sabato 27 maggio 2023

MUSICA PER ORGANI CALDI - ANDREA BELLENTANI RACCONTA IL PROGETTO PEKI D'OSLO - INTERVISTA A CURA DI MAURIZIO CASTAGNA


"Peki D’Oslo è una creatura che mal si adatta alla luce del giorno, trovandosi più a suo agio di notte tra le mille luci delle metropoli sotto i riflessi dei neon di clubs e locali di spogliarello." Andrea Bellentani racconta il progetto Peki D'Oslo, con Ulderico Wilko Zanni (Rats) alle chitarre e basso, Dome La Muerte Petrosino (Not Moving) alle chitarre, e Antonio Tony Face Bacciocchi (Not Moving) alla batteria, a Riserva Indie. 


Ciao Andrea e grazie della disponibilità. Partiamo dal dream team che hai coinvolto nel progetto Peki D'Oslo. Come hai messo insieme tutti i musicisti coinvolti nel disco?
Soprattutto sono felice di avere realizzato queste canzoni non solo con altri  3 grandi musicisti, 3 pericolose teste pensanti , ma anche perchè sono  3 delle persone al mondo in compagnia delle quali mi trovo meglio. Tutto in questo disco è stato complicato: la scrittura, incisione ed uscita prevista 27 anni fa per una Grande Madre major. Io negli anni '90 ero sotto contratto con una major come autore e "ghost writer" (esistono anche nella musica...) e così per spingere il mio nome pensarono di farmi uscire un disco "solista" come facevano autori tipo Massimo Bubola che lavorava con De Andrè. Mi diedero carta bianca di scrittura-genere e musicisti, sulla fiducia.
Riusciì ad avere il tel. di Dome, andai a trovarlo, gli suonai i pezzi e lui accettò subito! Con Wilko siamo "fratelli" di musica e non da sempre, mi ha sempre seguito in ogni mio delirio musicale quindi fu facile convincerlo! Il bassista di allora diede forfait 3 giorni prima delle nuove registrazioni, quindi Wilko ha suonato anche il basso. E Tony...lui non suonò nel 1996 e il batterista che registrò ai tempi è irreperibile, quindi dato che  registrammo il disco nel vecchio studio di Tony a Piacenza, Audiar, chiamare lui alla batteria fu la scelta più logica proprio perchè conosce la materia e quindi è proprio un cerchio che si chiude. Le canzoni sono esattamente le stesse di ora, e puoi immaginarti la riunione d'ascolto di una major! ovviamente alla fine dell'ascolto dei rough mixes ci fu un silenzio terrificante ma il direttore generale di allora disse "bè immagino ci sia un pubblico per questo genere... fatelo uscire perchè è un gran disco"  ma poi andò subito in pensione e dal suo successore poi il lavoro venne "congelato" per sempre. Poi ci fu la sparizione dei masters in seguito al trasloco dei vecchi uffici-archivi Emi e addio per sempre. Ma in un cassetto un giorno recuperai dei vecchi demos dimenticati e tramite un amico che era in contatto con la etichetta Contempo li inviai e subito decisero di farlo uscire grazie all'entusiasmo del label manager. Contempo è "LA" label per antonomasia dell'underground italiano, da sempre sinonimo di grandissima qualità nelle sue molteplici sfaccettature musicali. Per chi non conoscesse questa storica e blasonata etichetta fiorentina, o la conoscesse poco, vada e cercare la lista di artisti presenti nel loro catalogo: Litfiba, Diaframma, Neon, Pankow, Moda, Christian Death, Disciplinatha... E' quindi per il nostro "complesso" un orgoglio, una responsabilità ed un vanto essere presenti nel loro catalogo, e mai ci saranno sufficienti ringraziamenti per la figura salvifica ed apparentemente non angelica di Alessandro Nannucci, cervello a lampo candido e al calor bianco in moto perpetuo. Subito dopo però arrivò il Corona Virus e bloccò tutto...e per questo è stato davvero un disco "maledetto", la realizzazione del quale è stata costellata di ogni genere di accadimenti: il Covid, il lockdown che ha reso tremendamente complesse le registrazioni dei "nuovi" demos prima e del disco poi, problemi di ogni genere-distanziamenti-malattie-lutti-ritardi-rallentamenti forzati, ma alla fine da parte di tutte le persone coinvolte posso dire che è stato un vero  e proprio labour of love, grazie a tutti gli infedeli, motherfuckers, bandidos, pirati e ribelli che condividono la paternità dell'opera.

