Lo Stato
Sociale live @ Dedicato a Vale, Castelnuovo Garfagnana il 12/07/2014
“Mi hai
colto con le mani nel pacco!” mi dice Lodo, mentre si sistema i pantaloni,
trovandoci l’uno di fronte all’altra appena fuori dal bagno.
Ecco, il
bello dello Stato è questo: sono dei gran cazzoni. E il punto forte dell’essere
cazzoni è che ti fanno sempre sentire in quel clima permanente di festa. Quel
modo di fare, di comportarsi con chi vedono saltellare sotto il palco, come
farebbero con i loro amici è una delle carte vincenti di questo gruppo. “La
musica non è una cosa seria” e un live de Lo Stato, lo è meno che mai. E il
loro bello è proprio la capacità di trasformare ogni concerto in una bella
cosa.
Sono già
passati due anni da “Turisti della democrazia”, da quando sotto i loro palchi
il pubblico piano piano è aumentato a dismisura. Tappa dopo tappa, persona dopo
persona.
Ora, non
vorrei ricadere nella spirale indieradicalchichipster ma, lo ammetto, i
concerti a me piacciono quando sono più intimi. Sarà perché non sopporto la
calca e la marea di persone, o sarà forse una mia personale forma di egoismo.
Non lo so. Fatto sta che ai grandi concerti con centinaia e centinaia di
persone, preferisca fare una strada di montagna per più di un’ora, nonostante
io soffra incredibilmente di mal d’auto, e arrivare in Garfagnana per trovare
un tendone con un bar e un po’ di gente.
Il concerto
inizia con “Abbiamo vinto la guerra” as
usual. La scaletta poi procede fluida mescolando pezzi del primo e del
secondo album. L’unica grande delusione è scoprire di aver inutilmente imparato
il balletto sulle note di “Quello che le donne dicono” e scoprire che non
lo eseguono più. Ma per fortuna, i nostri, senza sgambettare non ci sanno
stare, e ci deliziano con nuovo fantasmagorico balletto su di “Questo è un
grande paese” che vede capriole, limbo, lap dance, e pure lieve infortunio di
Alberto. Per tutto il concerto, incredibilmente, c’è un pogo che nemmeno a un
concerto dei Gogol Bordello, il perché di ciò non mi è ancora molto chiaro, perché,
diciamocelo, pogare sulle basi dello Stato a me verrebbe parecchio difficile.
Ma tant’è… I regazzi poi ci salutano con “Cromosomi”, e concludere un concerto
con “Va bene, lo ammetto, odio il capitalismo” è una cosa che fa sempre bene al
cuore.
Questo concerto
lo vedo come un defaticamento. Quando tu corri, poi, non puoi fermarti di
botto, o avrai i crampi. Il defaticamento serve a questo, è una corsa leggera,
senza l’obbligo di strafare.
Una data
fuori dalle tappe solite, che ti vedono di fronte a centinaia e centinaia e
centinaia di persone, serve a non farti venire i crampi a fare quello che fai,
a svegliarti meglio il giorno dopo, sapendo che hai fatto del bene (tutti i
proventi della serata sono devoluti in beneficienza) e sapendo che hai fatto un
concerto come un po’ di tempo fa, vedendo i visi delle persone che conosci tra
il pubblico.
Il concerto
dello Stato Sociale è una festa.
E questo era
una festa nella festa.
Insomma, è
stata una cosa bella.
Ps : Il concerto è stato organizzato per sostenere l'associazione onlus A.N.G.B.L.T
Associazione Genitori Per la cura e l'assistenza ai bambini affetti da leucemia o tumore
Recensione di Flavia
E quando hanno fatto "Sono così indie" non ti sei sentita un po' nammerda?
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