Il "female stage" di Wom Fest ha acceso le polveri di quello che ormai può essere considerato uno degli eventi di punta del circuito dei festival musicali toscani. Una location meravigliosa, Villa Bottini, di cui era possibile scorgere uno splendido ciclo di affreschi dalle finestre sul parco, organizzazione, serietà e grande attenzione alla scelta degli artisti: ecco la ricetta per creare un evento di successo e ritagliarsi uno spazio vitale e indipendente accanto ai lustrini e al doppio petto del ricco Summer Festival di Piazza Napoleone. A Boyrebecca, di cui trovate in rete il nuovo singolo dal titolo esplicito di "Ti odio stronzo", il compito di aprire le danze e di portare on stage quella scena trap - hip hop di cui è impossibile, nel bene o nel male, a seconda della propria sensibilità musicale, continuare a ignorare o marginalizzare l'esistenza. A Emma Morton and the Graces spetta la colonna sonora del tramonto e delle prime luci della sera. Siamo in un territorio musicale che traccia un ideale ponte tra Janis Joplin ed Amy Winehouse, ma limitarci a qualche citazione illustre per descrivere il suo set sarebbe davvero superficiale. La scaletta pesca soprattutto tra i brani dell'ultimo "Bitten by the devil" e si impreziosisce sin da subito di una meravigliosa rilettura di "I'm your man" di Leonard Cohen. Oltre a Emma, sul palco i talentuosi Luca Giovacchini alla chitarra e Piero Perelli alla batteria per un set di altissimo livello musicale e vocale. Dentro le canzoni di Emma e dentro il suo ballare, contorcersi, vivere ogni brano, ci sono spicchi di vita vissuta, di gioia e disperazione, che ci arrivano addosso senza filtri e ci fanno emozionare. Dobbiamo dar merito a X Factor di averci restituito un'artista che merita tutto quello che sta raccogliendo. A La Rappresentante di lista il compito di chiudere la serata di fronte a un pubblico che ormai copre gran parte del parco. "Go Go Diva" si candida a essere uno dei migliori dischi del 2019 (e poco conta se è uscito a fine 2018) e non c'è festival in Italia che non contempli la band capitanata da Dario e Veronica nella propria line up. A colpire, oltre al carisma e alla presenza scenica della cantante, è l'impasto sonoro che accompagna ogni esecuzione. I brani escono vivi, frizzanti, ricchi di strumenti (cinque musicisti sul palco ormai si vedono raramente): finalmente un gruppo che non ha paura a far "andare" i brani senza sottometterli alla dittatura della parola "sempre e comunque" di un certo cantautorato indie più adatto a farci correre tra le braccia di Morfeo che a farci divertire e riflettere. La "liberazione sonora" vive i suoi apici con "Guardateci tutti" ,"Maledetta tenerezza", "Ti amo" e "The Bomba", ma anche i momenti più intimi, come "Wow", mostrano un gruppo artisticamente maturo e pronto per continuare la sua inarrestabile ascesa verso i piani alti della musica italiana. Prima di chiudere una menzione speciale a David Martinelli e a tutta la macchina organizzativa. L'indie italiano ha bisogno di serietà e di gente che si sporchi le mani sul campo più che di profili social che condividono video dal tubo. Lunga vita a Wom Festival.
Ecco la gallery dedicata a Emma Morton and the Graces
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