mercoledì 29 novembre 2023

"PAROLE DI BAUSTELLE" - IL FAVOLOSO MONDO DI FRANCESCO BIANCONI NEI TESTI DI "LA MALAVITA", "AMEN" E "I MISTICI" - INTERVISTA ALL'AUTORE DAVID MARTE A CURA DI MAURIZIO CASTAGNA


"Parole di Baustelle" è un incredibile libro che analizza i testi di tre album dei Baustelle, "La Malavita", "Amen" e "I mistici dell'occidente" e ci trascina in quello splendido mondo di citazioni letterarie e influenze che popolano questa splendida trilogia. Ne abbiamo parlato con l'autore David Marte.


Ciao David e grazie per la disponibilità. Di cosa tratta il libro e come lo hai strutturato?
Il libro è il commento ad una selezione di canzoni dei Baustelle scelte dagli album "La Malavita" (2005), "Amen" (2008), "I Mistici dell'Occidente" (2010). Per ognuno di questi album ho analizzato la prima metà dei pezzi, 18 in totale, il progetto prevede infatti la pubblicazione di un secondo volume con la restante metà. Sono inclusi alcuni classici del gruppo, "La guerra è finita", "Baudelaire", "Gli spietati", "Le rane", e il loro maggior successo commerciale, "Charlie fa surf".

Dove nasce il tuo amore per questa band. Un concerto, un video, un vinile?
Come ho raccontato alla fine del libro nella Postilla Metodologica tutto nasce dalla relazione sbagliata con il mio primo grande amore. Si chiamava Giuseppe, ed eravamo diversi in tutto. Il caso volle che un giorno io leggessi sulla rivista Rumore la recensione de "La Malavita" e che incuriosito ne scaricassi l'album da Soulseek. Una domenica mattina lo ascoltammo assieme nella mia vecchia Clio rossa, e subito ce ne innamorammo entrambi. Quell'album divenne, anche se per poco tempo, per me e Giuseppe, l'ultimo meraviglioso legame della nostra sgangherata unione. Poi lui mi lasciò. A me restarono i Baustelle, ed io iniziai a scrivere il libro.

Quello che mi colpisce è il tuo riuscire a rimanere "distante" nella stesura. Il libro è un flusso perfetto di citazioni, rimandi, storie, ma in tutto questo sembra tu abbia voluto tenere a freno la passione quasi temessi che "lasciarti andare" potesse in qualche modo "contaminare" la riuscita del testo. Come e quanto hai lavorato su ogni testo e soprattutto come hai "scovato" tutti i rimandi, le influenze, le storie dietro i testi di Bianconi?
Ho cercato di condurre un'indagine scientifica, oggettiva, senza esprimere alcun giudizio di qualità. Non era mio compito dire se ciò che leggevo era bello o brutto: il mio compito era osservare, scoprire, capire, approfondire, e imparare. È stato un lavoro che mi ha dato tanto sia dal punto di vista culturale che umano. Non saprei dire quanto ho lavorato ai singoli testi; la fase principale di scrittura è durata 3 anni, dal 2010 al 2013. Fino al 2019 ho poi arricchito le canzoni di rimandi, citazioni e connessioni, mano a mano che leggevo nuovi libri e saggi, che ascoltavo nuova musica e guardavo nuovi film: non scelti a caso naturalmente, ma partendo da precise indicazioni date dallo stesso Bianconi nelle sue interviste su scrittori, musicisti, gruppi e film che lo avevano influenzato o ispirato per singole canzoni o in generale per la sua formazione di autore. Nel 2020 e 2021, grazie al lockdown e alla pandemia, ho avuto il tempo di dedicarmi alla revisione finale e all'editing. Da un corpus di circa 500 pagine sono rimaste le 300 pubblicate. E' chiaro che fin da subito percepivo nelle parole di Bianconi un substrato culturale molto vicino al mio, se non proprio sovrapponibile: è questa la motivazione che mi ha spinto ad iniziare il lavoro di indagine, con l'intento di cogliere e svelare ciò che sentivo nascosto dietro quelle parole.


