domenica 30 maggio 2021

I MOTORHEAD, PINO SCOTTO, SLASH E QUELLA VOLTA A BOLOGNA NEL 1986 // PICCOLO RICORDO DI LEMMY KILMISTER DI MAURIZIO



Di Lemmy e della sua morte è stato detto (di) tutto. Per quanto mi riguarda ho due ricordi legati ai Motorhead e ne posso parlare tranquillamente da "non fan" della band. Il primo risale al 23 Giugno 1986 ("avevo solo 20 anni" direbbe Appino) e riguarda il primo Festival "Heavy Metal", legato, se non ricordo male, alla rivista omonima, a Bologna. Per intenderci: in Italia il fenomeno della diffusione di massa del Metal è legato a un programma della defunta "vecchia" Videomusic (oggi risorta ma ancora in fase "walking dead" sul canale 45 del digitale terrestre) dal titolo "Heavy con Kleever", di cui qua sotto potete vedere una clip che vale più di mille parole e  commenti.


La line up del Festival prevedeva i "local heroes" Crying Steel e Scanners, a cui toccò il difficile compito di aprire le danze. Ma all'epoca bastava davvero poco per incendiare un palazzetto dello sport stipato di appassionati del genere (circa 8000 persone stando alle cronache). Terza band sul palco i mitici Vanadium, punta di diamante del metal nel Belpaese e con un frontman "icona" come Pino Scotto, assoluta prima donna del rock italiano prima che RockTv ne facesse la cover band di Gianfranco Funari e ne distruggesse mito e reputazione. Ma all'epoca c'era gente che avrebbe venduto un rene per un autografo di Pino, come quello che potete vedere qui sotto, e che ottenni quella sera subito dopo la loro esibizione.


Dopo i Vanadium, causa defezione delle mitiche Girlschool, arrivarono on stage i Motorhead. 45 minuti circa di delirio incontrollabile. Un brano dietro l'altro senza pausa, senza tregua, senza respiro. "Lui" immobile di fronte al microfono e tutto il resto del mondo a pogare sotto al palco. Non ricordo brani e scaletta nel dettaglio, ma in questo mi aiuterà la rete. Non ricordo neppure se suonassero bene o male perchè ho passato 45 minuti a cercare (spesso invano) di difendermi da spinte, botte, colpi più o meno proibiti. Non c'era bisogno di ascoltare la band sul palco per "sentire" il concerto. Non è forse questo che rende un live memorabile? Il Festival si chiuse con i mangia hamburger Twisted Sister che impiegarono mezzo set a far cantare "I wanna Rock" al pubblico e l'altra metà a rifarsi il trucco in camerino. Qui sotto la scaletta dei Motorhead di quella sera ripescata da qualche parte on line :


SET LIST MOTORHEAD
01 Iron Fist
02 Stay Clean
03 Nothing Up My Sleeve
04 Metropolis
05 Doctor Rock
06 Killed By Death
07 Ace Of Spades
08 Steal Your Face
09 No Class
10 Motorhead

11 Overkill


Arriviamo ai giorni nostri e pur "sfiorando" un paio di volte Lemmy a Berlino non ho più avuto il piacere di testare l'usura e il grado di sopportazione di miei padiglioni auricolari a un loro concerto. Però mi addentrai nel loro sito con curiosità qualche mese prima del tragico evento (e qui il secondo ricordo di loro). Da eroi della strada erano diventate vittime, neppure troppo velate, del music business e dal loro sito ufficiale si poteva addirittura prenotare un posto su un lussuosissimo yacht (di quelli in cui non mancano caviale e mignotte e non necessariamente in questo ordine) dove tra i benefits c'era anche un loro live su un palco placcato d'oro. Resta la musica, quella che non ha bisogno di caviale e mignotte per essere apprezzata, e, tra i tanti, un brano immortale come "Ace of Spades" che Slash, con Myles Kennedy and the Conspirators, ha coverizzato alla House of Blues di Las Vegas. Riposa in Pace Lemmy Kilmister e spero lassù non ci siano yacht a traghettarti verso posti migliori ma solo motociclette rumorose e strade polverose. Rip.

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