“Anche se
non ti vuol bene pretendi almeno che ci sia” hanno cantato ieri notte i Tre
Allegri Ragazzi Morti a chiusura del CarraraRocknrolla Pollege Festival, e a
me sembrava il loro personale modo di dire “ESSICI”, parola d’ordine di questa
tre giorni di festa sulla spiaggia.
Scrivere del
Pollege è molto più difficile di quanto si pensi, perché il Pollege non è un
semplice festival come i molteplici a cui si assiste in estate. Il Pollege è
uno stato d’animo, una filosofia di vita.
Il Pollege
non lo vedi, lo percepisci; non lo ascolti, lo vivi.
E così mi trovo in difficoltà nel raccontare
analiticamente delle svariate band che si sono presentate sul palco (oltre i
sopracitati TARM ci sono stati: Aucan, Jolebalalla, Asino, Do Nascimiento, June
Miller, Duo Bucolico, Machine Overdrive, Type Crew Connection, Adriano Bono e
la minima orchestra, Trenet, Iubal Collettivo Musicale, Haul & Pull Up
“Dancehall Style Project”, The Rust And The Fury, Wonder Vincent, Francesco
Gabbiani, Taurina Bros, Sforzi, Crazy Rain e Persephone's Change) non solo per
aver sovvenzionato parecchio il festival tramite birre al baretto, ma anche
perché il Pollege non è solo musica:
è l’esempio di come i ragazzi della One Love Association riescano ogni anno a
regalarci – il festival è sempre, rigorosamente totalmente, gratuito – tre
giorni di bellezza pura, di divertimento incontaminato.
La magica particolarità di questo festival fa sì che l’atmosfera Pollege in provincia si inizi a sentire fin da giugno, quando ancora non si sa chi suonerà, quando non si sa se anche quest’anno i ragazzi della One Love Association saranno riusciti a vincere nella eterna lotta alla burocrazia, alla ricerca dei fondi e tutto quanto ci sia dietro un festival.E in un clima così tutti, sul palco, spaccano, anche se non è vero, perché la felicità è contagiosa e quindi è permesso di stonare, di sbagliare la scaletta, di avere problemi con gli strumenti, “perché il bello del Pollege è questo, non ci si capisce mai un cazzo fino alla fine” verrà detto sul palco, ed è la verità. La buffa e ridente anarchia la fa da padrona e dalla spiaggia si percepisce quel clima che si sente in una serata tra amici.
Comunque sia quello che è certo è che quando arriva il Pollege lascia il segno. E il segno che lascia è un sorriso.
Il Pollege è
felicità e divertimento; è vedere tre tizi vestiti da Bratz, da Thor, da Batman
e da aragosta, ma non solo.
È vedere
sorrisi smaglianti illuminati dal faro.
Il Pollege è
baci.
Pollege is love.
La fortuna
di aver obbedito all’essici è di
esserci. Perché cose belle e Pollege (nel vero senso della parola) così, in
questo mondo troppo di corsa, ce ne sono sempre meno.
W il Festival
3dì che vedi in ciabatte, si sente con il cuore e fa bene al morale.
Recensione di Flavia e foto di Lorenzo Devoti
Nessun commento:
Posta un commento