti mare e baci salati in estate e i pezzi, nascendo per condividere le proprie esperienze di crescita personale soprattutto per quanto riguarda l’amore, diventano universali arrivando al cuore degli ascoltatori. Oh Baro è lo pseudonimo adottato da Alessandro Baroni, cantautore venticinquenne di Viareggio ha con all’attivo un album, “Per un pugno di sole”, uscito nel 2023 e vari nuovi singoli, di cui il più recente, “Casa mia (Goodbye”) è uscito a dicembre 2024. Lo stile si è molto evoluto rispetto all’esordio passando dal classico binomio voce-chitarra ad una tessitura più elettronica e movimentata nei singoli recenti. “Garage mare”, penultimo pezzo uscito, è la traccia che segna questo cambiamento. La riuscita mescolanza di suoni e strofe ne fa un brano nato per i live, per far ballare, per far cantare in coro, per portare Oh Baro sempre più in alto dopo gli straordinari traguardi raggiunti da alcuni singoli precedenti, che hanno totalizzato più di 1 milione di ascolti in streaming. “Casa mia (Goodbye)” è invece un brano che racconta uno dei momenti cruciali dell’esistenza, ovvero quando si salutano i propri cari per andare a vivere la propria vita da soli. “Casa mia è una tempesta che non si scorda più, un’orchestra fuori tempo, fa ballare pure il pavimento”. Nei versi traspare tutto il coinvolgimento emotivo ma anche la risolutezza nel prendere la decisione di spiccare il volo sapendo che la propria famiglia resterà comunque vicina, perché “se mi ami capirai”. Abbiamo sentito Alessandro Baroni per parlare del suo percorso artistico e per approfondire la sua visione sul fare musica.



- “Casa mia (Goodbye)” che è uscita a dicembre 2024 è una canzone pop molto diversa dal tuo album “Per un pugno di sole”. Quello era un album più acustico, qui vai a toccare ritmi funky e c’è più elettronica. Da cosa deriva questo tuo cambiamento?

- Questo cambiamento è avvenuto un po’ per una ricerca mia personale ma anche un po’ per il produttore con cui ho prodotto “Per un pungo di sole” e poi per via della produzione di “Garage mare” e “Casa mia goodbye”. Casa mia è la seconda traccia prodotta con Cosimo Bitossi di Supernova Dischi che è un’etichetta indipendente di Firenze con cui ho fatto questi due brani. Diciamo che sono stati due brani con cui sono ripartito perché dopo “Per un pugno di sole” ho avuto un attimo di stop per molti motivi, a volte neanche dipendenti da me purtroppo e quindi sono ripartito dopo un anno con “Garage mare” sempre prodotto da lui e con Casa mia che invece era un brano molto elettronico ma in cui mantenevo il lato introspettivo, rispetto a “Garage mare” che era musica più leggera diciamo. 

- A proposito dell’album “Per un pugno di sole” ascoltandolo mi ha colpito “Pezzi di me (Paure)” che è una canzone che riassume l’insicurezza tipica dell’adolescenza e vai ad affrontare temi delicati come quello dei pensieri autolesionisti.

- Mi piace ricordarmi dei periodi in cui ho scritto i pezzi e le stagioni sono abbastanza indicative in questa cosa qua. Questa fu scritta a novembre, in casa, da solo ed era un momento in cui riflettevo su svariate cose: E’ stata scritta di getto e assolutamente c’è il lato delle paure e anche un senso di colpa esistenziale che rappresenta spesso quel tipo di crisi adolescenziale. Senso di colpa nei confronti dei genitori, figure che danno tanto, un amore che magari non riesci a comprendere. Insomma è una confusione di valori e di capire quando possono ribaltarsi contro di te e essere te pronto ad amare in generale. E’ una cosa molto difficile.

- Diciamo che è un pezzo legato alla tua maturazione.

- Esatto, diciamo che è una cosa proprio legata a quella cosa lì.

- Invece il pezzo “Fuoco vivo” ha un bel respiro sudamericano, dà quelle sensazioni lì.

- Assolutamente, mi ricordo anche qui il momento in cui ho iniziato a scriverla. Pensa che adesso la facciamo in maniera ancora più latina con la band al completo. Nel momento in cui registravo non avevo a disposizione una band solida anche per le versioni live. E infatti adesso la facciamo molto più suonata dicevo ancora più latina di com’è nel disco e in quel momento lì presi ispirazione da un cantautore spagnolo che fece un album in quel periodo che rimandava molto alla cultura spagnola, alle sonorità spagnole e mi ricordo che presi ispirazione da quell’atmosfera lì, anche se i ritmi sono completamente diversi, quelli italiani rispetto a quelli spagnoli però diciamo che la cosa l’hai presa in pieno. 

- Hai citato la tua band, come si chiama? 

- La mia band si chiama attualmente La Ragione Straniera, non legione ma appunto ragione (ride)

- A proposito di collaborazioni “Solitudine” ha dei featuring di peso, come i 43.nove e Bonnot, come è nata questa collaborazione?

