Tralasciando il, non di poco conto, fatto che fosse il mio compleanno, e che io vedessi questo concerto come a un regalo - e i regali che ti fai da sola, si sa, ti piacciono sempre - questo concerto è stato sorprendente.
Museica, l’ultimo lavoro di Caparezza, non avevo avuto modo di ascoltarlo con tutta l’attenzione che si meritava, mi era piaciuto, sì, ma non mi aveva entusiasmato.
Sbatterci la faccia contro, in un concerto, è la cosa migliore per restituirgli tutto il suo merito. Questo, più che un cd, come dice l’autore stesso, è il suo museo, ispirato al mondo dell’arte e ogni suo brano prende spunto da un quadro.
Il concerto viene aperto da Peppe Civiletti col suo violoncello:di una bravura incredibile.
Dopo pochi minuti da una matrioska esce Caparezza che inizia il concerto con “Avrai ragione tu” canzone ispirata al celebre bacio tra Leonid Breznev ed Erich Honecker dipinto sul muro di Berlino. Prendendo spunto dal Guernica di Picasso, Caparezza parla del quadro e di quanto possa essere facile, ad oggi, mettere Gaza al posto di Guernica, e ci dice, con tutto il fervore di chi sa di essere dalla parte giusta, come lui stesso si richiami ai valori dell’antinazismo e dall’antifascismo.
Museica, l’ultimo lavoro di Caparezza, non avevo avuto modo di ascoltarlo con tutta l’attenzione che si meritava, mi era piaciuto, sì, ma non mi aveva entusiasmato.
Sbatterci la faccia contro, in un concerto, è la cosa migliore per restituirgli tutto il suo merito. Questo, più che un cd, come dice l’autore stesso, è il suo museo, ispirato al mondo dell’arte e ogni suo brano prende spunto da un quadro.
Il concerto viene aperto da Peppe Civiletti col suo violoncello:di una bravura incredibile.
Dopo pochi minuti da una matrioska esce Caparezza che inizia il concerto con “Avrai ragione tu” canzone ispirata al celebre bacio tra Leonid Breznev ed Erich Honecker dipinto sul muro di Berlino. Prendendo spunto dal Guernica di Picasso, Caparezza parla del quadro e di quanto possa essere facile, ad oggi, mettere Gaza al posto di Guernica, e ci dice, con tutto il fervore di chi sa di essere dalla parte giusta, come lui stesso si richiami ai valori dell’antinazismo e dall’antifascismo.
Col toro del Guernica sul palco parte, chiaramente, “Dalla parte del toro”.
Si passa poi a “Mica Van Gogh” e subito dopo “Sfogati” mente nel maxischermo alle sue spalle passano prima i girasoli di Van Gogh e poi i quadri di Ligabue (Antonio). È ora la volta dell’inno che ha scritto Caparezza, nello scorso album: “Legalize the Premier” a cui seguono poi “Giotto Beat” e “La mia parte intollerante”.
Il concerto è energico e Caparezza saltella di qua e di là dal palco. E il pubblico pure. La scaletta è un accostarsi di canzone vecchie e nuove con una naturalezza che rende manifesto una certa logica dietro ad ogni album.
“Teste di Modì” è la prossima canzone, che viene anticipata da ciò che l’ha ispirata, lo scherzo di tre giovani livornesi che scolpiscono un falso Modigliani, nell’84, che viene preso per autentico, dalla migliore critica. Subito dopo si susseguono “Abiura di me” e “Canzone a metà” (che, per me che sono un’inconcludente nata, è quasi biografica). Dopo “Cover” parte una versione intimissima, con piano e voce, di “non siete stato voi” che riesce a metterci dentro ancora più rabbia, ancora più scandalo, ancora più frustrazione, per quella gente, assolutamente indegna, che ci governa. Da brividi.
Il concerto prosegue con “China Town”, una vera e propria ballad, poi con “Vengo dalla Luna”, “Goodbye Malinconia”, “Kitaro”, “Vieni a ballare in Puglia” e si chiude con “Non me lo posso permettere”.
Durante tutto il concerto, alle spalle dei musicisti avevano spazio delle istallazioni video incredibilmente belle, e le scenografie e le maschere e tutto il resto, davano davvero l’impressione di essere dentro un museo, che prende vita. E canta. E balla.
Caparezza, dopo averci presentato tutta la troupe che gli permette di girare l’Italia, ci saluta, ed esce di scena. Ma poi torna. E a concludere definitivamente il concerto ci pensano “Fai da tela”, “È tardi” e “La fine di Gaia”.
Il concerto è stato incredibile, vedere Piazza dei Cavalieri così bella è stato incredibile, passare un compleanno così è stato incredibile, aspettare che Caparezza uscisse a firmare gli autografi e farsi scattare una foto con lui dai suoi addetti alla sicurezza, è stato credibilissimo, perché Caparezza, anzi, Michele, è davvero una bellissima persona, prima che un ottimo artista.
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