Dopo l'omaggio al Santo Niente "Generazioni" (scaricabile da questo link) è uscito il 16 Aprile un altro omaggio musicale prodotto dalla Mag Music Production: "Simmetrie" un omaggio agli Scisma.
Quattordici canzoni, quattordici tra band ed artisti si sono prestati a reinterpretare le musiche e i testi di uno dei più importanti gruppi di indie-rock italiano degli anni '90.
Questa la track list:
1. Il disordine delle cose – L’amour
2. Desert Motel – Tungsteno
3. Lefebvre – Jetsons High Speed
4. Vanderlei – Svecchiamento
5. Public – L’innocenza
6. Mimmiz (Macno) e Max Zanotti – Troppo poco intelligente
7. NORMAN – L’universo
8. Dilaila – Simmetrie
9. Felpa – Armstrong
10. Glitterball – I Am the Ocean
11. Es – Centro
12. Andrea Carboni – Golf
13. Sexy Cool Audio – Rosemary Plexiglas
14. Dilis – L’equilibrio
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Di seguito potete leggere la prefazione di Federico Guglielmi:
(Non) si esce vivi dagli anni ‘90Forse non è la sede più adatta per dirlo, ma lo dico lo stesso: non è che gli Scisma mi facessero proprio impazzire. L’esordio semi-apocrifo “Bombardano Cortina” non mi era piaciuto per nulla, e il successivo “Rosemary Plexiglas” mi era parso non pienamente a fuoco e un po’ dispersivo, benché illuminato da numerosi spunti pregevoli e da una “visione” da band dotata di autentico talento. Col senno di poi, non rinnego i vecchi giudizi sugli album: anzi, i recentissimi riascolti mi portano addirittura a ribadirli, alla pari di quello più benevolo nei confronti del terzo capitolo “Armstrong”. Non posso però non aggiungere qualcosa di fondamentale, che mi sembrò evidente solo dopo uno showcase dell’ottobre 1999: i dischi rendono in piccola parte giustizia al reale valore degli Scisma. La loro grandezza, infatti, si esprimeva meglio sul palco, luogo magico dove i mille elementi che costituiscono le canzoni riuscivano a combinarsi in un insieme coerente e fascinosissimo. Non proprio l’ordine che miracolosamente scaturiva dal caos, dato che i lavori in studio non sono poi tanto confusi e che dal vivo i ragazzi non disdegnavano le partenze per la tangente… ma, insomma, più o meno.Quel concerto a inviti in un club romano chiamato Memphis Belle fu una specie di folgorazione, un’epifania: finalmente gli Scisma mostravano tutta la loro maestria di artigiani di melodie, armonie e ceselli, e finalmente le canzoni rivelavano il loro splendore, esaltando quella vena psichedelica – nel senso concettuale del termine: “allargamento della coscienza” – che dell’ensemble era forse la caratteristica più atipica e appassionante. Fossi rimasto a casa, quella sera di oltre dodici anni fa non avrei mai conosciuto davvero gli Scisma… e avrei continuato a considerarli un gruppo irrisolto. Sbagliando, perché la loro voce è stata, al di là della qualità dei cd e di una notorietà rimasta di culto, una delle più diverse e persuasive dell’Italia rock degli anni ‘90. Anni dai quali i nostri eroi, anche se sciolti, sono usciti vivi, visto che dopo tanto tempo siamo qui a celebrarli.Federico Guglielmi
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