lunedì 24 dicembre 2012

Riserva World presenta: Bonaparte, l'imperatore che non ti aspetti

                                                                               

Tobias Jundt "l'Emperur Bonaparte" a Berlino 


Che il Bonaparte fosse stato un grande condottiero prima ed Imperatore dopo è noto a tutti ma se vi dicessimo che ci troviamo davanti anche ad un grande musicista, come reagireste? No, è molto diversa in realtà come cosa, anzi, come persona. Perché se il primo è il grande Napoleone il secondo è la "controfigura" in veste Art Punk di Sua Maestà. Stiamo parlando di Tobias Jundt (in foto), cantautore e chitarrista svizzero, fondatore dell'ambiziosissimo progetto musicale Bonaparte sempre più alla ribalta e al limite dell'eccesso in ogni sfaccettatura.
Formatasi nel 2006 e appartenente alla scena musicale di Berlino, la band ha in poco tempo raggiunto una notorietà spaventosa non solo nei confini locali della capitale ma in tutta la Germania, tant'è vero che anche attraversando la Sprea si potevano ascoltare le loro canzoni in radio playlist o come sottofondo e intrattenimento ai clienti nei pub.




Ma da dove deriva la loro fortuna musicale? Semplice, un Indie Art Punk innovativo, elettrico, mai monotono e con quel pizzico di Synth che calza a pennello. Se dovessi riassumere direi quindi ElettroSynthArtPunk, così, tutt'attaccato per rendere l'idea in "generi etichettati". Ma in realtà, nonostante i paroloni, è un sound molto semplice tutto sommato. E a proposito, tornando al discorso di prima, aggiungiamo anche l'etichetta discografica, la Staatsakt, che ha sempre concesso a Jundt & Co di fare un po' quello che volevano sia per quanto riguarda le registrazioni in studio, sia per le sublimi performance dal vivo che sono l'epicentro del successo che hanno riscosso e direi che il gioco è fatto.

Su quest'ultime possiamo spendere parole in eterno ma non credo che nessuno mai riuscirà a farvi capire al 100% cosa veramente significhi vedere i Bonaparte esibirsi, la miglior cosa che si possa dire è "andate a vederli". Ci proverò comunque, per dover di cronaca: si tratta di vere e proprie esibizioni rappresentanti messe in scena con maschere, oggetti bizzarri e costumi teatrali che trasformano il palco quasi in "una giostra circense scatenata e governata dal suo Imperatore", usando una frase del quotidiano Der Tagesspiegel. Il tutto condito quindi dall'alternarsi di 20-30 musicisti provenienti da ogni nazione al fianco di Tobias (l'Imperatore, che è l'unico membro permanente della band) fino magari a ritrovarsi sul palco una signorina con il décolleté in bella mostra e un monitor in testa. Esibizioni forti, che sembrano improvvisate ma che poi in realtà hanno un loro perché sempre e comunque, che t'ipnotizzano dal modo bizzarro di fare musica e che ti elettrizzano appena "riprendi conoscenza". Ma ripeto, è riduttivo minimizzare od spiegare con un paragrafetto, vanno guardati, meglio se visti Live.





Tornando sul pezzo invece: da qui, quindi, il grande boom, che era ormai quasi una formalità per quanto avevano fatto vedere, con i primi due album in studio: Too Much (2008) che racchiudeva il materiale con cui nei due anni precedenti la band aveva costruito la sua immagine e My Horse Likes You (2010) con i quali chi segue l'Indie Internazionale ha imparato a conoscerli molto bene. A questi, per completezza, va aggiunto il materiale Live con qualche Remix di Remuched (2009) ma è comunque "poco" rilevante.

Quest'anno inoltre, ad Agosto, è uscito il loro terzo album in studio intitolato Sorry, We're Open contenente ben quindici tracce, tutte di ottima fattura, di cui la seconda, Quarantine, aveva fatto da singolo apripista da Giugno fino ai mesi a venire. Album che ripercorre grossomodo le orme musicali dei due precedenti ma che, a mio parere, rimane un gradino dietro al suo predecessore più datato.



Noi di Riserva li abbiamo scoperti da poco e ci siamo informati per bene su di loro perchè li abbiamo ritenuti fin da subito "materiale scottante". Siamo rimasti sbalorditi dal carisma e dalla forza della loro musica così tanto da voler e quasi dover scrivere su di loro perché, parliamoci chiaro, in una scena Indie che sembra instaurare una competizione a chi stampa l'album col sound più fedele ai Kasabian o ai Radiohead e che ci fa sorbire sempre più doppioni dei doppioni dei doppioni a causa di poca inventiva o di un etichetta poco aperta al cambiamento, mancava l'ascolto dei Bonaparte che escono dagli schemi e innovano il genere con dell'Alt Punk alla loro maniera.

Consigliamo: Ovviamente un Live, qualora vi piacesse il lavoro di Jundt e vi fosse possibile non esitate a partire per Berlino e guardarli dal vivo, ne rimarrete assolutamente soddisfatti visto che, come dicevamo prima, la loro musica rende meglio nei Live. Come album, invece, tutti e tre sono di pregevole fattura anche se, per gusto personale, considero il primo disco, Too Much, il migliore. Ed ammetto che forse il giudizio è anche un po' "spinto" dai due singoli molto orecchiabili presenti all'interno: Too Much, omonimo, e Anti Anti.
- Tobias Jundt durante un esibizione a Friburgo -
That's all folks! Non ci resta che augurarvi un felice Natale e un sereno anno che verrà. Riserva World, intanto, va in vacanza e tornerà nel 2013.

Articolo a cura di Raffaele De Rose

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