domenica 24 marzo 2013

Paolo Benvegnù Live al Lenigrad Cafè di Pisa il 14 Marzo 2013//Recensione di Chiara Tommasi


Aspettare e aspettare ancora. E quanto l’ho aspettato! Ogni istante di attesa è ripagato dal concerto (ma è riduttivo definirlo così) che si è svolto al Leningrad (Pisa) lo scorso 14 marzo e che ha visto protagonisti Paolo Benvegnù e Andrea Franchi.


Marina mi chiede come hanno fatto tre versiliesi a sapere che questa sera ci sarebbe stato questo concerto. “Facebook che tutto può” la mia risposta. Solo che prima di entrare ancora non sapevo che sarebbe stato un concerto imperdibile. Pensavo fosse solo un concerto di quel genio delle parole che è Paolo.
Benvegnù sale sul piccolo palco del Leningrad visibilmente emozionato. Il giovane Andrea Franchi lo è molto meno o, probabilmente, sa celarlo meglio dietro al suo fare scanzonato. 
L’ultimo album dei Paolo Benvegnù, dal titolo “Hermann” non mi aveva molto convinta. E’ un album difficile che necessita di molteplici ascolti che, mea culpa, non gli ho mai concesso. Ma il concerto, che si apre con “Avanzate, ascoltate”, in questa veste in duo gli dona una nuova chiave di lettura, più concentrata sulle parole e sulle emozioni da esse suscitate. 
Dallo stesso album non mancheranno “Love is talking”, “Io ho visto”, “Andromeda Maria”, “Johnnie and Jane” . L’album ostico che poco avevo seguito, nelle sue parole, nei suoi rimandi, adesso acquista un altro peso ed inizia una nuova vita.
La prima parte della serata è volutamente incentrata su Hermann: grazie all’intimità che si è creata nel locale, le emozioni sono tante e spesso tumultuose ma questo duo, scioglie le tensioni grazie a battute e sketch tra Paolo e Andrea (una rivelazione, mix geniale di ironia e teatralità comica). 

                                                                                   
 Le canzoni scorrono via veloci, arrivano “Quando passa lei”, “Cerchi nell’acqua”, “Il mare verticale”, “La schiena” e all’improvviso compare “Hurt”, davvero una cover che non disturba, per non parlare dei Tuxedomoon con “Manner of speaking”.
Vola via il tempo, il clima si fa più disteso, l’audio si abbassa, i due scendono dal palco e il finale diventa uno spettacolo esilarante di cabaret con “Troppo poco intelligente” nel quale subentra “Alejandro” e “Cuccuruccucu”, una meraviglia dove il Franchi viene esortato a scratchare, dove il pezzo ricomincia e riparte all’infinito, sommerso dalle nostre grate risate.
Testo di Chiara Tommasi
                                                               

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