L'importanza del tuo lavoro secondo me sta soprattutto nel fatto che hai riportato al centro dell'attenzione la scrittura. Nella società moderna dove la musica è fruita principalmente in maniera liquida e soprattutto gratuitamente si rischia sovente di essere prigionieri di questa sorta di compulsività per cui tutto scorre senza che niente o quasi resti. Questo rivoluzionario modo di accesso all'ascolto quanto influisce oggi in fase di composizione?
Bianconi è un intellettuale, da questo punto di vista la sua scrittura si collega a certi grandi autori del passato, dai quali trapelava una vasta cultura e una viva curiosità per la ricerca e la conoscenza. Su questi presupposti la loro scrittura diventava una vera e propria urgenza espressiva: avevano il bisogno di dire qualcosa per loro significativo, avevano il bisogno di esprimere la loro visione del reale. Esempi? Battiato, Ferretti. In questi autori il contenuto della scrittura ha la stessa importanza del significante della musica, i due aspetti risultano inscindibili. "Forma e sostanza" appunto. Ma io ho volutamente tralasciato l'aspetto musicale. Il mio amore per l'analisi del testo, deviato dall'amore per la letteratura latina, mi ha portato a concentrarmi puntualmente sull'aspetto letterario, e ho affrontato Bianconi come avrei affrontato Ovidio. Non vedo nel presente autori di questa portata, però apprezzo tantissima nuova musica e alcuni nuovi autori. Ho davvero amato Tha Supreme nel suo debutto "23 6451", la scrittura eccessiva di Rosa Chemical nel suo album "Forever", il pasticcio linguistico di Kid Yugi in "Quarto di bue". Mi piace molto Madame: il meraviglioso sperimentalismo linguistico di "Sciccherie" sembra il corrispettivo canzonettistico delle acrobatiche invenzioni di Carlo Emilio Gadda. Il 'significato' delle loro canzoni non scende nel profondo e rimane sulla superficie delle cose, ma questa superficie si allarga a cogliere la sconfinata orizzontalità del presente: è un'epoca nuova, è l'epoca della totalità di internet e del virtuale. La velocità con cui si vola sfiorando questa totalità è ben espressa dalla generazione Spotify, e non può essere altrimenti. È cultura pop all'ennesima potenza.

Come mai hai scelto di analizzare i brani di questa "Trilogia della Vita" e non di altri dischi dei Baustelle?
Sono gli album con cui li ho conosciuti, ma soprattutto mi sembrava che da un punto di vista tematico si concentrassero tutti e tre sulla contemporaneità, costituendo appunto una triade unitaria, una "Trilogia della vita", ossia uno sguardo lucido e spietato sulla crisi dell'uomo e del mondo nell'Occidente. Nel 2013 il successivo "Fantasma" sposterà la visione, focalizzandosi sulla tematica del tempo. Prima della pubblicazione de "L'amore e la violenza" (2017) il mio volume era già stato impostato e scritto. La definizione "Trilogia della vita" rimanda naturalmente alla rappresentazione dell'uomo espressa da Pasolini nei suoi tre ultimi film. Mi sembrava che i Baustelle ne rappresentassero il corrispettivo musicale, in realtà rovesciandolo: una 'Trilogia della morte'.

Ti sei mai chiesto se tutti questi "rimandi culturali" che hai trovato siano tutti stati inseriti in maniera consapevole da Bianconi o se ci siano state alcune involontarie influenze ovviamente legate al suo bagaglio culturale?
Certo, sono accadute entrambe le cose: c'è una formazione culturale che ha plasmato in modo naturale, istintivo ed inconsapevole una certa sostanza di scrittura, poi ci sono citazioni e rimandi inseriti coscientemente; in molti casi Bianconi ha esplicitato i modelli e i riferimenti degli album o dei singoli testi, talvolta anche di precise citazioni. Nella sezione "Lui disse" ho infatti riportato le sue parole a supporto del mio commento. Anzi, rovesciamo pure la prospettiva: il mio commento è partito esattamente dai punti di riferimento e dai modelli espressi dall'autore. La prima fase di lavoro per "Parole di Baustelle" è stata infatti la ricerca e la raccolta di tutte le interviste rilasciate da Bianconi: le ho lette con grande attenzione e le ho ordinate canzone per canzone: è stato lui stesso ad indicarmi il percorso del commento. Io ho solo cercato di diventare lui.


Parliamo un po' di te. Laureato in lettere antiche e cantante e dj, oltre che scrittore, leggo dalla tua bio.
Essere stato autore e avere scritto canzoni mi ha certamente aiutato a capire come si scrive un testo e cosa può esserci dietro le parole. Poi sì, mi sono dedicato a molte altre cose. La vita è un susseguirsi di passioni, e il desiderio ci porta continuamente verso esperienze diverse. Una vita merita più vite.

Oltre ai Baustelle per quanto riguarda la scena italiana hai mai pensato di dedicarti ai testi di altri artisti o band?
Ogni tanto mi capita di ascoltare un testo e di pensare: "Ecco! Questo mi piace! Ecco qui si nasconde qualcosa di interessante!". Però lo scrivere toglie tempo al vivere. E in questo momento preferisco dedicare più tempo alla vita. Ad esempio ho ripreso a pattinare.

Per acquistare "Parole di Baustelle" e interagire con te come possiamo fare?
Il libro è disponibile su Amazon in formato cartaceo o ebook (https://www.amazon.it/Parole-Baustelle-Commento-Malavita-dellOccidente/dp/B096VSXFFY/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=). La mail collegata al libro è: davidmarteposta@gmail.com.

Ultimissima e inevitabile domanda: I Baustelle hanno letto il libro?
Il destino ha voluto che pochi giorni dopo la pubblicazione del libro io mi trovassi in Abruzzo e che in quei giorni Francesco Bianconi suonasse a Pizzoli in provincia de L'Aquila. Sono andato, l'ho incontrato e conosciuto, e gli ho consegnato le prime due copie di "Parole di Baustelle". È stato un grande onore.


Al minuto 01:50 di questo servizio video si vede l'istante in cui, dopo le prove pomeridiane, David consegna a Bianconi due copie di "Parole di Baustelle":






 

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