Salire sul carro dei vincitori è sempre stata una tipicità italiana e, naturalmente, la vittoria di Francesco Gabbani non poteva non alimentare questa pratica che tendenzialmente vede in primo piano i politici locali e i loro fedeli lecchini/e. Quello che Carrara culturalmente e musicalmente offre è sotto gli occhi e le orecchie di tutti. Se l'anno delle elezioni ha portato "casualmente" ("A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina" diceva il "Gobbo") alla riapertura di una sala cinematografica e di un teatro, dal punto di vista musicale le cose si fanno sempre più difficili. Nel centro storico del paese (definirla città in questo momento mi pare sinceramente un po' troppo) del vincitore del Festival di Sanremo, gli unici a fare musica dal vivo sono due piccoli circoli che per esigenze di spazio e "rumore" possono offrire una proposta limitata e, spesso, "carbonara". Accanto al Teatro Animosi, uno dei locali che aveva la programmazione più interessante e varia, ha rinunciato ai concerti perché i vincoli e i regolamenti comunali sono costruiti in maniera tale da scoraggiare questa attività evidentemente "pericolosa" per il riposo dei molti "cavalieri del lavoro" che vogliono godersi Iris, D-Max e Real Time in santa pace nei loro salotti.
Lo Swamp Club ha creato un locale vero dove poter organizzare live di qualità e ascoltare musica fino a tardi. Una sera sono andato per un dj set e ho trovato uno spiegamento di vigili urbani all'ingresso che per un attimo ho pensato alla visita di qualche alta carica dello stato (Mattarella con De Michelis?). Invece erano solo carte bollate da controllare all'una di notte (si sa che la quiete delle tenebre è compagna di viaggio e ispiratrice di artisti, poeti e burocrati).
Un po' come succede al Pollege Festival di Marina di Carrara. Una kermesse sulla spiaggia non se la possono permettere in molti, specie a costo quasi zero per il comune, ma l'evento viene visto con disturbo e noia dalle alte cariche della sala dei bottoni e non certo con l'entusiasmo che viene dato alla passerella della sagra del cafone (leggi "Festa della Birra") poche centinaia di metri più avanti.
Sul Parco Padula meglio tacere: lascio a chi ha voglia e tempo di farsi una passeggiata sul posto il privilegio di osservare il degrado di quella che poteva diventare un'area culturale di eccellenza del territorio e che aveva un Festival, Urla Padula, ancora oggi ricordato per qualità e varietà della sua proposta. Qualcuno citerà il premio Lunezia, orgoglio (con molto pregiudizio) della povera estate marinella, che viene assegnato sulla qualità dei testi delle canzoni. Qui però siamo in territorio "mainstream" e lo dimostra il fatto che nella sua ultima edizione ha dato riconoscimenti a mostri sacri della canzone italiana come The Kolors e Baby K, manco fossimo tutti "amici" della De Filippi.
Cari politici e lecchini/e dei politici, capisco che per voi la musica è solo presenzialismo stile "Versilia" e video su YouTube, per cui godetevi il vostro giro di giostra sul carro del vincitore di turno e preparatevi alla kermesse delle elezioni comunali. "Tutti tuttologi col web/ coca dei popoli /oppio dei poveri...".
Testo di Maurizio
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