Ecco l'appello lanciato da Mei Audiocoop per una proposta di legge che preveda all'interno dei palinsesti del sistema radiotelevisivo italiano almeno il 40 % di musica e autori italiani (adesso è al 10% grazie soprattutto a quei "geni"di Rds,Radio Deejay,105 e altri zoo musicali affini che hanno la responsabilità di aver fatto diventare la musica un sottofondo per salottini radiofonici dell'inutilità..).Una proposta che se accolta(in Francia avviene già)potrebbe rilanciare un settore,quello della musica italiana (e non solo indie),che soffre,tra le altre cose di un forte "eccesso di invisibilità".
Vincolo di una quota dedicata alla musica italiana nei grandi network nazionali TV e Radio
Il settore delle Attività Musicali in Italia esprime un volume di affari annuo di circa 3 miliardi e coinvolge circa 400 mila addetti, con 123 mila piccole e medie imprese (si
tratta di diversi protagonisti che partecipano con ruoli diversi:
produttori e distributori di strumenti, compositori, autori, interpreti,
esecutori, editori musicali, case discografiche, organizzatori di
concerti ed altri soggetti ancora che collaborano a differenti livelli
nel processo di creazione, produzione e distribuzione del prodotto).
Il settore delle Attività Musicali rappresenta, dunque, un importante
volano economico per il Paese e per tantissimi territori, con il grande
vantaggio che crea occupazione a costo zero e non può essere in alcun
modo spostato e delocalizzato dal nostro Paese. Occorre, pertanto, una nuova strategia d’intervento che
coinvolga lo stesso Governo, per realizzare un progetto generale capace
di restituire al nostro Paese, attraverso una ritrovata competitività,
quel ruolo primario che per tantissimo tempo ci ha caratterizzato.
Questo progetto, indubbiamente, non può che nascere efficacemente
dalla stretta collaborazione tra tutte le forze in campo espresse dal
settore, dal Parlamento e dal Governo, per favorire finalmente la
definitiva approvazione della Legge quadro a sostegno delle attività Musicali.
In attesa che si perfezioni e si definisca questa Legge, una delle
priorità in assoluto, tuttavia, dopo la definitiva approvazione della
tax credit per le produzioni discografiche e del live music act per
esibizioni di musica dal vivo, riguarda il capitolo della promozione
e diffusione delle produzioni musicali italiane sui media nazionali,
oggi particolarmente penalizzate dalle produzioni anglofone.
Tale discontinuità è possibile soltanto se nel nuovo contratto di servizio Stato-RAI, sarà inserito un vincolo che preveda una quota pari al 40% di musica italiana prodotta in Italia all’interno dei programmi Radio e Tv,
con una ulteriore quota destinata alla promozione dei giovani talenti
pari al 20% come in Francia, estendendo tale rapporto anche nel settore
dei grandi network radio e tv privati italiani.
Con un intervento a costo zero per il Governo, dunque, si
valorizzerebbero i due precedenti emendamenti già approvati (Tax Credit e
Act Live) e si moltiplicherebbero i posti di lavoro immediatamente in
un settore a forte tasso di occupazione giovanile, attirando anche
investimenti in coproduzioni e altre attività meritorie per la crescita e
lo sviluppo del settore.
E’ inoltre indispensabile intervenire sul tema della Siae e della
raccolta dei diritti primari e connessi per tutelare maggiormente i
giovani esordienti e tutti i piccoli autori, editori, produttori,
artisti, interpreti ed esecutori indipendenti ed emergenti, per una
riforma del Fondo Unico per lo Spettacolo che riconosca anche le musiche
attuali e per un Tavolo Nazionale comune di lavoro per la promozione
della musica italiana all’estero e altri interventi anche declinati a
livello regionale nonche’ l’attivazione di un tavolo di confronto con le
piattaforme digitali e telefoniche multinazionali distributrici di
musica per un maggiore riconoscimento in termini economici dei contenuti
musicali.
Su questi temi il Coordinamento degli Amici della Musica ha chiesto
un incontro al Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray e a gli altri
protagonisti del settore a livello istituzionale.
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