12 agosto 1944...12 agosto 2014 ricorrono oggi 70 anni da uno degli episodi più atroci della Seconda Guerra Mondiale: L'ECCIDIO di Sant'Anna di Stazzema
Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema (piccolo paesino nascosto nell'alta Versilia a circa 15 km da Camaiore) era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca” ossia una
località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in
quell'estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei
giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi.
Nonostante ciò, all'alba del 12 agosto 1944, tre reparti di SS salirono a Sant'Anna mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant'Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per
non essere deportati mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla
sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro
case.
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 civili, in gran parte
bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle
stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe
a mano. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni.
Sebbene fosse viva era gravemente ferita. A trovare la piccola fu una
sorella che, miracolosamente superstite, la rinvenne tra le braccia
della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello.
Infine fu il fuoco a distruggere e cancellare tutto.
Non si trattò di
rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare di La Spezia,
si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata
in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese
e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le
popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
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