Questa settimana a Riserva Indie il pop elegante dei Sir Rick Bowman per presentare "A quiet life" e il gradito ritorno della musica d'autore di Tommaso Tanzini con il suo nuovo album "Giganti", edito da Aloch Dischi. Appuntamento in diretta Lunedì 23 Gennaio dalle 21 alle 22,30 e in replica Sabato 28 dalle 16 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio - Popolare Network (89,80 Fm) e in streaming su http://www.contattoradio.it/ascoltaci/index.php
I Sir Rick Bowman si sviluppano a partire dal 2008, quando l'allora nucleo originale (chitarra - basso - batteria) inizia a comporre brani che rimbalzano tra i decenni, rimanendo però saldamente legati al sound delle campagne e delle metropoli d'Inghilterra; la band comincia presto ad affacciarsi sui palchi delle province di Prato e Firenze in forma semi-acustica, arruolando progressivamente musicisti (seconda chitarra, piano) in grado di esprimere e dare vita a un progetto che già dalle prime intenzioni sembra dover acquisire un respiro più ampio. Dopo alcuni EP, le aperture dei concerti per The Niro a Prato nel 2010 e nel 2011, le due partecipazioni al Rock Contest di Controradio, e diverse esperienze live in giro per la Toscana, la band pubblica nel 2013 il primo disco autoprodotto “Shades Of The Queue”: partendo dal folk rock di matrice britannica, si passa attraverso atmosfere e sonorità alt rock, fondendo l’elettronica col gusto per la melodia del primo britpop. Il disco è stato accompagnato dall’uscita di tre video ufficiali (Ghost / Dear Mr. Time / Over Borders’ Ground) e ha ricevuto ottime recensioni da parte di alcune delle principali webzine nazionali – Rockit, Artistsandbands, Distorsioni, ecc... – ricevendo un ulteriore riconoscimento con l’ingresso del brano “Over Borders’ Ground” nella compilation “Le Canzoni Migliori Le Aiuta La Fame Vol.2”, per La Fame Dischi, uscita a Febbraio 2014. Conclusa l’esperienza del primo disco, i Sir Rick Bowman cambiano batterista e si chiudono in studio per dar vita al secondo disco, sviluppando il lavoro con un approccio diametralmente opposto: l'arrangiamento e la struttura dei brani nascono e crescono insieme, attraversano le influenze e i gusti eterogenei di tutta la band fino al loro compimento. Ed è per questo che "A Quiet Life" ha tante anime; chitarre taglienti si mescolano a tappeti eterei di synth, la spinta dei groove di batteria abbraccia la geometria del basso, e ogni brano crea un'atmosfera unica lungo il percorso del disco. Il tema che lo accompagna è l’analisi di ciò che si attraversa intorno ai 30 anni, a metà strada tra l’età adulta e la giovinezza, l'inevitabile passaggio alla "vita tranquilla", più o meno inquadrata, tanto rassicurante quanto – talvolta – standardizzata, un momento vissuto in maniera consapevole che viene raccontato non tanto per esaltarlo quanto per esorcizzarlo e trovare una strada differente, in cui possa esistere anche un diverso stile di vita. Il tutto, con un tocco di autoironia e humour, anche questo come la musica, di ispirazione britannica. Il disco è stato registrato a metà tra l'El Sop Recording Studio (Sesto Fiorentino - FI) e The Carlos Room (Prato), mixato e masterizzato da Leo Magnolfi e la band sempre presso l'El Sop Recording Studio ed uscito per New Model Label il 10 Giugno 2016.
I giganti, o meglio, i reduci. Dalle bancarotte esistenziali, dalle occasioni perse, dalle illusioni volatili come foglie, dal tempo che fugge senza più tornare indietro. Tommaso Tanzini disegna una quotidianità dalla quale i sogni sono stati banditi: si entra nell’età adulta senza passare dal via, ci si accontenta di simulare una vita normale e finisce lì. A meno di non pretendere tutto e subito, cosa peraltro auspicabile a prescindere. Su cosa si intenda per vita normale, poi, il dibattito è aperto. Nessuno sconto, comunque sia, a una generazione precaria e a chi, per sbarcare il lunario, organizza “corsi di recupero post fallimento”. Eppure, alla fine si ride e si vince come dei giganti nell’arena, anche a rischio di “rimane(re) soli, per sempre”. Tanzini riveste le sue canzoni dolci/amare ricorrendo a un suono per certi versi più ricco e meno essenziale rispetto a quello espresso in “Piena”, il disco d’esordio uscito nel 2014 che sanciva la fine dell’esperienza dei Criminal Jokers (già, la band dalla quale è uscito Francesco Motta). “Giganti”, si attesta dalle parti di un’estetica più prossima alla new wave degli anni ’80, di conseguenza la sezione ritmica è massiccia, i battiti pulsanti del basso offrono certezze, la chitarra, a volte, ricorda i tocchi di Tom Verlaine, mentre “La vita trema” finisce per pagare dazio ai Cure. Qualche oscurità di contorno, ma nel complesso il disco non è immerso nelle tenebre, anzi, le otto canzoni firmate dal cantautore pisano vivono anche di momenti di luminosità intensa, a dimostrarlo ecco una “Fantasmi” che prova a evocare certe spigolosità (forse dimenticate) espresse a piene mani a fine secolo scorso dai Gentle Waves di Isobel Campbell. Un bel disco, con un suo filo logico, a conferma che c’è vita oltre i Criminal Jokers. Da Rockit.
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