giovedì 10 marzo 2016

BULL BRIGADE - Eugy ci parla di "Vita Libertà" // Intervista di Samuel Fava


Dopo una lunga lunga attesa, ben 8 anni, è uscito qualche giorno fa VITA LIBERTA', il nuovo album dei BULL BRIGADE, probabilmente il gruppo street punk più in forma della scena dello Stivale. In attesa di vederli nuovamente dal vivo, probabilmente a Cremona il prossimo 2 aprile, sono riuscito a intervistare Eugy tramite videochiamata, per me un esperimento inedito che credo sia andato bene (di solito le interviste le faccio di persona o via email ma abbiamo la tecnologia... usiamola!).
E' stata lunga e interessante chiacchierata, di seguito riassunta per voi!



2008/2016: otto anni di pausa tra i due dischi, come mai vi siete presi questo tempo? Nel frattempo cosa è cambiato nei BB?

Abbiamo fatto davvero un sacco di concerti in Italia e in Europa per presentare Strade Smarrite e nel frattempo stavamo già pensando alla composizione dei nuovi brani per il secondo disco, poi verso la fine di questo tour promozionale la band ha iniziato a perdere pezzi...

Premetto: dopo lo scioglimento de “La banda del rione” c'era stato da parte mia il proposito di fare un gruppo in grado di fare “il giro della giostra” e quando con i BB in effetti c'è stato questo giro... qualcuno non si è sentito di andare avanti ulteriormente.

live @ Anfibio Summer Fest n.3 - Brescia
 

Ma come mai Eugy? Per problemi personali o il progetto era troppo impegnativo?

Un gruppo come questo ti impegna tantissimo tempo; tempo che gioco forza va strappato agli affetti, alla famiglia, e quindi qualcuno si sentiva già soddisfatto dei risultati; si cresce e si fanno delle scelte diverse...

Il primo ad andarsene è stato il bassista che è stato rimpiazzato egregiamente da Federico, il nostro bassista attuale, con il quale ci conoscevamo da anni, siamo cresciuti insieme nella scena.

Con il chitarrista siamo andati un po' in crisi, abbiamo fatti dei cambi, delle prove, è stato un periodo di alti e bassi, e tra l'altro in quel tempo anche la nostra città e la nostra scena hanno affrontato cambiamenti importanti, quindi un gruppo come il nostro, molto coinvolto nella scena, si è fatto trasportare anche da questi cambiamenti che abbiamo vissuto in prima persona. Questo non significa che abbiamo tralasciato la stesura di "Vita Libertà", disco che è stato scritto in questi otto anni, senza mai smettere di lavorarci, anche se c'è stato un calo di ispirazione da parte mia, sai, dopo aver scritto già diversi dischi tra Banda del Rione, Young Gang e Bull Brigade, con in più il peso di "Strade Smarrite" che non era indifferente da gestire...

Ci siamo detti, meglio aspettare un anno in più ma preparare un qualcosa che se capita in mano ad un ragazzino possa lasciare un segno.




Ho sentito molti commenti positivi sul vostro nuovo disco ma anche qualche critica tipo “troppo simile a 'Strade Smarrite'”.

Sì, è vero che il disco ricorda molto il sound e le atmosfere di “Strade Smarrite”, d'altra parte il nostro marchio caratteristico è quello e non volevamo tradire le aspettative di chi si è innamorato di quel sound, anche perché siamo stati noi i primi a suonare street punk in quel modo in Italia.



Vero, e comunque va detto che se Vita Libertà non si discosta molto da Strade Smarrite c'è anche un brano come PSM con parti rap, una sorpresa e una novità coraggiosa non da poco per un gruppo street punk!

Chi è Aban, il ragazzo che canta con te nella canzone?

