mercoledì 19 dicembre 2012

Teatro Degli Orrori Live al Leoncavallo il 15 Dicembre 2012//Recensione di Marti


Il palco è quello del Leoncavallo di Milano, l'apertura della serata è affidata ai 2Pigeons, un duo che definirei quasi spaziale, ma a mio parere incolore ed anonimo, bassi profondi che arrivano diritti allo stomaco e urla al limite del fastidioso. A seguire i The Mantra ecc ecc (il nome è davvero troppo lungo e impronunciabile) con un sound niente male, capace di riscaldare l’ambiente e in grado di tenere a bada un pubblico scatenato e accorso esclusivamente per sentire il Teatro degli Orrori (Il nome è The Mantra Atsmm Ndr). 
Poi il teatro arriva sul palco, con un inizio pienamente in loro stile decisamente “teatrale”, 3 minuti nei quali la band, immobile, fissa il pubblico che si scatena e incita l’inizio del concerto. Poi BAM! Un colpo di cassa e il delirio ha inizio.
Non vedo l’ora, apre il concerto e preannuncia un live esageratamente esplosivo con un pubblico che risponde subito con un pogo enorme. Già dal primo pezzo, così energico, ogni colpo di batteria o di basso ha messo davvero a dura prova i nostri timpani che a fine concerto sono usciti devastati.

                                                                 
Seguono a ruota Skopje che azzarderei annunciare come mio pezzo preferito dell’album “Il Mondo Nuovo”. Poi così, all’improvviso, arriva la triade perfetta : “Io cerco te”, “A Sangue freddo” e “E’ colpa mia” che scorrono arrabbiate ed energiche una dopo l’altra facendo indiavolare il pubblico. E con il finale straziante “...Figlio mio, ci pensi un giorno tutto questo sarà tuo...” il pubblico si unisce al grido di Capovilla e ne esce un coro di rabbia e straziante frustrazione.
Poi arriva un pezzo classico “La canzone di Tom” pezzo storico che ad ogni ascolto mi provoca un’emozione inspiegabile.
Con grande entusiasmo e partecipazione da parte del pubblico, il Teatro degli Orrori prega, “Padre Nostro”, una preghiera moderna, dei nostri giorni. E’ un inno alla liberazione. Liberazione “...dal malauguri, dai maldicenti, dagli ipocriti, dagli ingoranti...” da tutto ciò che Dio non riesce a fare e da ciò che noi ogni giorno tentiamo di svincolarci.

MAJAKOWSKIJ, Lezioni di musica e Turbamento della gelosia concludono la prima parte del concerto, il Teatro degli Orrori si concede un pausa per poi tornare sul palco con un secondo tempo che, i nostalgici come me,avranno sicuramente adorato.
Conclusione vulcanica con Compagna Teresa, pezzo in cui il pubblico si scatena e utilizza le sue ultime forze incantando un pezzo assolutamente punk-noise devastante. Si chiude così il tour del Teatro degli Orrori, con un live carico di adrenalina e denso di emozioni.


Il concerto del Teatro degli Orrori è sempre un’esperienza unica, Capovilla e compagni riescono sempre a prendermi violentemente e catapultarmi in una realtà che è più reale della mia vita stessa. Sul palco c’è un uomo, sempre il solito uomo, con gli occhi azzurri e il vestito nero, che mi obbliga a dire la verità cantando le sue canzoni, mi fa capire quanto la vita sia piena di errori, cattiveria, negatività e di quanto in questa dannata vita ci sono immersa anch’io. IO e NOI siamo colpevoli di tutto il negativo che abbiamo attorno. Versi, strofe, poesia. Così Capovilla, maestro indiscusso, mi insegna ogni volta a vivere.
                                                                
E così torno a casa consapevole di aver assistito, per la quarta volta, ad una esibizione viscerale e vera, perché il live è la VERA dimensione del Teatro degli Orrori. Torno a casa con il cuore pieno di adrenalina perché mi rendo conto di aver assistito alla performance di un gruppo nettamente superiore a molti altri presenti sulla scena italiana. Torno a casa ancora più convinta che nessun CD in allegato con XL potrà MAI farmi provare le emozioni che ho provato stasera sotto quel palco. La loro potenza è ciò che rimane nel cuore, la loro passione non si può ristringere e limitare ad una registrazione. IL TEATRO DEGLI ORRORI CI CREDE DAVVERO.

                                             
Testo e foto di Marty









Nessun commento:

Posta un commento