Ebbene sì.
Sono andata a sentire Patty Pravo. Non perché io sia una sua grande fan, in
realtà, perché oltre ai grandi classici conosco poche sue canzoni, ma perché
volevo vedere in prima persona l’offerta che mi concedeva la mia città.
Se si
scorrono velocemente i miei post in questo blog, che sono nella maggior parte
live report, si nota facilmente che a parte poche (e sempre belle) eccezioni,
per ogni concerto io debba prendere la macchina e percorrere km e km. Basti
vedere quanti concerti ho visto a Livorno, al Cage, o là dove un’offerta
culturale, semplicemente, esiste.
Qui a Massa
si è deciso, da tempo, di investire sulle vecchi(ssim)e leve per offrire
divertimento a un altrettanto vecchi(ssim)o pubblico. Perché?
Si noti: non
sono una persona convinta che giovane sia meglio e vecchio sia da sputarci su.
Assolutamente. Anzi, conoscendo molti miei coetanei preferirei uscire con i
loro nonni, per spirito di combattività, se non altro.
Il punto è
che non riesco a capire come si debba “punire” una qualsivoglia alternativa.
La politica
è sempre o questa minestra, o salti dalla
finestra. E non mi sembra esattamente la scelta migliore da compiere,
saltare dalla finestra. Non vorrei entrare nel loop demagogico del fuori è
tutto bello qui fa tutto schifo, perché non è così. Perché di persone
intelligenti, con un gran bel gusto musicale, ce le ha anche Massa. Ma,
semplicemente, non sono messe in grado di lavorare.
Si pensi,
caso esemplare, al Tago Mago. Non penso esista persona che non sia andata
almeno a un concerto al Tago. E non penso esista persona a cui non si piaciuto
quel che ha visto e sentito. Questo perché Stefano, appunto, ha buon gusto, è
una persona intelligente e sa fare il suo lavoro. Ma Stefano, appunto, non è
messo in condizione di lavorare. E a me questa cosa qui mi fa proprio arrabbiare.
Perché, secondo me, non è giusto. Ecco perché.
Perché, secondo me, non è giusto. Ecco perché.
E allora
si investe su Patty Pravo, sulla Bertè, e su queste regine dell’Italia che fu.
Ma adesso l’Italia è un’altra roba. E in mezzo a tutta questa roba nuova c’è un
universo di band fortissime, giovani, con la voglia di spaccare il Mondo,
capaci di riempirti la piazza come Patty Pravo. Anzi, di più.
Quello che vorrei, sarebbe semplicemente questo: non accontentarmi, ma essere contenta. Essere contenta di vivere in una città aperta a ogni genere di innovazione culturale. E per questo mi sento di ringraziare sentitamente chi ci prova, a rendere Massa una città migliore. Tutte quelle persone che si fanno il culo quadrato per cercare di offrire qualcosa che non sia alcool a bassi prezzi e djset sempre uguali, ma cultura.
Quello che vorrei, sarebbe semplicemente questo: non accontentarmi, ma essere contenta. Essere contenta di vivere in una città aperta a ogni genere di innovazione culturale. E per questo mi sento di ringraziare sentitamente chi ci prova, a rendere Massa una città migliore. Tutte quelle persone che si fanno il culo quadrato per cercare di offrire qualcosa che non sia alcool a bassi prezzi e djset sempre uguali, ma cultura.
Ecco, a voi dico solo: grazie, siete belle persone.
Testo di Flavia
Mi sembri più vecchia te!!!! ad averne di concerti gratis come questo! la vera ottusa sei te.... la musica quando è buona non ha età.......
RispondiEliminaanche non capire un cazzo di musica non ha eta...e tu essendo anonimo ne sei la prova vivente
RispondiElimina..Siamo una zona da sagra e da liscio.
RispondiEliminaCome se mancasse la voglia di musica.
Senza cercare artisti internazionali, abbiamo tante band nostrane, tante emergenti che hanno solo bisogno di "spazio". Spazio che non trovano, perché quando c' è qualcuno pronto a darglielo, quello spazio, gli pestano i piedi.
E alla fine non ti resta che il solito dj-set e l' alcol a basso prezzo.
E un po' di acidità di stomaco.
ps. la musica quando è buona non ha età...ma bisognerebbe anche cambiarla, la musica. Trovare un equilibrio tra vecchio e nuovo, magari..
Verissimo..Lo spazio le band locali lo devono avere e "pretendere"..Ma lo spazio senza l'attenzione di ragazzi più preoccupati a quello che bevono che a quello che ascoltano non serve a niente(o quasi)..
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