Un tema importante su cui riflettere è sicuramente quel confine, spesso 
sottile, che c'è tra spettacolo e musica intesa come arte. Come primo 
intervento vorrei evidenziare quelle opere musicali, che vengono, 
secondo me erroneamente, attribuite a un tipo di musica "leggera". Il 
rock e il pop sono spesso ancora molto snobbati dalla critica "colta", 
quando invece si potrebbe addirittura affermare che dopo Puccini c'è 
Battisti, oppure che l'Inghilterra ha incominciato a fare grande musica 
negli anni sessanta, visto che nomi di grandi compositori inglesi del 
sette-ottocento non risultano. 
Elenco di dieci notevoli opere musicali inglesi e americane snobbate 
dall'élite musicale, ma attribuibili con certezza alla storia dell'arte,
 in quanto a valore nel tempo, compiutezza e influenza su altri artisti,
 in ordine cronologico:
Highway 61, Dylan (1965);
il primo dei Doors (1967);
Banana Album, Velvet Underground (1967);
White Album, Beatles (1968);
Electric Ladyland, Hendrix (1968);
Led Zeppelin IV (1971);
Made in Japan, Deep Purple (1972);
Exile on main street, Rolling Stones (1972); 
Foxtrot, Genesis (1972);
Dark side of the moon, Pink Floyd (1973).
Italiane:
Concerto grosso, New Trolls (1970);
Non al denaro, De André (1971);
Radici, Guccini (1972);
Pollution, Battiato (1972);
Storia di un minuto, PFM (1972);
Arbeit macht frei, Area (1973);
Anima latina, Battisti (1974);
In concerto, De André+ PFM (1979); 
La voce del padrone, Battiato (1981); 
17 Re, Litfiba (1986)
Potrebbe sembrare anche un po' scontato, ma, se ci si pensa bene, non lo è per niente, in quanto, sebbene ormai diventati "classici", questi dischi, 
come molti altri (ho elencato solo i più "oggettivamente" 
significativi), restano sempre e comunque, a
 differenza del jazz tanto per fare un esempio, sempre classificati e 
stipati nel "bidone" fin troppo variegato del rock e del pop, ovvero 
della cosiddetta musica "leggera", che come definizione è molto 
invecchiata e significa ben poco. Potrebbe andar bene, caso mai, 
applicare la definizione alla musica davvero di consumo di massa, quella
 usa e getta, non certo alle opere d'arte sopra elencate. E qui entra 
l'altra questione: quasi tutte le opere elencate hanno venduto 
moltissimo, alcune da subito, altre col tempo, ma sempre milioni di 
copie. E allora? E allora vuol dire che non
 esiste solo musica commerciale o musica ricercata, ma piuttosto solo 
musica buona o musica di merda.
 
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