martedì 24 marzo 2015

Dopo Tangentopoli arriva "Radiopoli" // Sergio Caputo contro "la linea editoriale"dei grossi(e spesso anche meno grossi..) network radiofonici

Finalmente una voce contro le scelte "editoriali"di molti network radiofonici(105 e derivati..) ormai sempre più patetiche necropoli per trombati della tv e derivati dove l'unica cosa decente che passa è l'informazione sul traffico.Dietro pseudoesperti direttori artistici che dall'alto del loro piedistallo pretendono di fare cultura facendo scelte musicali in linea con quelle che farebbe un bambino di prima media alla ricerca di una colonna sonora per non far sentire ai genitori che sta su youporn (ricordiamo,come esempio,le parole di Re Albertino da Ibiza, quando diceva che gli Afterhours di Agnelli sarebbero passati a Radio DeeJay solo quando avessero fatto un "disco decente"..ed era appena uscito "hai paura del buio")c'è la politica della "zucca vuota"(diffusa anche e soprattutto in ambiti extra radiofonici) che ha portato molti(me per primo)a privilegiare solo le radio parlate al posto del bla bla senza senso dei vari zoo,fabio volo,platinette e delle radio pseudo alternative che passano Ac-Dc,Van Halen,Rem per un'ora e poi fanno 10 minuti l'intervista sfigata al gruppo emergente italiano per poter dire che son vicini ai giovani...
Le parole di Sergio Caputo,qui sotto,mutuate dal suo blog,sono probabilmente figlie della rabbia per la poca considerazione ricevuta dal suo nuovo disco ma sintetizzano bene lo schifo che è diventato gran parte dell'etere italiano..Maurizio
"Comunico a tutti che - come mi informa il mio ufficio stampa - radio 105 non passerà alcun brano del mio nuovo album POP, JAZZ and LOVE in quanto "non in linea con la radio". Ne consegue che ciò che si sente in alcuni network non nasce dai gusti del pubblico, ma da un filtro dai criteri quantomai oscuri esercitato da - tipo - due o tre persone che decidono quali artisti debbano esistere e quali no. In attesa di spiegazioni, consiglio cortesemente a tutti i miei estimatori di non ascoltare più questa radio”.
Che è successo? E’ successo che ho appena pubblicato il mio nuovo album POP JAZZ and LOVE, ricevendo finora accoglienze entusiasmanti.  L’album ha un brano in italiano (il singolo) e nove in inglese, e come promette il titolo lo stile è pop-jazz. A mio avviso, uno dei migliori album della mia carriera.
Sono un artista indipendente, e non avendo una grossa casa discografica a farmi da guardaspalle, ho assunto un ufficio promozionale - la Comunicazione Globale di Giovanna Palombini e Giorgio Cipressi - per far conoscere il mio nuovo lavoro ai media, e far entrare il singolo “A BAZZICARE IL LUNGOMARE” (o un altro brano dell’album) nelle playlist delle radio.  Perché se una canzone non va in radio, la gente non la sente, e se la gente non la sente, non può sapere che tu esisti o che hai scritto nuove cose.  
Insomma, mentre sono lì che spingo i miei bimbi sull’altalena al parchetto vicino casa, ricevo da Giovanna Palombini un sms criptico con la frase: “105 ha detto di no”…   Eh? Che? Radio 105 ha detto di NO? A chi? A me? A te? A che? La chiamo, voglio capire bene, e Giovanna mi spiega che la radio - per bocca di due redattrici - non metterà in onda alcun brano del mio album in quanto non in linea con la filosofia editoriale dell’emittente.  Porca vacca, che notizia! E adesso? Dovrei calare le braghe e cambiare lavoro alla mia età?   Fare il disoccupato? Sono assalito da immagini sfocate di me, che spendo parsimoniosamente gli ultimi spiccioli in verdure, salumi e baghette al mercato, e dal di là del bancone mi sento chiedere “E allora? Non canta più? Ha smesso?”.  Dopo un po’ diventa un coro assordante.  Mi sveglio urlando tutto sudato.  Insomma, queste due tipe avrebbero deciso che io dovrei sparire dal panorama musicale italiano e forse mondiale in silenzio e senza fare una piega.

Ma restiamo in tema e chiediamoci:  quale sarebbe la famosa linea editoriale di 105? C’è un solo modo per saperlo: andare a vedere la playlist, ovvero i pezzi più trasmessi dalla radio (dal sito della radio), e vediamo se sia possibile cavarne una “linea editoriale” di qualche tipo.  Nella  settimana della mia “epurazione” ecco i primi dieci:

  1. NE-YO, Coming With You - che genere musicale sia, difficile a dirsi, lui si definisce R&B, è uno che ha scritto per tutti, Rihanna, Chris Brown, Snoop Dogg, Beyoncé, Jay-Z e molti altri. Dunque, R&B.
  2. MALIKA AYANEAdesso è qui - anvediii, con NE-YO c’azzecca una cifra!  Pop melodico italiano.
  3. THE AVENER  - Fade Out Lines - genere, voilà: HOUSE! Di riffe o di raffe, secondo personaggio sanremese su tre entries!
  4. SAINT MOTEL - Cold, Cold Man - genere POP americano. Giustamente, house dopo pop americano ci sta bene come un bicchiere di latte con la pepata di cozze… 
  5. RIHANNA  KANYE WEST  e PAUL McCARTNEY - four five seconds - genere HIP HOP.
  6. BROOKE FRASER - Kings and Queens - DANCE
  7. MAROON FIVE - Sugar - Pop-Rock-Soul, insomma, tutto. 
  8. DAVID GUETTA - DANCE
  9. MEGHAN TRAINOR - SOUL (direi, tipo Amy Whinehouse)
  10. JOVANOTTI - RAP ITALIANO

    E arriviamo al punto. Lo sanno tutti e nessuno lo dice: c’è una lobby di radio che si sono unite per dominare la musica, la discografia, le edizioni, inzuppare il biscotto nel LIVE, e guadagnare percentuali di vario tipo dagli artisti che mettono in onda.  C’è una etichetta discografica associata a tre grossi network in particolare (indovinate voi quali), e guarda caso quelle radio trasmettono solo gli artisti che ne fanno parte (ed eventualmente quelli enormi che non è possibile ignorare per questioni di audience).  Ci sono artisti di questa etichetta che scrivono i pezzi di tutti gli emergenti.  Ma se sei un emergente non sponsorizzato, non hai nessuna possibilità di passare in radio.  Questo in termini schietti si chiama MONOPOLIO, e in Italia sarebbe proibito, ma nessuno parla.  Perchè? Omertà. La gente ha paura di essere boicottata, e si fa censurare, mettere alla porta senza dire niente nella speranza che “un domani”…  In questo quadro, la lobby ha interessi concreti ad oscurare chi della sua cerchia non fa parte, perché vuole che tutti i soldi che la gente ha intenzione di spendere in intrattenimento finiscano nelle loro casse e non vadano dispersi altrove.  Se non ti passano in radio, hai più difficoltà a fare concerti.  Se sei in radio 40 volte al giorno, batti che ti ribatti alla fine riempi i palazzetti.  Ecco il giro di affari, ecco perchè certi artisti si sentono in radio duecento volte al giorno, e altri MAI.  Sto aspettando il giorno - che forse non arriverà - in cui un giornalista particolarmente idealista, invece di sedere nella giuria di questo o quel talent show, inizi un’inchiesta per esporre questo marciume che è senza il minimo dubbio la punta di un iceberg di nome RADIOPOLI..Sergio Caputo


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