Il vuoto che lascia Roberto"Freak"Antoni non è solo quello di uno dei "padri"della canzone demenziale in Italia con gli Skiantos o dell' amico intimo del grande Andrea "Paz".Il vuoto di Freak è quello di un artista che ha sempre vissuto lontano dai luoghi comuni,dai salotti,dai loft in centro a Roma(tanto cari a certi marchettari di ultima generazione..),dal facile populismo che sicuramente gli avrebbe fatto vendere qualche disco in più ma dato altrettanta credibilità in meno.Lontano dal ruolo di "buffone di corte"che una certa frangia,specie quella del movimento antagonista degli anni 70, aveva appiccicato addosso a lui e agli Skiantos.Ora sicuramente partirà il festival del riciclo e della condivisione su youtube che ogni buon internauta tributa all'illustre defunto di turno.A me piace ricordarlo in uno dei suoi tour più recenti(e,purtroppo meno conosciuti) dal titolo "Ironikontemporaneo",con la pianista Alessandra Mostacci,mentre adagia i suoi testi su una base di musica sperimentale e d'avanguardia davanti a un pubblico spaesato dopo circa un quarto d'ora d'esibizione lontana anni luce da "Eptadone"o "Italiano terrone che amo".Lui però sempre carico,sempre col suo ghigno addosso per tutta la performance, probabilmente sempre più convinto che "non c'è gusto in italia ad essere intelligenti"(e come darti torto caro Freak).
Qui sotto la versione di Matteo Fiorino di "Gelati",brano tratto da "Kinotto"e proposto in un recente live al Centro Dialma Ruggero di La Spezia.Le riprese sono di Samuel Fava.
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