Il disco ruota attorno alla figura di Peki D'Oslo, personaggio popolarissimo che i più conoscono sotto altra identità. Quanto questa figura ha influenzato la scrittura del disco e come sei venuto a conoscere questa storia?
Zero influenze, è solo un nome che mi è sempre molto piaciuto ed è evocativo di un mondo oscuro, decadente, di night-club. Mi era sempre rimasto impresso in mente per qualche ragione e decisi solo alla fine di chiamare così il progetto, pensavo si adattasse bene al sound e alle tematiche dei testi. Le canzoni sono nate tanti anni prima che io sapessi di questa storia.


Musicalmente il disco è "sporco e ruvido" con sonorità che guardano agli anni d'oro del punk-rock'n'roll su cui hai adagiato il cantato in italiano. In fondo sono sonorità che hanno attraversato gli anni più stimolanti della vita di Peki D'Oslo. Hai voluto in qualche modo realizzare a posteriori la colonna sonora di quei momenti?
No, assolutamente no, le canzoni hanno una vita propria indipendente. Hai centrato esattamente il tipo di sound che è quello col quale io sono cresciuto. Io ho vissuto una vita molto "pittoresca", diciamo, e movimentata in varie parti del mondo, frequentando "cattivi maestri" negli ambienti r'n'r e non più disparati e vivendo situazioni glamour ma anche dirty e dangerous. E' la colonna sonora della MIA vita, o meglio di una parte grossa di essa, "high life in low places" possiamo dire, o anche il contrario! Per me Peki D'Oslo era solo un personaggio "mitico" che esteticamente affianco all'Amanda Lear sulla copertina del disco dei Roxy Music "for your pleasure", dal sesso indefinito, magrissima e pericolosa come la pantera che tiene al guinzaglio.

I brani sono tutti molto diretti con qualche pugno allo stomaco piuttosto forte. Parlo soprattutto di un brano come "Sei mai stato violentato?". Il pezzo nasce da qualche episodio particolare?
Conosco due donne che sono state violentate, che al tempo non erano particolarmente giovani-attraenti-provocanti, ma donne "normalissime" che non avevano la "scusante" di essersela andata a cercare ma hanno avuto l'unica colpa di essere in luoghi isolati e poco frequentati nei momenti sbagliati così da cadere vittime degli stupratori. Ho voluto scrivere una mini-sceneggiatura per quello che purtroppo non è un film ma un documentario su una dolorosa realtà quotidiana sempre più frequente. Uno stupro vissuto, visto, ripreso, analizzato e giudicato dai vari punti di vista di tutti gli "attori" partecipanti.  Il finale purtroppo è quasi sempre lo stesso, tragico e prevedibile: poco più che un rimprovero da parte della Giustizia per una marachella, domande e accuse dolorose in un copione dove la vittima risulta quasi sempre "complice e consenziente", gli sguardi divertiti, le mezze frasi, i sottintesi, lo stupratore in preda al delirio, allo stupore dell'atto appena compiuto e con mille problemi e scusanti,  il branco dei "bravi ragazzi incensurati studenti e lavoratori provenienti da buone famiglie" sempre più spavaldo e orgoglioso degli atti compiuti con la sicurezza data dalla certezza di una facile assoluzione, un "gioco, un passatempo fatto per noia".  Lo stupro purtroppo resta un reato sottovalutato in quanto considerato sempre più "minore": infatti ormai da risultato di statistica ISTAT il 40% delle donne nemmeno ormai lo denuncia in quanto sa già la trafila che dovrà affrontare. Una violenza sessuale denunciata ogni 131-132 minuti. Una media quotidiana di 11 tra stupri e abusi non taciuti dalle vittime, più di 300 fascicoli nuovi al mese, senza contare il numero "oscuro" enorme di reati taciuti, non denunciati. Per non parlare poi delle molestie sessuali, degli atti persecutori, dei maltrattamenti e delle violenze fisiche-verbali e psicologiche tra le mura domestiche, del sesso senza consenso, dei diritti negati e dei femminicidi. L'8 Marzo non c'è proprio un kazzo da festeggiare in quanto ogni giorno è la Giornata Della Donna. Le cicatrici soprattutto psicologiche di uno stupro restano nella vittima per tutta la vita. Segue un buffetto di rimprovero, una sculacciata e via, il giudice passa al caso successivo. E' una domanda ad un pluri-blasonato Principe Del Foro!


