giovedì 27 dicembre 2012

“IL TRIANGOLO” Live al CIRCOLONE di LEGNANO 21.12.2012//Recensione di Marti


I.: “A che concerto vai?”
IO: “la band si chiama Il Triangolo”
I.: “Il triangolo no, non l’avevo considerato!”
Questo è stato l’incipit del mio concerto de Il Triangolo; la gente che ironizza sulla somiglianza tra il nome della band e il titolo del famoso pezzo di Renato Zero verrà da me bannata, ma avrà l’occasione di ascoltarsi comunque un band nuova, affascinante, che è riuscita a catturare la mia attenzione già in Fnac, a Milano, durante la presentazione del loro disco “Dieci Canzoni” e all’Albizzate Valley Festival.
Il concerto si apre con un pezzo che racchiude tutta la vera essenza di questa band, Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni sessanta. Improvvisamente sembra di essere tornata indietro nel tempo. Mi immagino in una casa italiana con arredo anni sessanta, un televisore in bianco e nero di piccole dimensioni, carta da parati a fiori alle pareti ed infine un giradischi nella angolo della stanza, dal quale fuoriesce una melodia orecchiabile.
La band prosegue con Canzone per una ragazza libera, pezzo meraviglioso che parla della giovinezza che se ne va, seguono poi due canzoni che ricreano una sorta di atmosfera Western, Johnny e Canzone per un soldato, parlano di storie diverse, la prima riguarda un ragazzo e un suo sogno, la seconda narra di un amore spezzato dalla guerra.
                                                                
Vengo totalmente immersa in questo vortice che mi porta “indietro nel futuro”, Il Triangolo ci propone un sound molto anni ’60 ma al passo con i tempi, una band moderna ma decisamente non alla moda, pulita e MAI noiosa.
Poi improvvisamente sento le prime note di Canzone per una ragazza libera e mi emoziono; questa canzone è il triste resoconto di una vita sbagliata, di scelte che avrebbero cambiato il corso degli eventi.
Momento di silenzio e la band parte con quell'inciso pressante e Quando Isacco gridò contro il popolo penetra nelle nostre orecchie, questo è stato l’unico momento del concerto in cui il trio si è lasciato andare, hanno accantonato autocontrollo e compostezza per lanciarsi in chitarre mozzafiato e urla.
Marco cambia rapidamente chitarra perché per Una sola preghiera c’è bisogno di un’atmosfera meno rockkeggiante e più malinconica. L’atmosfera si fa un po’ frivola e adolescenziale con La primavera che porta con se un motivetto ipnotico e convulsivo.
Pausa, il gruppo si riprende e Mauro si permette di fare un po’ di pubblicità al progetto MusicRaiser (vi allego anche il link: http://www.musicraiser.com/it/projects/395-nessuna-pieta-per-quelli-che-odiano-gli-anni-60) cercano un aiuto per girare il loro secondo videoclip. Io ho già contribuito, se lo meritano!!!
                                                                       
Già dal primo accordo di Battisti il pubblico scalpita, questo è un inno che già al secondo ascolto si riesce perfettamente a canticchiare.
Il Triangolo ci dà l’occasione di ascoltare un inedito dal titolo Urrà Per poi regalarci Giurami, un pezzo storico, per concludere con la meravigliosa Le Forbici che risulta, secondo me, la migliore canzone dell’album.  Dopo un’ora di concerto in cui il Triangolo ci trasportato in un’altra epoca, il concerto finisce e il pubblico si ritira. Torno a casa felice ma malinconica perché è questo che rende Il Triangolo una band rivelazione, che farà successo: i testi delle loro canzoni apparentemente sembrano canzonette da Jukebox ma riescono ad arrivare al cuore e a far riflettere.Bravi.
                                                  Testo e foto di Marti  

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