giovedì 10 gennaio 2019

SLIM RIVER BOYS E MANUEL APICE A RISERVA INDIE // SCOPRI GLI OSPITI DELLA SETTIMANA SULLE FREQUENZE DI CONTATTO RADIO POPOLARE NETWORK


Questa settimana a Riserva Indie il ritorno dell'indie folk degli Slim River Boys con i brani del nuovo disco "Almost there". In apertura APICE con i singoli che precedono l'uscita del suo primo album. Appuntamento in diretta Lunedì 14 Gennaio dalle 20,40 alle 22,30 e in replica Sabato 19 dalle 15,40 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio Popolare Network (89,80 Fm) e in streaming su www.contattoradio.it. Vi ricordo in apertura di trasmissione la classica anteprima Riserva Indie, in diretta Instagram, a cura di Giuliano Faggioni.



Gli Slim River Boys nascono nel 2010 a Sarzana (SP) da un gruppo di amici provenienti da esperienze musicali differenti (The Peawees, Morose e Army of Angry Youth), ma accomunati dalla passione per la musica folk americana. Il sound della band nei primi anni è stato molto legato al traditional made in USA; oggi, in seguito alla naturale maturazione artistica e ad alcuni cambi di formazione, incarna il connubio tra il folk moderno e il passato punk degli attuali 4 componenti:
Marino Chiesa: voce e banjo
Michele Angelotti: mandolino
Filippo Garilli: chitarra e armonica
Dario Parmigiani: contrabbasso e cori

Il 14 maggio 2018 è uscito il loro nuovo EP "Almost There" stampato esclusivamente su vinile 10" in 250 copie (OuZeL e Mescaleros)


APICE  è il progetto solista di Manuel Apice, cantautore ligure classe ’95, al suo debutto in solitaria. È uscito il 19.11.2018 su Spotify e gli altri digital stores il primo singolo FABIO. Del brano è stato realizzato anche il videoclip che oggi vi presentiamo in anteprima. Il 23.11.2018 c’è stato il debutto live dell’artista al Pop.It Club Tour di La Spezia. Il singolo anticipa l’uscita del disco, prevista per il 2019.

“Apice è l’odore di sale che si incolla alla pelle e ti lascia l’ultimo profumo d’estate nelle fresche sere di settembre. Quando il mare saluta gli ultimi bagnanti e l’acqua si fa più scura. E’ l’eco di un disco di cent’anni fa, di cui non ricordi il nome ma non dimentichi la voce. E’ il sussurrare piano di una città appesa al filo della propria insicurezza in cerca di domande che siano risposte. È il dito che collega i nei della tua schiena in mille galassie di stelle, di dubbi, di vent’anni. Apice è la sua voce e gli ottantotto tasti di una tastiera, in mezzo ai quali il bel tempo sta per arrivare, prima che scenda la sera.”

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