La figura di Pier Paolo Pasolini, intellettuale carismatico e spesso divisivo, è raccontata in "San Pasolini". Come vedi questo grande intellettuale di un tempo che non c'è più e perchè hai sentito la necessità di scrivere un pezzo su di lui?
In una poesia del 1962 tratta da Poesie Mondane incluse in "Poesia in forma di rosa" Pier Paolo Pasolini , oltre che tragicamente profetizzare la sua morte che sarebbe avvenuta 13 anni dopo, scriveva provocatoriamente che avrebbe proposto alla Curia di farlo Santo. Questa è stata l'ispirazione di base al testo di "San Pasolini", una figura di artista ed intellettuale ancora fortemente attuale, e le sue riflessioni verso un futuro prossimo si sono rivelate drammaticamente fondate considerando che tanti eventi e sconvolgimenti epocali profetizzati da lui fin dagli anni 60  si sono puntualmente verificati: l'avversione e conseguente paura da parte della società della diversità sotto ogni aspetto, l'imbarbarimento della cultura, la progressiva omologazione dei costumi delle persone, le migrazioni di disperati da ogni Sud del mondo verso un futuro apparentemente migliore, gli scandali di una classe politica sempre più corrotta e collusa, lo strapotere della televisione e della pubblicità, le lotte silenziose ed occulte da parte di grossi dirigenti statali per l'accaparramento di petrolio e gas, la scomparsa di tradizioni e mestieri che rendevano uniche certe fasce di popolazione, il desiderio di riscatto a qualunque costo da parte dei meno fortunati, gli "slittamenti" ideologici di certi partiti politici, l'edilizia selvaggia, le borgate diventate baraccopoli-prigioni di cemento ad ogni latitudine, la dolorosa solitudine che alcune persone si portano dentro... Però Pasolini non è stato solo questo: è stato grandissimo poeta in grado di scrivere teneri versi d'amore, di immortalare su carta e pellicola paesaggi urbani e naturalistici con una delicatezza e precisione mai realizzati prima, di dare voce-corpo e immagine a chi non li possedeva, di ritrarre squarci di mondi sconosciuti ai più. Ora, è vero che certi mondi non esistono più, le differenze tra le classi sociali si sono fatte meno evidenti, ancora Pasolini è una figura scomoda e controversa che fa discutere e talvolta può apparire davvero come una "forza del passato", ma oggi meno che mai lo si può solo considerare "lo scrittore dei froci". Molte parole nel mio testo sono riferimenti al suo mondo, ai "Riccetti", all'amatissima Madre, alla sua automobile, ai luoghi delle sue frequentazioni, ed il titolo è appunto provocatorio. Curiosamente in una canzone dedicata  alla figura di un poeta ho abbinato una musica molto aggressiva e pulsante, forse perchè ai miei occhi il suo immaginario resta in un violento bianco e nero.  

Riguardo alla realizzazione del disco dove avete registrato e, soprattutto, visto la caratura dei musicisti coinvolti, hai qualche aneddoto da raccontarci?
Purtroppo abbiamo dovuto registrare tutto a distanza e separatamente in tempi molto dilatati, per problemi di logistica-Covid-lockdown.  Un vero Santo, Alberto Callegari, ha organizzato il caos registrando-mixando e masterizzando il lavoro nel suo magico e hypersonico Elfo Studio a Piacenza assistito dal bravissimo Daniele Mandelli. Le chitarre di Dome le abbiamo registrate da Ale Sportelli nel suo studio di Cascina.