Aban è un ragazzo leccese che abbiamo conosciuto circa due anni fa ad un festival antirazzista di Lecce dove ci eravamo esibiti dopo di lui, c'è stata subito stima reciproca, lui conosceva e ascoltava la nostra musica e anch'io ho sempre ascoltato parecchio rap, perché soprattutto il rap italiano mi aiuta molto a staccare a livello compositivo, e a trovare nuove soluzioni.

Siccome negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti colori con la repressione al movimento NO TAV e molti nostri amici hanno dovuto pagare per diversi motivi delle pene carcerarie, tra questi in particolare un ragazzo leccese (a cui sono tutt'ora molto legato) che frequentava spesso Torino, volevo affrontare un testo sul tema carcerario ma non trovavo la chiave giusta per scrivere un brano di quel tipo, poi alla fine ho pensato che cantarla in quel modo poteva essere la soluzione giusta, ne ho parlato con lui, Aban ne è stato subito entusiasta e quindi abbiamo registrato due-tre basi in studio e gliele abbiamo inviate, il testo lo abbiamo scritto insieme in videochiamata skype e così è nato PSM.



Ho visto che avete già in programma diverse date in Italia e molte all'estero. Ci sono molte differenze tra pubblico e locali italiani ed europei?

In questi anni ci siamo fatti un sacco di amici andando a suonare ovunque e quindi abbiamo tante persone che ci stimano e che non vedevano l'ora che questo disco venisse fuori. Abbiamo quindi deciso di suonare prima di tutto nelle capitali europee ma ti dico che abbiamo dovuto rinunciare anche a un sacco di proposte a causa dei nostri impegni lavorativi e familiari.

Se parliamo a livello di scena non c'è paragone con il riscontro che abbiamo in questo momento in Italia, cantando in italiano...

All'estero siamo un gruppo molto apprezzato, i ragazzi vengono numerosi ai concerti, stanno sotto palco e cantano qualche pezzo di ritornello in inglese come in “A way of life” ma senza la foga sottopalco che vediamo in Italia!

Per quanto riguarda i posti ti posso dire che in effetti alcune realtà sono avanti anni luce: abbiamo suonato in Spagna davanti a 1000-1200 persone, numeri che da noi ci sono solo in occasione di grossi nomi tipo Cock Sparrer.

In Germania l'organizzazione è eccellente e anche lì ci sono numeri che fanno impallidire, mentre in Francia ed Est Europa più o meno siamo sui livelli italiani.



In Italia com'è la situazione attuale a livello musicale? In "Perduto Amore" parli delle “rovine della scena”: ti riferisci alla scena italiana o locale? (In effetti in Italia attualmente non vedo tante band in giro) Quali sono per te i nuovi gruppi che stanno emergendo?

In Italia ci sono due gruppi che stanno venendo su bene come Gli Ultimi, davvero molto bravi, e anche dei Dalton tutti ne parlano un gran bene e poi c'è un nuovo gruppo, i Diari di Bordo (tra l'altro il loro cantante ha cantato con me in “Ultimo pentito”), che sono bravi e promettono bene.

Per quanto riguarda le “rovine”, ci sono due verità:

quando sei un ragazzino di 17 anni che si affaccia sulla scena e magari vede le cose in maniera tutta nuova, come poteva essere la nostra impressione all'epoca da ragazzini, magari dopo 10 anni rivedi le stesse cose e ti appaiono diverse e un po' opache...

Poi come dicevi tu rispetto a qualche anno fa le cose sono cambiate, il “fermento” non esiste più, le fanzine non esistono più, molti gruppi si sono sciolti, le compilation non esistono più, i raduni non esistono più...

Insomma, ci sono un po' di gruppi che cercano di tenere viva la cosa ma un po' di “rovine” ci sono. Sai ora la musica digitale e i social networks ti permettono di “essere” senza muoverti da casa, puoi crearti il tuo personaggio e farti conoscere senza mai farti vedere di persona!