- Allora diciamo che “Solitudine” è un pezzo che è nato esattamente finito il Covid con Cris che è appunto il cantante dei 43.nove ed è stato il primo pezzo da cui è nato “Per un pugno di sole” in realtà da cui è nato tutto un percorso sia mio che dei 43.nove che è una band sempre delle mie zone, mentre venne registrato circa un anno dopo la sua stesura nonostante avesse già ricevuto un discreto successo nei live perché noi lo suonavamo senza averlo pubblicato e le persone lo cantavano a memoria quindi eravamo contentissimi di questa cosa qua e un anno dopo siamo riusciti a produrlo con Bonnot, che è appunto il produttore del brano. 

- Penso che sentirsi cantare dal pubblico dei concerti degli inediti dal vivo sia una bella emozione.

- Sì è incredibile poi è stato un anno in cui abbiamo fatto attività live, prima è sempre stata una cosa da cameretta sia per me sia per Cristiano che è appunto l’altro cantante e tirarsi dentro una situazione del genere è stata una cosa gigantesca. 

- Tutta la tua produzione musicale diciamo che esplora le mille sfumature dell’amore. D’altra parte l’amore è quel sentimento che ha dato vita alle arti.

- Penso che sia abbastanza normale nel senso che alla fine è un filo conduttore che poi ti apre le cose per svariate porte per svariate cose. Poi dentro il disco “Per un pugno di sole” è un sentimento che ha svariate chiavi di lettura, ad esempio la paura che ti può fare quando ti senti solo e quindi la mancanza dell’amore oppure anche l’amore con un amico come nel pezzo “L’amore di Giuda”, quando avete litigato e con cui vi siete traditi. Ma questa cosa qui è rimasta anche in “Casa mia” che è l’amore per la mia città, per la mia famiglia. Non credo sia un tema banale l’amore perché puoi parlarne in milioni di ambiti e in milioni di sfaccettature e anzi trovare il modo di dire sempre qualcosa di nuovo. Finché lui c’è e vuol far parlare di sé che venga. 

- Invece mi piace molto il piglio rock di “Diavoli”. La musica, secondo te, può aiutare anche a calmare i propri diavoli dato che tutti ne abbiamo uno o anche più?

- Assolutamente, penso che sia l’unica vera soluzione. 

- C’è invece sempre sull’album questa bella collaborazione con un cantante che se non erro si chiama Nich. A dir la verità non ho trovato molte informazioni sulla rete su di lui, ce ne puoi raccontare tu?

- Nich è letteralmente il mio miglior amico e lui purtroppo non ha mai pubblicato, cioè pubblicava qualcosa poi ha avuto dei problemi su Spotify con il cambio del nome, su queste cose qui quindi ha avuto solo un featuring con me, i 43.nove che è appunto l’altra band delle mie zone, di Viareggio e in realtà con lui continuo a fare musica, lui in realtà si era interrotto e adesso che sto scrivendo un nuovo disco anche lui è ritornato a fare musica, avremo anche probabilmente un pezzo insieme nel mio nuovo disco e lui pubblicherà da adesso in poi. Lo porto spesso con me nei live però lui al momento è molto nelle retrovie. 

- Questo album cui stai lavorando quando esce? Ci dai qualche anticipazione?

- Riguardo l’uscita no ma perché non lo so nemmeno io, diciamo che adesso siamo nel finale della scrittura e lo sto facendo tutto con la band, io scrivo, compongo poi porto da loro i provini e si rivoluzionano completamente e poi ci sarà la parte della produzione per cui potrebbe volere poco tempo come un pochino di più. Si parla comunque di qualche mese. Entro il prossimo anno se ne parla per la pubblicazione.

- Ho letto che hai fatto un sacco di esperienze, hai partecipato a X Factor e sei arrivato alla fase dei Bootcamp. Ci racconti come si vive un talent del genere dall’interno?

- Come si vive è una questione secondo me estremamente personale, io l’ho vissuta molto tranquillamente, molto in maniera divertente nonostante le emozioni forti della possibilità di giudizio altrui, però anche in maniera incosciente, nel senso che non mi rendevo conto in quanto non mi rendevo conto di quanto fosse grosso il bacino di persone che ti avrebbero visto. L’importante è essere sempre se stessi secondo me e poi nulla potrà andare più di tanto storto. Per quanto riguarda il pensiero che posso aver maturato dopo è stato che è giusto che uno le debba prendere alla leggera, ma allo stesso tempo debba essere molto maturo per gestire al meglio quelle situazioni lì, cosa che in quel momento magari dal mio lato non c’era. Sono trampolini così grandi che più uno arriva maturo meglio è. Ci vedi molti ragazzini e sono cose che purtroppo possono essere anche pericolose per un’età così giovane.


Ferve quindi l’attività di Oh Baro, al lavoro sul suo secondo album che, stando ai singoli usciti e a quanto ci ha detto, sarà molto diverso dall’esordio e permetterà al cantautore viareggino di mostrare lati inediti della propria personalità e del modo di far musica. Senza contare che, essendo il primo lavoro composto con una vera e propria band, anche questo elemento sarà decisivo nel rivoluzionare il suono. 


Testo e intervista a cura di Luca Stra




 

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