Per ascoltare "Peki d'Oslo" dobbiamo affidarci alla rete o è prevista anche una uscita fisica del disco?
Il cd è uscito "fisicamente" il 24 aprile per Contempo Records di Firenze, distribuito molto bene ed in maniera capillare da Egea infatti  lo si può trovare ovunque nei negozi "fisici" r/esistenti nonchè in quelli delle più grosse catene (ahimè) e pure su Amazon (doppio ahimè!) e nell'orrido formato digitale anche se è una cosa che detesto. Nel negozio Contempo di Firenze è possibile comprare l'edizione limitata speciale con allegati gadgets, t-shirts, spillette e altre amenità.

Per quanto riguarda i live ci sono concerti in programma?
Abbiamo già avuto richieste ma al momento no, è un pò complicato per la questione logistica. Vedremo come verrà accolto il disco, se ci sarà possibilità di suonare in belle situazioni. Fra poco però gireremo un promo video di "Più marcio di Sid" che non solo è il primo brano-opener del disco , ma contiene la prima frase del testo che è il "manifesto" a livello tematico del lavoro: "se non bruci non brillerai".

Grazie Andrea per la disponibilità e ti aspettiamo in radio a Riserva Indie quando transiti da Carrara.

Of course. Buonanotte a tutti.



E ricordiamo a tutti come è possibile interagire con te e con il tuo mondo (siti internet, social..).




Contatto: pekidoslo.info@gmail.com

banzai!!!

sabato 13 maggio 2023

MOOKIDS E WE LOVE SURF A RISERVA INDIE - ECCO IL PODCAST E LA PICCOLA GALLERY A CURA DI SAMUEL FAVA


Ecco il podcast, in coda al post sul link di Contatto Radio, e una piccola gallery, a cura di Samuel Fava, dei Mookids e We Love Surf a Riserva Indie per presentare "The place we are living in" e il singolo "Why should i not go?". Qui sotto il video di "The place we are living in" dei Mookids.


"The Place We Are Living In è la narrazione sonora di un sogno che parla di emozioni comuni a una generazione intera, ma espresse da una prospettiva intimista. Nove tracce di un pop elettronico dal sound magnetico e ricco di colori creano contrasto con testi, tutti cantati in inglese, dove sono presenti richiami a luoghi oscuri – reali o figurati – e immagini malinconiche: tale contrasto rappresenta la cifra interpretativa dell’album".


Qui sotto "Why should i not go?" dei We Love Surf



We Love Surf è un duo rocknroll/beat/surf, voce, chitarra e batteria, nato a Carrara nel 2011, grazie ad Andrea Marcori (Kobayashi/CuraroDischi) e Flavio Andreani con il desiderio di connettere surf praticato e musica.




Clicca sul link per riascoltare Mookids e We Love Surf a Riserva Indie sul player di Contatto Radio https://www.contattoradio.it/radio-on-demand/riserva-indie-radio-on-demand/riserva-indie-8-maggio-2023/

 

lunedì 1 maggio 2023

SORPRESA IN MEGASTAR, TRUCKER NUOVO CAMPIONE! // GALLERY E RISULTATI A CURA DI SAMUEL FAVA



Finale di stagione con Sorpresa per la MEGASTAR di Bologna! In un Teatro Centofiori con oltre 200 persone è andato in scena uno Show veramente divertente e con un alto tasso tecnico, presenti due atleti internazionali come Nathan Black e Lou Nixon e i nostri Red Scorpion, Nico Narciso e (per la prima volta a Bologna) Karim Brigante!

Nel pre show El Chico Maravilla GABRIEL CASANOVA sfida VP DOZER, titolo King of the Ring in palio! Vince DOZER ma il giovane Casanova promette bene!