Io a 16 anni dovevo prendere il motorino, andare al paese vicino dal bassista dei Belli Cosi che aveva la distribuzione, spendevo i miei risparmi e mi compravo una demo, un mio amico ne comprava un'altra e poi ce le registravamo. Oggi un ragazzino con un click si scarica tutta la discografia dei Cockney Rejects... Io all'epoca se sbagliavo cassetta dovevo aspettare una settimana prima di avere i soldi e ascoltare qualcosa di nuovo, e quindi te lo ascoltavi perché quello avevi in mano.

Ora il fatto di acquisire tutte queste conoscenze musicali così rapidamente e senza fatica può anche portarti a stancarti facilmente.



Rispetto ai grandi gruppi del passato della musica Oi!-street punk italiana vi sentite legati in qualche maniera? Te lo chiedo perché in “Troppo distanti” ho notato alcune citazioni di Klasse Kriminale e Banda Bassotti...

Bravo, sei molto attento! In “Troppo distanti” si parla di un ragazzo morto di overdose, ma non volevo dirlo così apertamente e quindi ho citato “Un altro ribelle è morto” scritta da Marco Balestrino, canzone dedicata a Davide, ragazzo scomparso purtroppo per la stessa causa. Le citazioni sono “eri uno skinhead e lo avevi tatuato in te”, poi c'è una citazione dei Senza Sicura tratta da “Per una volta ancora assieme” e “...quando il vento fischia io ti cercherò...” tratta da “Andrò dove mi porteranno i miei scarponi” della Banda Bassotti.



Ma quali gruppi street punk seguivi quando eri ragazzino?

Più che altro da ragazzini seguivamo i gruppi della scena hardcore torinese come Frammenti, Belli Cosi, Plastination, Arturo... Più tardi ci siamo avvicinati alla musica Oi!, partendo dai gruppi italiani.



Come fate a gestire gli impegni musicali e quelli lavorativi? Immagino che non viviate di sola musica.

Facciamo molti sacrifici, e dobbiamo mangiare anche noi! Magari adesso col disco e i concerti vediamo girare qualche 50 euro di più, ma niente di che, noi siamo tutti lavoratori con famiglia.

So che sei papà di un bambino.

Eh sì, e fra poco è in arrivo il secondo!

Ah, congratulazioni! Quindi ti toccherà fare ancor più concerti per mantenere le spese! Ma gli impegni musicali ti creano problemi con la tua famiglia?

Per fortuna convivo con una ragazza che viene dalla nostra scena, ci siamo conosciuti ai concerti e ha sempre frequentato i giri nostri quindi... forse è la mia prima “follower”!
 



A Torino un altro gruppo storico ha la vostra stessa grande passione per la propria città e squadra del cuore, parlo degli Statuto, avete mai pensato di fare qualcosa insieme?

Noi ci conosciamo bene con loro, abbiamo suonato insieme per delle raccolte fondi a favori di tifosi arrestati. Non è che ci vediamo ogni sabato ma capita di trovarsi qualche volta allo stadio oppure a qualche concerto ska importante, e in quelle occasioni ci beviamo una birra e facciamo quattro chiacchiere e ti dirò che stavamo anche valutando l'idea di fare qualcosa insieme, ma sono idee che al momento non sono ancora andate in porto.



Ad oggi, considerando sia “Strade smarrite” che “Vita Libertà”, qual è la canzone che più vi rappresenta? Una canzone da usare come biglietto da visita!

"Costruito a Torino"



Giustamente direi! Gran pezzo... E anche nel nuovo album mi sembra che il filo conduttore sia la vostra città più che mai, dai testi, alle foto, ai colori... Insomma, è granata 100%!

Hai colto bene! Volevamo che il tema fosse “Bull Brigade”!



Ok Eugy, io ti ringrazio per la tua disponibilità, mi sembra di averti chiesto tutto o quasi e non vorrei rubarti altro tempo!

E io ringrazio te, il programma e l'attività che portate avanti, mi fa piacere che abbiate pensato a noi; invitiamo i vostri ascoltatori a venirci a vedere ai concerti e passare una serata divertente con noi!


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