lunedì 9 dicembre 2024

IL MIX DI INFLUENZE MUSICALI DEI BIG MOUNTAIN COUNTY - "DEEP DRIVES" RECENSITO DA SIMONA IRIS CONTROLUCE


C'è un momento, sospeso tra dubbio e curiosità, che vi inchioda poco prima di decidere se dedicarvi o meno all’ascolto di un nuovo disco. Ed è proprio in quel preciso momento, sia che siate sui mezzi, fermi ad un semaforo o affondati sul divano, che vi interrogherete sul da farsi.  Per quanto ci riguarda, non saremo proprio noi a tirarci indietro di fronte ad un album che si intitola “Deep Drives” (pulsioni profonde) che ha, in aggiunta, una copertina a dir poco disarmante: un corpulento maiale dall’aria istupidita, immortalato accanto ad un’anziana signora dallo sguardo (parecchio) incazzato... ed entrambi ci fissano intensamente. Detto sinceramente, la provocazione è troppo ghiotta... quindi clicchiamo su play e “ciò che deve accadere, accade” (cit. G.L.F.)
La cover in questione è quella del terzo lavoro dei Big Mountain County, uscito il 29 novembre per la Label Sister9 Records di Manchester (distr. Goodfellas/The Orchard Enterprises) e, mentre interrogativi e aspettative si moltiplicano, veniamo avvolti da un muro di suono electro-psycho-punk tipico delle dancefloor oltremanica, fatto di synth, psichedelia, linee melodiche ritmiche ad assecondare sperimentazioni, groove trascinanti ricchi di risonanze emotive.



Il mix di influenze musicali che ci arriva è il risultato di una fusione tra Gorillaz, Happy Mondays, Block Party, MGMT e non solo: si passa da un universo sonoro che strizza l’occhio all’ottimo garage rock britannico, senza risparmiarsi anche riferimenti a Massive Attack (Follow me), Nine Inch Nails (Last Call) e agli indimenticabili disturbi sonori di Tom Morello (Bright Black Hole).
Le tematiche dei testi toccano argomenti strettamente legati alle emozioni e all’introspezione, sottolineati dall’intensa energia trasmessa dall’eccellente intenzione vocale di Alessandro Montemagno.
“Don’t know why” è la traccia più coinvolgente dell’intero album: le superbe linee melodiche sono talmente incisive e convincenti, da non farci rimpiangere che non siano state affidate a Damon Albarn.
Dopo aver suonato allo Sziget Festival, essersi dedicati ad una lunga tournée in Europa, Regno Unito e negli States, quello dei Big Mountain County, è un viaggio artistico accattivante e dinamico in grado di cambiare pelle pur rimanendo fedele a se stesso, mantenendo intatti gusto, contaminazione e rielaborazione delle personali influenze dei quattro componenti della band (due provenienti dalle pendici dell’Etna e due dalla Riviera Adriatica) che si occupano anche della produzione dell’intero disco, mixato da David Glover (Tesla Studios a Sheffield, UK) e Masterizzato da Rhys Bloodjoy (S9 Studio in Manchester, UK) .
Si tratta di otto tracce sfrontate, tutte di ottimo livello, in cui la band scatena il proprio istinto musicale, intrecciando suoni grezzi, sintetici e analogici, ritmiche potenti e sfumature tribali, senza mai tradire spontaneità e autenticità. Va da sé che il vostro godimento sarà direttamente proporzionale al vostro desiderio di abbandonarvi ad un party mood e soprattutto al livello del volume che deciderete di pompare. 
La marcata identità sonora di Deep Drives, ci fa ben sperare che ci saranno lavori futuri di qualità pari (o addirittura superiore). Chi ne avrà la possibilità, potrà seguire i Big Mountain County in un tour che, dopo aver toccato diverse località italiane, li vedrà esibirsi nuovamente dal vivo in una serie di date nel Regno Unito, in Svizzera, Francia e Germania.

Recensione a cura di Simona Iris Controluce


 

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