KARIM BRIGANTE batte GUIDO BURIANI! Karim è una vera leggenda e non stupisce la sua vittoria, deve stupire invece il fatto che Buriani è andato più volte vicino al colpaccio, dimostrando grande personalità!





JACKPOT GAUNTLET MATCH: Gabriel Casanova elimina Fashion Gabriel, Trucker elimina Casanova, Trucker elimina Flavio Augusto (credo al suo esordio a Bologna) e per concludere TRUCKER sconfigge anche JASON CANNONBALL. Trucker ottiene una Title shot per qualsiasi titolo da incassare quando vuole.






RED SCORPION batte il Comedian NATHAN BLACK! Il perfido Joker inglese è bravo, forte e furbo ma non ha fatto in conti col padrone di casa!


MASTER ZODIAC batte FLOWEY QUEEN! Nonostante la Regina del Ballo meritasse di più è abile Zodiac a sfruttare un momento di defiance del Ref, colpendo alla spalle Flowey con il suo Flogger (il frustino da "depravato"!)



NICO NARCISO batte il pugile e lottatore MMA LUO NIXON in uno scontro veramente durissimo (Nixon è uno specialista dei Death Match per dire) ma alla fine, stremato, la bellezza ribelle riesce ad avere la meglio con una manovra a sorpresa che spiazza Nixon! 

Neppure il tempo di festeggiare che Black attacca Narciso alle spalle! Con Narciso ormai sfinito dal duro scontro con Nixon, Trucker decide di giocare la sua carta vincente e incassa la Title Shot! Nico Narciso, stremato, non può nulla contro i 140 kg del Gorilla della strada! Ed è quindi il camionista TRUCKER il nuovo Campione Megastar! Qualcuno storce il naso, è vero, forse Trucker non è il più forte lottatore della Megastar, ma la sua title shot è stata guadagnata in modo legittimo sconfiggendo tre avversari in pochi minuti, e al "Migliore d'Italia" era finalista contro Red Scorpion. Forse è il caso di dare il giusto riconoscimento al Mostro dei Colli Euganei!



Tuttavia la vittoria è arrivata in maniera rocambolesca e RED SCORPION non può accettare passivamente che in casa sua succedano queste porcate! Nico Narciso avrà presto il suo rematch! Riuscirà il Trucker a mantenere il titolo o Narciso riuscirà a riprendersi quel che gli è stato scippato?

FESTIVE TEN PRIMO MAGGIO - RINNOVATA SU SPOTIFY LA PLAYLIST CON LE NOVITA' DAL PANORAMA INDIE ITALIANO SELEZIONATE DA RISERVA INDIE


Aggiornata su #spotify, nel player in questo post,  la nuova #festiveten di #riservaindie con le novità della settimana, e non solo, selezionate dalla nostra redazione. Un flusso di musica costantemente rinnovato, senza barriere di alcun genere, sotto forma di playlist con gli artisti che sono passati fisicamente nella nostra trasmissione e quelli che vorremmo ospitare, ovviamente tutti rigorosamente del panorama indie italiano. In questa #festiveten ci sono #ellidemon, #pekidoslo, #montag, #fosca, #studiomurena, #karma, #ettoregiuradei, #talea, #lecapreasonagli, #beebeesea, #welovesurf, #simonefaraci, #mhela, #brunobellissimo, #thelancasters, #giobia, #geyser, #ilbaronelamberto, #nava, #danielapes, #talea, #danielapes, #staindubatta. Seguiteci sui nostri social facebook, twitter, instagram, e piacete (e magari condividete) la nostra #festiveten su spotify. Nessuna tessera e nessun denaro è richiesto per partecipare ed ascoltare #festiveten. La foto di copertina è "Suspiria" dei #goblin. Buon ascolto.

domenica 30 aprile 2023

LE RADICI E LA RABBIA - FEDERICA PARADISO RACCONTA LA CULTURA SKINHEAD // INTERVISTA A CURA DI SAMUEL FAVA



Ciao Federica, è un piacere ritrovarti dopo qualche anno e in questo contesto. Quando nel 2008 ci siamo conosciuti al CLORO ROSSO di Taranto non avrei mai pensato di avere tra le mani il tuo libro....e tanto meno di intervistarti!  
E' sempre un piacere ritrovarsi dopo tanto tempo.Ti ho sorpreso vero?Le vie dell'Oi sono infinite!!


