giovedì 26 gennaio 2017

I FALLOUT CELEBRANO "NEUROPA" A 20 ANNI DALL'USCITA // SCOPRI IL LIVE IN SKALETTA A LA SPEZIA SABATO 28 GENNAIO


Concerto specialissimo Sabato 28 Gennaio alla Skaletta di Las Spezia con i Fallout on stage per celebrare i 20 anni di "Neuropa", l'ep uscito in mille copie numerate nel 1996 e di cui qui sotto potete vedere la copertina.


Nel post la storia della band, tratta da "Rock, ribelli e avanguardie" scritto da Diego Sanlazzaro (peraltro primo bassista dei Fall Out) edito da Giacchè edizioni, per info sanlazzaro@publirama.it) mutuata dal loro sito ufficiale, arricchita da alcuni scatti e un video di Samuel Fava dai live di Massa e La Spezia di un anno fa. Vi ricordo che su Bandcamp potete scaricare in free download tutta la discografia dei Fallout.


Il fiocco azzurro sull’ingresso dell’Ape Regina per comunicare la nascita della più famosa rock band spezzina del fine Novecento, viene appeso in una calda serata di luglio del 1980. In quel locale ciò che resta dei The Devil’s Friend, dopo un anno di prove e concerti si incontra con Renzo Daveti e le idee assumono forma. Studente del Liceo Artistico di Carrara è lui il vero protagonista della svolta. I quattro (Nicola Pini – chitarra, Gianni Parodi – batteria, Diego Sanlazzaro – basso, Renzo Daveti – voce), decidono di cambiare nome in Fall Out e di affrontare una proposta musicale decisamente in controtendenza. Per le prove trovano ospitalità al Centro della Comunicazione con il beneplacito di Maurizio Cavalli. La pioggia radioattiva fa il suo esordio ufficiale a settembre nella rassegna del Tendone Kennedy, dove i quattro presentano un set di cinque canzoni. Una folgorante apertura con ‘Blitzkrieg Bop’, l’inno dei Ramones, a seguire tre brani originali e per finire una trascinante versione di ‘God Save The Queen’, sberleffo alla Regina dei Sex Pistols. Al concerto suonano nel tardo pomeriggio. Venti minuti di musica sporca, grezza, che si rifà alle tendenze punk inglesi e americane di fine Settanta. Pubblico in delirio, in piedi sotto il palco. Gianni Parodi: “Ci siamo avvicinati al punk, perché ci attraevano certe sonorità sporche, dure. Una musica che spezzava la monotonia, che cambiava la fisionomia del rock stesso e si adeguava allo stato e alla condizione giovanile del ‘nuovo’ che era appena iniziato. Non solo musica, il punk identificava una subcultura stratificata, che comprendeva anche forme d’arte grafica, d’avanguardia ed aspetti della letteratura del nuovo decennio. Devo dire che Renzo si trovava a suo agio nelle vesti del leader del gruppo. Lui era l’immagine della band, anche se un apporto degli altri componenti era determinante soprattutto nella composizione dei brani originali e per creare l’impianto grafico della comunicazione e i volantini che stampavamo per promuovere gli appuntamenti live”. Moltissime band giovanili da quella data in poi faranno proprio e declineranno quel sound ribelle ed anticonformista come il vero spartiacque tra i due decenni. I concerti dei Fall Out erano un evento, univano alla musica performance che lasciavano esterrefatti ogni tipo di platea. “Benzo faceva roteare il microfono in faccia al pubblico, tipo Roger Daltrey degli Who, e al termine della versione di 'Blitzkrieg Bop' dei Ramones aveva spaccato a mazzate le televisioni, alcune grosse degli anni Sessanta, con i pezzi di vetro che schizzavano verso le prime file di teppisti, che rimanevano a bocca aperta completamente inerti. In quel momento non me ne rendevo conto, ma la piccola epopea delle bande giovanili di quartiere, che andava avanti alla Spezia dagli anni Cinquanta, stava per finire, sostituita dal ciclo dell’eroina”.


