lunedì 7 maggio 2012

Indi(e)ci-Bile-Una banda di pornografi e pornofumettisti alle prese con la Vulvocrazia all'italiana

                                                                             
Provateci voi a recensire questo libro. Sono già cinque minuti che sto fissando il monitor e non so cosa scrivere. Allora provo, come avrà insegnato qualche maestro zen che non conosco, a uscire dal corpo e a tornare indietro nel tempo ai momenti in cui lo leggevo. I commenti passavano dalla classica risata al “No… questo proprio no!” al “Che schifo” fino ad arrivare al “Ma tu sei un malato mentale!”. The Holy Bile è un libro che del politicamente scorretto fa una fede, come da titolo. Questo con tutti i pregi e i difetti del caso. Ricorda da vicino i maestri toscani del genere, il Vernacoliere e Don Zauker su tutti. Tuttavia, a leggere tutte quelle porcate scritte una dietro l’altra, la domanda che nasce spontanea è se oltre la facciata, la forma volgare, ci sia qualcosa da comunicare. Perché questo libro? Che bisogno ce n’era? Letterariamente parlando è un bell’esperimento. A primo acchitto possiamo trovare mescolati fumetti e pezzi di satira. Solo che c’accorgiamo subito che si tratta di categorie vuote, perché se confrontiamo, ad esempio, Il potere logora chi non lo sa di Daniele Fabbri e L’Aperitivo della Scimmia di Tabagista non siamo certo di fronte a “due pezzi di satira” così classificabili perché uguali in tutto e per tutto. Il primo è diretto, ogni singola parola mira a scandalizzare o alla risata, a seconda del grado di perversione di chi legge, anche se il piccolo capolavoro è l’accostamento tra l’asilo e una riunione di massoni. Il secondo è più allusivo, una distopia ambientata in un futuro in cui una massa di scimmie fa un fuori un circolo di intellettuali rinchiusi in un castello. The Holy Bile in effetti è un miscuglio di generi accumunati dalla voglia di fare satira in maniera diversa, di non seguire i canali classici che portano direttamente agli spettacoli di prima serata su La7. Non vedrete mai nulla del genere in televisione o nelle grandi distribuzioni. Libri come questo, per uscire di casa, hanno bisogno di un alone di silenzio che li protegga dal calderone della morale di questo Paese: dove il perbenismo pubblico e le perversioni private convivono sempre più spesso dentro la stessa persona. Crescendo piano, piano, come un tumore, un’escrescenza, un fastidioso follicolo nella vagina del nostro Stivale, un bel giorno The Holy Bile potrà diventare un bel libro cult, perché rappresenta alla perfezione la cattiva coscienza italiana. E starà lì a ricordarci i nostri peccati per sempre, perché ormai è stampato, ormai è fatta amici, il libro è uscito e non si può più tornare indietro! The Holy Bile, in un certo senso, è un libro di catechismo alla rovescia.

Recensione di Andrea Scutellà 

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