Inizierei chiedendoti di presentarti agli amici di Riserva Indie...Parlaci un po' di te
Ho 29 anni e sono tarantina. Da meno di un anno sono tornata a vivere nella mia città natale dopo aver vissuto a Bologna dal 2010. Sono un'autonoma, impegnata politicamente sin da piccola, in passato occupante di un centro sociale. Una laurea alle spalle, una seconda in realizzazione. In mezzo a mille lavori ho trovato il tempo per scrivere questo libro e la voglia di parlare delle scene sottoculturali.


Le Radici della Rabbia non è certo il primo libro sulla storia della scena skinhead ma, credo, sia il primo scritto da una donna, una donna che la scena la conosce bene, non per sentito dire, ma perchè l'ha vissuta in prima persona: com'è nata l'idea del libro? 
C'è una buona letteratura riguardante l'argomento. Valerio Marchi ne è stato il massimo esponente, Riccardo Pedrini lo segue a ruota. Questo libro è stato scritto nel 2011. E' nato come tesi di laurea. Non ho voluto vagliare tra mille argomenti, uno solo era quello giusto: parlare di skinheads. Dalla mia avevo l'esperienza di vivere la scena ma sentivo che potevo raccontare molto di più, andare oltre l'aspetto storico e musicale. Le radici della rabbia sono state una scoperta anche per me. Che sia anche la prima donna che scrive sull'argomento mi lusinga ma è certamente un caso...


Ricordo una bellissima foto di gruppo con 30 o forse più skinhead...e la cosa che mi aveva folgorato era l'età media (tutti giovanissimi) e che in quella crew ci fossero tantissime ragazze. Non era l'East London o qualche altro sobborgo inglese...ma TARDENUEST! Gli anni RASH e l'esperienza del Cloro Rosso: cosa ti è rimasto di queste esperienze? 
Era un post concerto nel 2008 al Cloro Rosso ed eravamo proprio degli sbarbi. Sono stati anni intensi, di profonda rabbia per il sistema, di massima ribellione. Avevamo una crew: la terra jonica skinheads. Ragazze (in effetti eravamo tante) e ragazzi di Taranto e provincia. Il tempo per chi vive al sud però cambia molto le carte in tavola. La disoccupazione ha spinto molti di noi a cercare fortuna al nord, gli altri che sono rimasti hanno portato avanti le idee e i valori da sempre praticati in città, in primis l'antifascismo. Quegli anni mi hanno formata molto, mi hanno preparata ad affrontare sfide di ogni tipo e hanno consolidato le vecchie amicizie.


I tuoi legami con Taranto come sono rimasti? C'è più nostalgia o rancore? 
Ogni volta che passo davanti al Cloro Rosso, ormai chiuso, brillano gli occhi ma rimane un retrogusto amaro fatto di tanti "se..." 


Come vedi attualmente la scena bolognese? E quella italiana? 
Bologna è la mia seconda casa. Grazie a molti amici e compagni ho potuto vivere delle esperienze strabilianti. Lo Ska festival mi ha dato l'opportunità di condividere la passione per la musica con ragazzi e ragazze che oggi sono come fratelli. Ho conosciuto meglio tanti altri skinheads che stimo per il loro impegno nelle loro città. Confrontandomi con questa realtà tanto diversa dalla mia e conoscendone tante altre, posso solo dire che a livello nazionale sopravviviamo discretamente. C'è una buonissima coesione sui temi dell'antifascismo e sulle lotte territoriali come quella no Tav. Molti skinhead partecipano a questi temi in svariati modi, dalla lotta nelle strade, nelle fabbriche o semplicemente supportando gli eventi. 