Questa riportata è una testimonianza del Prof. ‘Bad Trip’ tratta dal Libro “Lumi di punk” di Marco Philopat, sul concerto del dicembre ‘80 al circolo Fitram. Quattro date prima che la formazione del gruppo si perdesse in altre strade. L’ultima esibizione avviene a fine gennaio ‘81 nella discoteca ‘Hop Frog’. Nicola Pini: “Era una discoteca di Viareggio, molto frequentata dai giovani e quella sera c’erano un sacco di ragazzi. Forse perché era un sabato sera, di certo ricordo che erano venuti anche alcuni nostri amici tra cui Alessandro Achilli, Mauro Bertocchi, Giambo e Serena ad ascoltarci. Fu una delle migliori esibizioni dei primi Fall Out con una scaletta di oltre 15 canzoni tiratissime che comprendeva brani dei Ramones, Stiff Little Fingers, Bauhaus, Sex Pistols, ed alcune cose nostre tra cui ‘Killer Television’ che sarebbe in seguito finita nel repertorio dei Ranxerox”. Subito dopo la band si scioglie. Siamo nella primavera del 1981.“La musica per noi era cultura e poiché il punk è dirompente, cosi volevamo essere noi”. Con questo pensiero il giovane Renzo Daveti, decide di conservare il marchio Fall Out e ripartire da zero con una line up completamente rinnovata, in coerenza al nuovo progetto musicale e con l’intento di suonare e produrre musica inedita. Insieme a Marco Rinaldi alla chitarra, Giuseppe De Ruggero al basso, Graziano Martini alla batteria e Alessandro Alterini alla chitarra prende vita il nuovo progetto Fall Out, formazione con cui la band effettua alcuni concerti in zona e a Bologna insieme a gruppi come i RAF punk, i Nabat ed altri. Dopo circa un anno la formazione cambia con l’ingresso di Gianpaolo Vigna alla batteria e l’abbandono del chitarrista Alessandro Alterini e si stabilizza. Renzo Daveti: “C’era voglia di cambiare il mondo, e di farlo facendo rumore, dimostrando la nostra insofferenza. Nei nostri testi la denuncia delle brutalità della guerra, pilastro della nostra società ‘criminale’, la lotta contro l’oscurantismo della religione, l’antimilitarismo e la necessità dell’unione tra i punk. Queste erano le motivazioni che ci univano davanti ai negozi di dischi o in Piazza Verdi: sembravamo una tribù. In seguito ci fu l’occupazione del Krondstadt (il primo centro sociale spezzino) ma prima ancora le trasmissioni a Radio Popolare Alternativa, un’emittente libera costituita dagli autonomi che proponeva rock punk e musiche alternative. La nostra proposta era comunque propositiva e l’affievolimento della voglia di cambiamento era da attribuire anche alla diffusione dell’eroina che nelle province come la nostra arrivò in quel periodo a stravolgere e distruggere la vita e le ambizioni di tanti ragazzi. Non eravamo tutti alla ricerca dello sballo a tutti i costi, dell’autodistruzione, ma sono tanti quelli che sono finiti nella rete e ci hanno lasciato la pelle”. Nel 1982 la band pubblica il suo primo disco, un EP contenente 6 brani e cantato in lingua inglese. Un vinile grande come un 45 giri, che in 13 minuti condensava tutta la rabbia e la protesta giovanile delle periferie, contro la solitudine e l’angoscia del silenzio. Sono mille copie autoprodotte e autodistribuite, vendute ai concerti e spedite ai confini del mondo fino in Giappone e in America a San Francisco. Renzo Daveti: “Me ne portavo sempre dietro qualche esemplare e una volta, durante un viaggio a Londra, riuscii a piazzarne 20 copie alla ‘Rough Trade’, una delle principali etichette di gruppi alternativi britannici, famosa per aver prodotto gli Smiths”. I testi dei Fall Out sono sassi gettati nello stagno del conformismo. E’ la provocazione di una cultura che emerge ‘dal basso’. Messaggi che invocano orizzonti liberi fuori dal ghetto quotidiano, parole dure che vogliono provocare. Nella poetica sotterranea dei Fall Out, c’è anche spazio per la luce. Per la redenzione. La rinascita attraverso l’amore per la vita, per le persone, e l’idea che il mondo che ci circonda possa essere sempre migliore. Non c’è via di fuga da questo muro di suono e Jello Biafra, leader dei Dead Kennedys, grande band americana, definisce il disco dei Fall Out “il miglior 7 pollici dell’anno”. Nei primi Ottanta i Fall Out suonano in molte città italiane. Si esibiscono a Torino, e a Bologna sono presenti ad un happening organizzato da ‘Radio Underdog’. Renzo Daveti: “Abbiamo suonato all’interno di un ex manicomio a Imola nell’ambito di una rassegna di gruppi punk locali e siamo stati invitati all'apertura del ‘Virus’, un locale underground di Milano durante la cosiddetta 'Offensiva di Primavera' (aprile 1982) a cui abbiamo aderito assieme a più di 50 gruppi italiani con un pubblico di quasi 3000 punk giunti da tutta Italia”. Nel 1985 esce il demo "Insurrezione" e nel 1988 il primo Lp "Mondo criminale" (Cobra Record). Il disco viene recensito anche all’estero dalla rivista Maximum r’n’r. Sono dieci anthem in bilico tra punk e hardcore. Assoli terribili. Il morso della tensione.



