Lunedì 28 e Martedì 29 ancora un doppio appuntamento con la musica di Riserva Indie.
Lunedì 28 Maggio ore 21:00
ATTERRAGGIO ALIENO
La primavera è ormai arrivata e questo disco è certamente uno dei modi migliori per festeggiare l’avvenimento, in virtù della freschezza delle sue composizioni. Dopo tre anni da “La Piena”, Francesco Falorni, in arte Atterraggio Alieno, sforna un nuovo delizioso lavoro. “Il disgelo” è un album che entusiasma con le sue ondate di dolcezza attraverso un linguaggio estremamente comunicativo. Il titolo dell’album spiega esattamente quello che ascolterete al suo interno, senza arzigogoli né inutili artifici stilistici. Dieci brani che mescolano sensualità e tristezza, dolcezza e sofferenza. Il cantautore fiorentino riprende il suo percorso proprio da dove l’aveva lasciato; non è un caso che quel luccichio di speranza che s’intravedeva già nella “Canzone dell’ottimista” diventi poi il tema portante del nuovo lavoro. Il desiderio di una vita più serena s’inerpica su raffigurazioni memorative che scandiscono lo scorrere del tempo in bellissime oasi melodiche intrise di puro lirismo. Trentanove minuti di musica coloratissima in cui risuonano suggestioni lontane, d’immutata purezza. L’iniziale arpeggio di chitarra, l’intatta eleganza della viola, arricchite da tintinii di glockenspiel avvolgono la bellissima voce di Francesco in “Saremo ricchi amore”; si pone fiducia in un futuro remoto, dove situazioni inverosimili appaiono, giustificate dalla fervida unione di due amanti (“e solo quando le nostre vene si uniranno e diventeranno fiumi, noi venderemo ogni paura e saremo ricchi amore”). L’utilizzo del banjo sembra caricare il brano successivo, “Nero petrolio”, di energia atomica senza mai escludere una cantabilità infiammata dalla nostalgia, la stessa che pervade i pezzi successivi. Si rafforza la posizione dell’uomo come parte integrante di un sistema naturale all’interno del quale egli può avanzare per fronteggiare le proprie paure e le proprie ansie. E’ viva la voglia di perdersi in stati emotivi e Stati (“congeliamo questo momento, andiamo a vivere in Alaska”) per riportare la primavera laddove il triste epilogo di una guerra ha fatto sì che svanisse via nel tempo (“Dana e Marek portano la Primavera a Vorkuta, e fra le mani gelate torna a scorrere forte caldo coraggio”). “Cervello lo-fi “ è una dichiarazione d’intenti in cui si palesa l’annullamento della volontà di pensare o perlomeno di farlo in high quality. L’atmosfera generale è di grande tranquillità interiore e i brani scorrono imperterriti con giri sonori di grande raffinatezza. Un continuum armonico immobile ma melodicamente sempre variato che richiede un po’ di ascolti prima di rivelarsi completamente. Un album come questo può riscaldarvi la giornata grazie a composizioni piacevoli, suonate con estrema bravura. È tempo di rinnovamento, fioriscono i peschi, arrivano le prime mosche, le prime allergie, la natura si sveglia, è il tempo del “Disgelo”; un’ottima occasione per entrare in contatto con questo giovane artista e assaporare il calore entusiasmante di una musica che si dispiega appieno regalandoci profumi intensi e di buon auspicio per i giorni a venire.
DA BREAKFAST JUMPERS
MARTEDI' 29 MAGGIO
SEED'N'FEED
Un grande disco che ha segnato il ritorno di una grande band. Basterebbe già questa frase per descrivere Una lunga Notte, sesto album dei toscani Seed’n’feed. Apertura con la title track che, già da sola, permette di capire come la band sia maturata, entrando in un rock maggiormente ricercato e raffinato. Si prosegue con altre tredici tracce, e tutte e tredici sono delle “perle” ben arrangiate e consacranti alla storia del gruppo.
Ho parlato di rock, ma la verità è che il genere/stile di questo disco è molto difficile da definire. Si passa dal punk, all’emo, al rock melodico con un’unica forza trainante: i testi, tutti in italiano che hanno un ché di melanconia ad accomunarli. Non si può non amare quindi un cd in cui troverete anche la voce di Diletta Casanova, il pianoforte di Federico Ciompi e Olly degli Shandon. Brani quindi da ascoltare e riascoltare, per trovarne ogni volta uno spunto diverso. Un esempio? l’amore per la propria città in “Sandali di Plastica” e un ritorno al passato in “Fiori secchi”. La voce di Lorenzo Dinelli e la splendida grafica di copertina sono infine due ciliegine sulla torta, una torta di cantautorato, rock, ma un ottimo cantautorato.
DA SHIVERWEBZINE.COM
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