Questa settimana a Riserva Indie arriva il cantautorato rap degli EGO con il loro disco "Saette" (management a cura di Woodworm Label). Ad aprire la serata le sonorità ambient / post rock dei Julian Ross da Genova con i brani di "Retrospective", distrubuito da Silent Flow Netlabel. Appuntamento in diretta Lunedì 6 Maggio dalle 20,40 alle 22,30 e in replica Sabato 11 Maggio dalle 15,40 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio Popolare Network (89,80 Fm) e in streaming su www.contattoradio.it. Vi ricordo a inizio trasmissione la classica anteprima Riserva Indie, in diretta Instagram, a cura di Giuliano Faggioni.
EGO si esprime senza i cliché del rapper, raccontando la quotidianità e la realtà che lo circonda con i suoi pregi e i suoi difetti, senza inventarsi nulla bensì valorizzando la semplicità di ogni singola parola, con una buona dose di nostalgia per il passato, un goccio di ansia per il presente e un pizzico di speranza per il futuro. Dietro EGO si celano Diego e Filippo, due ragazzi di Arezzo con alle spalle diversi anni di gavetta nel campo musicale: il primo ha militato per ben 10 anni nella band Soul Killa Beatz, progetto di estrazione rap, contaminato con il passare degli anni da svariate sonorità fino ad arrivare all’indie pop. Il secondo, chitarra e voce della band Ombrelobo, band electro-soul dal cuore notturno. I due si conoscono (meglio) nel 2015, anno in cui Diego fa uscire “Sentimentalismi”, il primo e attualmente ultimo demo di EGO. Filippo rimane colpito dalle sonorità dei brani, dai beat old school, dalle melodie soul e dai testi che parlano a tutti, senza episodi da immaginario forzatamente rap. Nasce così una bella intesa che li porta prima a suonare insieme in svariati contesti e poi a produrre insieme nuovi pezzi dove l’anima più rap, ma anche più melodica, di Diego si sposa con quella più blues di Filippo che, nel frattempo, assume anche la figura di produttore oltre a quella del chitarrista.
“Retrospective“, primo progetto dei Julian Ross (che sono: Ettore Di Roberto dei Port-Royal e Andrea Comotto) potremmo paragonarlo ad un moderno spettro del padre di Amleto che giunge dalle profondità oscure del passato per svelarcene gli inganni più subdoli, le dissonanze ed assonanze, facendoci riflettere sugli intrecci e sulle “storie nella Storia”. L’aria post-rock ed ambient su cui viaggia il disco, è onirica, onesta e soprattutto coraggiosa; perché coraggiosa? Perché in un momento storico musicale dove spadroneggia il beat/chill hop con i soliti effettucci lo-fi, mettere su un progetto musicale che invece si rifaccia alle correnti più pure dei generi menzionati è un atto di coraggio e di amore verso quello che si sta realizzando. D’altro canto, proprio perché ogni traccia in fin dei conti ci narra una storia, lasciare che il progetto fluisse liberamente nel genere ad esso più consono era probabilmente l’unico modo per fare si che “Retrospective” non fosse solo un insieme di effetti e di suoni, ma un disco con una o più anime, attraversato dal filo rosso narrativo su un passato che oggi più che mai troviamo rivivere nel presente.
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