lunedì 11 gennaio 2016

IL GEOMETRA MANGONI E MANGIACASSETTE A RISERVA INDIE // SCOPRI LA DIRETTA DELL'11-01-2016 SU CONTATTO RADIO POPOLARE NETWORK

Questa settimana a Riserva Indie arriva Il Geometra Mangoni,progetto solista di Maurizio Mangoni (ex Muriel) per proporre i brani del suo album di debutto "L'anticiclone delle Azzorre".Opening act della serata Lorenzo Maffucci,in arte Mangiacassette ,e già in trasmissione con Tribuna Ludu e Solki, per presentare il nuovo "Non lo voleva sapere", scaricabile da Bandcamp. Appuntamento in diretta Lunedì 11 Gennaio dalle 21 alle 22,30 e in replica Sabato 16 dalle 16 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio Popolare Network e in streaming su                             http://www.contattoradio.it/ascoltaci/index.ph

Nel 2011 vinse il premio Ernesto de Pascale per il miglior brano in italiano al Rock Contest di Controradio. Oggi ha inciso per Qui Base Luna (l’etichetta di Cristina Donà) l’album di esordio L’Anticiclone delle Azzorre. Il Geometra Mangoni è il progetto solista di Maurizio Mangoni, toscano di Agliana. L’album, coprodotto dallo stesso musicista (già componente dei MURIèL) Stefano Castagna e Saverio Lanza è stato anticipato dal singolo Un altro inverno, lanciato su You Tube. Il linguaggio del Geometra Mangoni è un cantautorato che si lega alla tradizione (cura dei testi e della melodia) ma con una forte base di elettronica. Le nove tracce che compongono l’album parlano d’amore, pur non essendo canzoni d’amore nel senso tradizionale del termine. Tratto da http://www.ilpopolodelblues.com/wp/2015/11/il-geometra-mangoni-lanticiclone-delle-azzorre/


A quattro anni di distanza da “Disco Interno”, Lorenzo Maffucci, in arte Mangiacassette, ritorna per Ibexhouse Records con gli undici brani di Non Lo Voleva Sapere. Il nuovo lavoro, giocato prevalentemente sull’incrocio fra cantautorato, folk ed elettronica (tutto in salsa lo-fi), attira l’attenzione e incuriosisce con il suo piglio naif e studiato allo stesso tempo.
L’elettronica algida e desertica con cui si apre Sembravano Pesci O Carte Stradali?, evolve in un pigro raccontare (scandito da asciutte scansioni ritmiche), mentre il pacifico accogliere di chitarra di Non Si Può Sapere Cosa Sia Successo, ricordando Mark Oliver Everett (Eels) nel timbro vocale, cede spazio al cantilenare svogliato di Ecco Le Spine Dell’Anno Scorso.
Con Due Figure Ferme, ritorna a far capolino la componente elettronica, la quale, abbinata alle pacate note di chitarra, accompagna fra melodie a tratti sbilenche.
A seguire, invece, ci pensano il piglio punk e grezzo della rapida Ho Nascosto Un Sasso, i ritornelli rapidi e ovattati della spigliata Ci Tiene Alla Collana e il placido accompagnare della morbida e distesa Hai Fatto Un Arco.
Allunga La Mano E Trova Il Resto, in ottava posizione, delicata sorta di new wave al rallentatore, introduce il breve abbracciare della dolce Niente Per Niente e i quasi dieci minuti della dilatata e sempre pacata Era Una Stanza Vuota.
Una Disperazione Di Breve Durata, infine, sgranata e brevissima, chiude il disco rischiando di passare quasi inosservata.
Il nuovo disco di Lorenzo Maffucci, mescolando l’attitudine lo-fi che poteva essere del Beck degli esordi (o del nostro connazionale Bugo) al folk più svogliato e sgranato degli Eels, riesce ad attirare l’attenzione e a convincere in ogni sua parte. Un interessante esempio di cantautorato “altro” su cui vale la pena soffermarsi più di una volta. Un disco piacevole, per un valido artista che merita di non essere trascurato.

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