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giorni, 21 artisti, 10 minuti cadauno, 400 spettatori in tutto. Eccoli qui i
numeri di un successo che forse in pochi si aspettavano. Il Teatro degli
Impavidi di Sarzana (La Spezia), ha ospitato questo spettacolo nuovo, che ha visto coinvolto e
partecipe un pubblico variegato ed incuriosito.
La
prima serata al quale ho partecipato, ha visto alternarsi sul palco vari
artisti, a coprire tutte le Arti. Dalla musica alla letteratura, dalla danza alle
video installazioni, passando attraverso la proiezione del super8 rinvenuto
negli archivi del Circo Pipetto, rivisitazione dell’horror Frankenstein.
E’ stata una serata diversa, una serata imprevedibile.
Nel tentativo di accontentare tutti e giocando sulla formula dello zapping, forse a qualcuno sarà rimasto l’amaro in bocca, ma forse è anche giusto così: mettere la pulce nell’orecchio, instillare curiosità.
E’ stata una serata diversa, una serata imprevedibile.
Nel tentativo di accontentare tutti e giocando sulla formula dello zapping, forse a qualcuno sarà rimasto l’amaro in bocca, ma forse è anche giusto così: mettere la pulce nell’orecchio, instillare curiosità.
Miss
Qlee, music performer (bassista en travestì) con il suo suono cattivo e testi
da approfondire, perde la sua forza, svanisce e appare ridicolo paragonato alla
potenza vocale del soprano Sandra Mellace. C’è anche spazio per il jazz con
Cristina Alioto e Mauro Avanzini, oltre che per la musica elettronica con Radio Mars (Roberto Benucci, Max
Guerrero).
La letteratura roccarolla è rappresentata dal romanzo di Ico Gattai, Fegato che
regala un piccolo spettacolino di cabaret.
La video installazione di Makoto, lenta e sensuale, cozza con il video anni 90 di Erman Pasqualetti, a cui segue a ruota il balletto di danza contemporanea di Annita Conti e Elisa Dentone.
Gianmaria Simon e i Trajet Caravani sono invece una sorpresa interessante, un progetto del quale sentiremo ancora parlare, con la loro musica a metà tra suoni zingari e il sound polveroso di certe strade dell’Europa.
La video installazione di Makoto, lenta e sensuale, cozza con il video anni 90 di Erman Pasqualetti, a cui segue a ruota il balletto di danza contemporanea di Annita Conti e Elisa Dentone.
Gianmaria Simon e i Trajet Caravani sono invece una sorpresa interessante, un progetto del quale sentiremo ancora parlare, con la loro musica a metà tra suoni zingari e il sound polveroso di certe strade dell’Europa.
L’idea
è sicuramente interessante: un insieme di associazioni unite nello sforzo di
dimostrare che dalla crisi si esce insieme, abbracciando strade nuove, strade
che transitano dalla Cultura in tutte le sue forme e vesti. Una Cultura che
porta movimento in città, fa lavorare i locali, attiva e diffonde sul
territorio una linfa che nutre il tessuto sociale, attiva ed incuriosisce le
menti.
“Noi siamo la patria delle culture e anche gli unici ad averne smarrito il passaporto” scriveva qualche mese fa sul suo blog Diego Cugia.
“Noi siamo la patria delle culture e anche gli unici ad averne smarrito il passaporto” scriveva qualche mese fa sul suo blog Diego Cugia.
Manifestazioni come questa danno la speranza che il passaporto sia stato
ritrovato e abbia solo voglia di aumentare il numero di timbri.
Testo e Foto di Chiara Tommasi
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