giovedì 6 dicembre 2018

TUTTA LA NOSTALGIA DI ASHRAFF NEL TERZO DISCO DELLA REGGAESTAR SENEGALESE // GALLERY DI SAMUEL FAVA



L’album Nostalgy vuole restituire dignità al sentimento che nasce dalle perdite, dai distacchi e dagli abbandoni che accadono durante la nostra esistenza. Che si tratti della perdita di qualcosa, di qualcuno o di un’emozione, il sentimento e i ricordi che ne derivano amplificano il valore che abbiamo dato nel passato a ciò che oggi non c’è più.


ASHRAFF 30 visto da Samuel Fava


L’album contiene 13 tracce che aprono una finestra sui tanti e differenti modi in cui la nostalgia può manifestarsi in ognuno di noi, ma è anche un disco molto personale in cui Ashraff 30 canta il suo proprio e intimo sentimento di nostalgia che prova, soprattutto, per la Madre Terra, per l’Africa.

  

Non è un caso che il primo singolo del disco sia proprio il brano “Mankind’s Cradle”, la culla dell’umanità: dopo un lungo periodo trascorso in Europa, l’artista comprende quanto siano forti e salde le sue radici e quanto sia fiero di essere africano, nonostante gli innumerevoli problemi che ancora oggi affliggono il continente. Un faro acceso sulla sua terra di origine anche nella traccia “Galsen”, che non è altro che il nome Senegal con le sillabe invertite. È un pezzo in cui Ashraff 30 canta un vero e proprio inno per il suo paese, sottolineando quanto tutto della sua terra gli manchi, dagli odori ai cibi, dai colori alla gente. Inevitabili in “Galsen” i riferimenti alla famosa Teranga, l’arte dell’ospitalità senegalese, e alla sfera della spiritualità murid, quest’ultimo soprattutto un tema molto sentito dall’artista e che ritorna infatti anche nel brano “Sunu Wassila”.


Nel nuovo disco di Ashraff 30, il terzo della sua carriera, la nostalgia indossa molteplici abiti, tocca ogni aspetto della quotidianità dell’uomo, come l’amore in “Good Night” e “Abadane”, le tribolazioni della vita, in “Bad Luck Day”, e la perdita di una persona cara e punto di riferimento per la società africana come lo è una nonna, in “Big Mama”.

«In Africa si dice che una persona anziana che muore è come una biblioteca che brucia.»


La nostalgia della famiglia emerge anche nel brano “Bourou Keureum” (trad. La Regina di Casa) dedicata alla madre dell’artista. Spazio anche alle featuring con le tracce “Jambaar Door Waar” in collaborazione con Ombre Zion e Sangue Bi, e “Remember That” con Sista Awa. In “Jambaar Door War” la nostalgia è proiettata verso i politici di altri tempi in contrapposizione a chi, oggi, si preoccupa della fama e del proprio tornaconto a discapito della società e del paese. Dallo scenario politico a quello musicale in “Remember That”, in cui Ashraff 30 desidera ricordare quale sia l’essenza della musica reggae: peace, love, and harmony. È un richiamo alla missione degli artisti: i musicisti dovrebbero rispecchiare il cambiamento che desiderano fortemente vedere nel mondo.

«Quando la musica non ci insegna e non ci migliora, dobbiamo chiamarla con un altro nome.»

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