giovedì 19 novembre 2015

Al Califfo non piace il rock nella Casbah // Indietoriale di Maurizio dopo i fatti del Teatro Bataclan


Al Califfo non piace che si suoni "il rock nella casbah".Ce lo avevano già detto i Clash circa 23 anni fa con un singolo ispirato al divieto dell'allora Ayatollah Khomeini di ascoltare musica rock in Iran (e con molto di quello che "passava il convento" negli anni 80 come non capirlo..). I tempi cambiano ma i divieti restano e sul Fatto Quotidiano di oggi apprendo che nel Califfato qualche mese fa la polizia religiosa (che a me ricorda un po' la psico polizia di orwelliana memoria) ha frustato 90(novanta) musicisti in una pubblica piazza per aver suonato musica non musulmana con strumenti non musulmani. Su questo odio per la musica, e in particolare per la musica rock e metal, che "notoriamente" è quella più vicina al demonio(tutti sanno che Hitler ascoltava Marilyn Manson..),si è costruito l'assalto al teatro Bataclan di Parigi dove si esibiva un gruppo che di metal, a parte il nome, non ha davvero altro. Ma immagino che agli assalitori sia proibito l'accesso ai vari Spotify e Deezer per documentarsi meglio sugli artisti (su youtube, nonostante la piattaforma risultasse ancora inesistnte all'epoca di Maometto non riusulta che l'isis abbia particlare pregiudizi nell'usarlo..) Quello che si è voluto colpire con quell'azione non è la presunta "presenza demoniaca" tra gli avventori nella sala, ma l'armonia e la felicità di chi vive e condivide l'esperienza di un live. Perchè è durante un concerto che si respira la fratellanza e la gioia dello stare insieme e poco importa se accanto a me sotto un palco c'è una persona di colore, un musulmano o un impiegato comunale di Casalpusterlengo. Tutti abbiamo pagato un biglietto e tutti siamo uguali nell'attesa che si spengano le luci sul palco e si accenda la musica.

E' un fenomeno che si ripete in maniera ancora più amplificata col calcio. Sempre più spesso capita di vedere in tv bambini del terzo e quarto mondo correre dietro a una palla di cartone con la maglia di Messi, Ronaldo o Totti come fanno tutte le settimane centinaia di migliaia di bambini molto più fortunati di loro del primo e secondo mondo. Ma anche per loro spesso arrivano punizioni corporali perchè al Califfo oltre alla musica non piace neppure il calcio. E Dio ( o Maometto o chi per lui) solo sa quanto il Real Madrid o il Manchester United uniscano nel tifo milioni di persone di tutti i continenti e di tutte le razze. Credo che quello che si voglia colpire più che gli infedeli sia la possibilità di integrazione tra persone di culture e religioni diverse e i luoghi che la rendono possibile: sale da concerto e stadi in primis.Niente a livello mondiale unisce persone di cultura e status diversi  più dei Beatles,degli U2 o di una finale di Champions League.Ed è questo che fa paura. 

Indietoriale di Maurizio

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