domenica 13 luglio 2014

Lo Stato Sociale live a Castelnuovo Garfagnana il 12-07-2014 // Recensione di Flavia e Foto di Daria Cresci



Lo Stato Sociale live @ Dedicato a Vale, Castelnuovo Garfagnana il 12/07/2014

“Mi hai colto con le mani nel pacco!” mi dice Lodo, mentre si sistema i pantaloni, trovandoci l’uno di fronte all’altra appena fuori dal bagno.

Ecco, il bello dello Stato è questo: sono dei gran cazzoni. E il punto forte dell’essere cazzoni è che ti fanno sempre sentire in quel clima permanente di festa. Quel modo di fare, di comportarsi con chi vedono saltellare sotto il palco, come farebbero con i loro amici è una delle carte vincenti di questo gruppo. “La musica non è una cosa seria” e un live de Lo Stato, lo è meno che mai. E il loro bello è proprio la capacità di trasformare ogni concerto in una bella cosa.

Sono già passati due anni da “Turisti della democrazia”, da quando sotto i loro palchi il pubblico piano piano è aumentato a dismisura. Tappa dopo tappa, persona dopo persona.

Ora, non vorrei ricadere nella spirale indieradicalchichipster ma, lo ammetto, i concerti a me piacciono quando sono più intimi. Sarà perché non sopporto la calca e la marea di persone, o sarà forse una mia personale forma di egoismo. Non lo so. Fatto sta che ai grandi concerti con centinaia e centinaia di persone, preferisca fare una strada di montagna per più di un’ora, nonostante io soffra incredibilmente di mal d’auto, e arrivare in Garfagnana per trovare un tendone con un bar e un po’ di gente.

Il concerto inizia con “Abbiamo vinto la guerra” as usual. La scaletta poi procede fluida mescolando pezzi del primo e del secondo album. L’unica grande delusione è scoprire di aver inutilmente imparato il balletto sulle note di “Quello che le donne dicono” e scoprire che non lo eseguono più. Ma per fortuna, i nostri, senza sgambettare non ci sanno stare, e ci deliziano con nuovo fantasmagorico balletto su di “Questo è un grande paese” che vede capriole, limbo, lap dance, e pure lieve infortunio di Alberto. Per tutto il concerto, incredibilmente, c’è un pogo che nemmeno a un concerto dei Gogol Bordello, il perché di ciò non mi è ancora molto chiaro, perché, diciamocelo, pogare sulle basi dello Stato a me verrebbe parecchio difficile. Ma tant’è… I regazzi poi ci salutano con “Cromosomi”, e concludere un concerto con “Va bene, lo ammetto, odio il capitalismo” è una cosa che fa sempre bene al cuore.



Questo concerto lo vedo come un defaticamento. Quando tu corri, poi, non puoi fermarti di botto, o avrai i crampi. Il defaticamento serve a questo, è una corsa leggera, senza l’obbligo di strafare.

Una data fuori dalle tappe solite, che ti vedono di fronte a centinaia e centinaia e centinaia di persone, serve a non farti venire i crampi a fare quello che fai, a svegliarti meglio il giorno dopo, sapendo che hai fatto del bene (tutti i proventi della serata sono devoluti in beneficienza) e sapendo che hai fatto un concerto come un po’ di tempo fa, vedendo i visi delle persone che conosci tra il pubblico.

Il concerto dello Stato Sociale è una festa.

E questo era una festa nella festa.

Insomma, è stata una cosa bella.
Ps : Il concerto è stato organizzato per sostenere l'associazione onlus  A.N.G.B.L.T
Associazione Genitori Per la cura e l'assistenza ai bambini affetti da leucemia o tumore 
 Recensione di Flavia

1 commento:

  1. E quando hanno fatto "Sono così indie" non ti sei sentita un po' nammerda?

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