Parliamo del tuo libro: la scena skinhead ha vissuto tanti alti e bassi e tante mutazioni....lo spirito “original” nell'immaginario collettivo attuale è praticamente sconosciuto, il “popolino” crede che gli skinhead siano solo la componente Nazi che (look a parte) non ha nulla da spartire con lo spirito originario del movimento: che idea ti sei fatta in proposito?
Il mio libro cerca di pulire la figura dello skinhead dai comuni stereotipi e lo fa puntando il dito contro chi ha contribuito a rendere sporco questo stile di vita. Il linguaggio è il filo conduttore di tutta l'analisi, abbraccia vari punti di vista, da chi la osserva a chi la vive a chi la chiacchiera.

Come ti sei avvicinata a questa cultura/subcultura? Io quando ero un ragazzino e frequentavo le scuole medie al mio paesino nella periferia industriale-rurale di Treviso nord avevo come bidello Tony, il chitarrista degli Hope and Glory, leggendaria Oi! Band dei primi anni 80...e così inizio tutto... mi chiedo se al suo posto ci fosse stato un cantante neomelodico... Brrr!!! 
In adolescenza ero solo ribelle e irrequieta, tendevo a fare il contrario rispetto agli altri. Mi sono avvicinata alla scena durante la fine delle superiori. Un caro amico che oggi non c'è più mi faceva ascoltare i testi della Banda del Rione, Nabat, Youngang e poi una cosa tira l'altra, tra una manifestazione e l'altra, una partita di pallone allo stadio e tanto antifascismo consumato nelle strade ero già quello che sono...ho solo rasato la testa!!! 


Parlaci di musica: i tuoi ascolti adolescenziali sono gli stessi di adesso? 
Ovviamente non ascolto solo Oi... Francamente in adolescenza avevo dei gusti confusi ed eterogenei. Ho ascoltato di tutto e tanta spazzatura ma a casa ho avuto un grande maestro. Mio padre è un amante del prog, del jazz e del blues e io ho sempre “giocato” con i suoi vinili sin da bambina...chiaramente con il tempo e con le buone amicizie sono approdata ad altri generi che ascolto sempre con tanto piacere. Alcuni classici come i Led Zeppelin, Creedence Clearwater Revival, Rolling Stones sino ad arrivare a Bowie sono i miei prediletti. Adoro il punk 77 ma anche ballare Northern Soul, Ska reggae, Rocksteady...Ma niente si avvicina all'emozione di cantare a squarciagola sotto il palco durante un bel concerto oi!!! L'oi è rabbioso, ruspante, diretto, e quello italiano ha una potenza comunicativa non indifferente perchè è più politicizzato.


martedì 25 aprile 2023

I BOSCO SACRO E LORENZO STECCONI A RISERVA INDIE PER PRESENTARE "GEM" E "AMBULA AB INTRA" - RIASCOLTA IL PODCAST SUL PLAYER DI CONTATTO RADIO


Ecco lo streaming, in coda al post seguendo il link di Contatto Radio, della puntata di Riserva Indie del 17 Aprile 2023 con i Bosco Sacro, Paolo Monti, Julinko, Luca Scotti e Francesco Vara, in studio per presentare i brani di "Gem" accompagnati da Lorenzo Stecconi che ha proposto in anteprima un brano dal suo disco di prossima uscita "Ambula ab intra". Qui sotto il video di "Fountain of wealth".


"Il disco condensa in forma coesa le esperienze accumulate da ciascuno dei suoi autori, proponendo una combinazione atmosferica incentrata sulla fusione di coordinate sonore diversificate. Frequenze di chitarra tendenti a saturazioni shoegaze e dilatazioni post-rock si amalgamano a cadenze ritmiche profonde di ispirazione doom per creare un substrato magmatico su cui si muove la voce eterea - mai così duttile - della Parin Zecchin, alla ricerca di una tensione tra opposti capace di innescare un portato emozionale trascinante." Da Ondarock


Riascolta il podcast con i Bosco Sacro e Lorenzo Stecconi a Riserva Indie cliccando qui