Prosieguo de "l'arte è morta?".
L'arte
muore dunque col postmoderno? E' verosimile. Come "il nome della rosa" e
"se una notte di inverno un viaggiatore" uccidono il romanzo, così
"dark side of the moon" uccide il long playing. Se la merda d'artista e
il taglio sulla tela uccidono l'arte visiva, così "nostra signora dei
turchi" fa fuori teatro e cinema in un colpo solo, che ne dica il già,
ahimé, postmoderno Battiato (vedi "la torre"). Infatti i già citati
"voce del padrone" e "17 re" come anche "affinità e divergenze tra il
compagno Togliatti e noi" sono, per esempio, sicuramente capolavori, ma
capolavori postmoderni, cioè già tritati, già oltre. Tutto, ormai da
trent'anni, è spettacolo di sé stesso e di sé stessi. Se riesci ad
andare oltre il quarto d'ora warholiano sei già bravo. Nel
dopo-lavoristico dopo-arte postmodernista "non si può più produrre opera
d'arte, ma non resta che esser (si è) capolavori" (Bene). Ecco perché
non ha davvero più senso distinguere non solo i generi musicali ma anche
le arti stesse in quanto superate.
Spettacolo
per lo spettacolo dunque; l'opera torna a essere, finalmente, solo una
cagata da espellere. Marco Travaglio e Franco Battiato non sono più su
piani diversi o non comunicanti. Non si capisce più niente ed era ora. Giornalisti
che sono cantanti che sono attori che sono politici che sono registi
che sono scrittori (perché un libro non si nega a nessuno) e alzi la
mano chi non si sente anche poeta. Manca solo Celentano e il cerchio è
chiuso. Questo è quanto. Starne fuori significherebbe davvero non
esistere, infatti è impossibile, e non c'è a tal proposito morettisimo
che tenga ("mi si nota di più se..."). Il presunto ascetismo alla
Battiato e alla Guccini si sgretola comunque davanti a Fazio. Più sei
fuori più sei dentro (Ecce Bombo docet).
Ed
ecco completarsi la metamorfosi: Andy Warhol+David Bowie diventa Morgan
e Jim Morrison diventa...? Morgan. E Pino Scotto dove lo mettiamo? Aldo
Busi, Capovilla, Vasco Rossi, Beppe Grillo, Vittorio Sgarbi e i Carmelo Bene mal riusciti. Nessuno sfugge al teatrino superomistico
dell'assurdo, dal più presenzialista e mondano al più asceta e snob.
Tuttavia il superomismo c'è solo quando va bene, se no è solo narcisismo
decadente, questo è il punto. Abbiamo infatti appurato che siamo nel
periodo dell'oltre-arte, ma saremo anche nel periodo dell'oltre-uomo?
Ancora no, e Nietzsche confermerebbe. Qualcuno tra i tanti citati ci
potrebbe essere riuscito. Indovinate voi chi.
Testo di Jordan Giorgieri dei Doppiofondo per Riserva Indie
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