martedì 17 aprile 2012

Mag-Music Productions - Simmetrie, un omaggio agli Scisma


Dopo l'omaggio al Santo Niente "Generazioni" (scaricabile da questo link) è uscito il 16 Aprile un altro omaggio musicale prodotto dalla Mag Music Production: "Simmetrie" un omaggio agli Scisma.
Quattordici canzoni, quattordici tra band ed artisti si sono prestati a reinterpretare le musiche e i testi di uno dei più importanti gruppi di indie-rock italiano degli anni '90.
Questa la track list:

1. Il disordine delle coseL’amour
2. Desert MotelTungsteno
3. LefebvreJetsons High Speed
4. VanderleiSvecchiamento
5. PublicL’innocenza
6. Mimmiz (Macno) e Max ZanottiTroppo poco intelligente
7. NORMANL’universo
8. DilailaSimmetrie
9. FelpaArmstrong
10. GlitterballI Am the Ocean
11. EsCentro
12. Andrea CarboniGolf
13. Sexy Cool AudioRosemary Plexiglas
14. DilisL’equilibrio

Clicca qui per scaricare





Di seguito potete leggere la prefazione di Federico Guglielmi:


(Non) si esce vivi dagli anni ‘90
Forse non è la sede più adatta per dirlo, ma lo dico lo stesso: non è che gli Scisma mi facessero proprio impazzire. L’esordio semi-apocrifo “Bombardano Cortina” non mi era piaciuto per nulla, e il successivo “Rosemary Plexiglas” mi era parso non pienamente a fuoco e un po’ dispersivo, benché illuminato da numerosi spunti pregevoli e da una “visione” da band dotata di autentico talento. Col senno di poi, non rinnego i vecchi giudizi sugli album: anzi, i recentissimi riascolti mi portano addirittura a ribadirli, alla pari di quello più benevolo nei confronti del terzo capitolo “Armstrong”. Non posso però non aggiungere qualcosa di fondamentale, che mi sembrò evidente solo dopo uno showcase dell’ottobre 1999: i dischi rendono in piccola parte giustizia al reale valore degli Scisma. La loro grandezza, infatti, si esprimeva meglio sul palco, luogo magico dove i mille elementi che costituiscono le canzoni riuscivano a combinarsi in un insieme coerente e fascinosissimo. Non proprio l’ordine che miracolosamente scaturiva dal caos, dato che i lavori in studio non sono poi tanto confusi e che dal vivo i ragazzi non disdegnavano le partenze per la tangente… ma, insomma, più o meno.
Quel concerto a inviti in un club romano chiamato Memphis Belle fu una specie di folgorazione, un’epifania: finalmente gli Scisma mostravano tutta la loro maestria di artigiani di melodie, armonie e ceselli, e finalmente le canzoni rivelavano il loro splendore, esaltando quella vena psichedelica – nel senso concettuale del termine: “allargamento della coscienza” – che dell’ensemble era forse la caratteristica più atipica e appassionante. Fossi rimasto a casa, quella sera di oltre dodici anni fa non avrei mai conosciuto davvero gli Scisma… e avrei continuato a considerarli un gruppo irrisolto. Sbagliando, perché la loro voce è stata, al di là della qualità dei cd e di una notorietà rimasta di culto, una delle più diverse e persuasive dell’Italia rock degli anni ‘90. Anni dai quali i nostri eroi, anche se sciolti, sono usciti vivi, visto che dopo tanto tempo siamo qui a celebrarli.
Federico Guglielmi





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