Distorsioni continue senza scorciatoie. Un grido terrificante contro la stupidità e la mediocrità del mondo criminale. Nel 1992 esce ‘Xenodrome - Il circolo dell’odio’ (ancora per la Cobra Record) con Andrea Villa (Incivili) in sostituzione di Marco Rinaldi. La formazione torna ad essere quella originale nel 1996 con l’uscita dell’Ep 12 pollici autoprodotto ‘Neuropa’, stampato in vinile in mille copie numerate. Un disco in cui eccelle il lavoro del chitarrista Marco Rinaldi alle prese con inusuali improvvisazioni free e avant-gard, confermandosi fulcro e asse portante della band spezzina. Contiene anche una nervosa cover di ‘Bandiera Bianca’ di Franco Battiato e nel brano di chiusura ‘Semtex Paranoia’ il sax di Mauro Avanzini vola alto e irraggiungibile, imprimendo nell’ascoltatore atmosfere deliranti incredibilmente cupe e metropolitane. Splendido l’artwork del libretto allegato con foto inedite di Jacopo Benassi. Bisogna attendere il 2003 per un nuovo lavoro in studio quando viene pubblicato ‘AmericanANTI’, 12 tracce di potente hardcore/punk. Nel gruppo sono presenti due nuovi ingressi: Berta Massi alla voce e Carlo Nicoletti ai synth e campionature. L’album segna, nonostante l’approdo all’elettronica in pianta stabile, un ritorno al vecchio sound delle origini. La band abbandona quelle voglie di crossover che si respiravano nell’ultimo EP ‘Neuropa’ e le liriche sono ancora più dirette affrontando senza reticenze l’aspetto politico e tutto il suo degrado. Nel settembre 2008 esce il primo disco live ‘Colpo su Colpo’ completamente autoprodotto, registrato durante due concerti alla Skaletta Rock Club di La Spezia mentre si festeggiano i 30 anni dei Fall Out. ‘(...) Nella nostra città siamo stati a fianco di altri compagni per innumerevoli iniziative: Radio Popolare, occupazione di un posto autogestito, manifestazioni contro il nucleare, molti concerti fra cui quelli per Bobby Sands e contro Reagan, per il posto dove poter suonare. Siamo stati anche in molte città italiane, per concerti e altre iniziative, con i nostri mezzi, la voglia di gridare la nostra opposizione, di trovare un’alternativa, di scoprire anche in altri il nostro stesso ideale di libertà, uguaglianza, solidarietà. Mai come in questi anni abbiamo assaporato quello che vuol dire essere veramente se stessi, abbiamo incontrato anche grosse delusioni, banali incidenti, sacrifici che si sono rivelati inutili. Ma questo non chi ha fermato ancora: siamo più vivi che mai. Finché ci sarà oppressione ci sarà quello che noi siamo: prima di tutto esseri umani che hanno bisogno di libertà”. Intervista ai Fall Out nella rubrica “musica&idee” (A-rivista anarchica, n°118, aprile 1984). I Fall Out non hanno mai smesso di divulgare la loro proposta militante attraverso concerti seguitissimi in tutta la penisola. Renzo Daveti insieme ai vecchi compagni di squadra ha fondato nel 2010 i Casamatta, un gruppo che potremmo definire di elettro-post-folk. Nel 2011 hanno prodotto e distribuito il CD ‘Humana Radio’ con brani originali (‘Magnitudo 10’, dedicato a Gianluca Lerici) ed una personale cover di ‘La paura del domani’, un brano scritto da Eugenio Finardi tratto dall’album ‘Sugo’. Nel 2013 esce l’EP dal titolo ‘Invincibile Sporca Armada’ che contiene la cover ‘Che colpa abbiamo noi’. Punk-beat. Il passato che ritorna.


La Formazione attuale dei Fallout: Glauco Nuti – voce; Marco Rinaldi – chitarra; Gianpaolo Vigna – batteria; Beppe De Ruggiero – basso.

1 commento:

  1. E non dimentichiamo il nuovo acquisto ai samples ed altre diavolerie informatiche Gianmarco Johnny Rinaldi :):):)

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