lunedì 22 settembre 2025

CRISTINA DI FALCO - CHIAMAMI ESTATE - RECENSIONE E INTERVISTA A CURA DI LUCA STRA PER DIAMANTI NASCOSTI


“Chiamami estate”, ultimo singolo della cantautrice di origine siciliana Cristina Di Falco, è un inno alla gioia, un pezzo sorretto da un arrangiamento semplice ma efficace che mette in risalto la melodia ariosa che profuma di sole, di mare e di tutti quegli elementi che fanno dell’estate un momento di spensieratezza che spezza la routine delle nostre vite. “Stare bene è quel che vale” canta Cristina sintetizzando l’essenza del brano. Colonna sonora perfetta per un viaggio verso Sud, “Chiamami estate” esprime il desiderio di recuperare quella parte di sé legata alle radici, all’infanzia. Dal punto di vista musicale il brano è pop in stile anni 90 e si ispira alla prima Elisa, che la musicista ci ha detto essere il suo principale punto di riferimento. Prima di “Chiamami estate” Cristina Di Falco ha pubblicato altri due singoli, “Dal mondo in una stanza” e “Edera”. In “Dal mondo a una stanza”, uscito a settembre 2024, la voce ricalca in modo più marcato le linee vocali di Elisa, ma anche di Giorgia dimostrando una buona estensione e una notevole capacità di modulare il canto. E’ una classica canzone d’amore che celebra la bellezza dello stare insieme. “Come imparare a non idealizzare tutto?” è la domanda. Perché si sa che amarsi significa essere quasi essere accecati dalla bellezza dello stare insieme, lasciarsi andare e perdersi l’uno nell’altro. Musicalmente il pezzo si ispira sempre al pop anni 90 e sa farsi notare per la sua aggraziata semplicità. “Edera”, primo singolo ad essere pubblicato a gennaio del 2024 ha una ritmica più mossa ed invita a scoprire sé stessi lasciandosi cullare dall’abbraccio dell’edera, che simboleggia l’amore e la natura come luoghi in cui ritrovarsi. Ed è proprio questo ritrovarsi il comun denominatore della musica di Cristina Di Falco, ritornare a quella dimensione in cui la nostra anima si sente protetta e libera.
La cantautrice ci ha rilasciato un’intervista per darci modo non solo di parlare dei suoi pezzi, ma di lei come persona.



- Partiamo dal tuo ultimo singolo “Chiamami estate”. Che rapporto hai con l’estate, cos’è che la rende così preziosa per te?
- Allora, per me l’estate è un po’ una stagione di rinascita. Parlavo proprio oggi con una mia amica e ognuno ha un momento dell’anno in cui sente di partire da zero e per me lo è l’estate. In parte probabilmente perché io sono nata in estate quindi c’è un legame da questo punto di vista e penso a quando fondamentalmente sono venuta al mondo. E’ una stagione in cui mi sento carica, energica e inizio sempre a fare qualcosa. In questo caso l’estate rappresenta un momento di transizione perché mi sto indirizzando verso nuove avventure, nuovi percorsi di vita per cui è stata un po’ una transizione, ma anche un momento di riflessione, vedere dove sono arrivata finora, insomma è questo. 
- Il tuo singolo si può definire un pop folk, si sentono influenze della musica americana, di vari artisti come per esempio Sheryl Crow. Ne ascolti molta di musica folk americana e folk in generale?
- Ma allora folk dipende, quello magari un po’ più commerciale, più pop, poi io sono dell’idea che è un po’ tutto collegato quindi magari il mio rifarmi a un artista poi magari quell’artista si collega ad altri artisti folk. Con i produttori del brano che sono anche dei musicisti abbiamo cercato di dare un po’ una vibe anni 90. Io ad esempio amo molto Elisa e Elisa a sua volta si sarà ispirata, come io mi sono ispirata a certi suoi brani della prima Elisa quindi stiamo parlando degli anni 2000, lei si sarà ispirata a sua volta ad altri artisti avvicinandosi di più al ramo folk. Poi in certe cose molto alla lontana anche Pino Daniele, più atmosfere a livello evocativo quindi immagini che mi ero fatta io in testa, quindi comunque artisti che mi hanno un po’ guidato, ispirato. Anche emergenti. 
- Nel pezzo canti anche alcuni versi in siciliano, quanto è importante per te il legame con la tua terra d’origine?
- Molto ed è qualcosa che sto scoprendo pian piano, perché io non vivo più in Sicilia e questo stare lontana mi ha in realtà aiutata perché è poi stando lontana che capisci tante cose di te, senti insomma magari la mancanza di casa e quindi mi sono avvicinata stando lontano e anche magari ad artisti che cantano in siciliano, banalmente Marco Castello è un artista emergenti siracusano, io sono proprio di Siracusa e quando un anno fa ho iniziato proprio a buttare giù quelle che erano le prime idee di “Chiamami estate”, anzi il brano era inizialmente tutto in siciliano perché era molto ispirato al suo genere al suo vibe.
- Guardando il video che accompagna il brano il protagonista, oltre a te, è il mare. Perché la scelta di girarlo in parte su una barca a vela?
- Perché in realtà io prima di allora non ero mai salita su una barca a vela quindi era un mio sogno anche perché vengo da una città di mare, ma non mi è mai capitato di salire su una barca a vela. Ho avuto occasione di vedere due volte la Barcolana a Trieste che è un evento bellissimo dove proprio gareggiano le barche a vela, quindi era una figura in cui anche io mi rispecchio ed è anche un po’ metafora di me stessa. Quindi volevo e quando ho cominciato a pensare al video con il videomaker che tra l’altro è il mio ragazzo abbiamo detto sarebbe bellissimo girarlo magari una parte in barca a vela proprio per questo motivo. 
- Non avevo mai sentito parlare della Barcolana, ci spieghi di più?
- E’ un evento velistico tra i più importanti del mondo che viene fatto ogni anno a ottobre. Riempiono praticamente il golfo di Trieste di barche a vela e ci sono più di mille imbarcazioni ed è molto suggestivo soprattutto se viene visto magari dall’alto e si vedono tutte queste piccole barche, questi puntini bianchi sul mare. Io sono molto paesaggista quindi questi scenari mi piacciono molto, al di là del fatto che sono legata al simbolo della barca a vela.
- Tu fai la busker, ti ho vista anche in vari filmati su YouTube, da quanto è che lo fai? E’ la tua professione principale o è ancora a livello amatoriale?
- Io lo faccio da due anni, un paio d’anni e mezzo, non è il mio unico lavoro, per un anno e mezzo ho fatto la cameriera e in parallelo ho portato avanti questo progetto, anche suonare nei locali, insomma il progetto artistico nella sua integrità. Però è qualcosa che sicuramente mi ha formato tanto perché quando io iniziai lo feci perché volevo mettermi in gioco, volevo fare la mia palestra, ecco. Perché comunque nei locali non sempre a fissare delle date, soprattutto all’inizio quando ancora sei inesperto. Quindi la strada è stata una vera e propria palestra. 
- Qual è la molla che ti ha spinta a decidere di far uscire musica tua? 
- Ma probabilmente sempre quel desiderio che ha qualsiasi musicista o cantante di emergere, che è forse anche una cosa un po’ egocentrica, ma secondo me è anche un po’ nell’artista, cioè quando si ha un animo da artista la voglia di far sentire qualcosa di proprio. Molte volte anche molti hanno detto guarda tu sei molto brava a cantare le cover però magari sei ancora più brava a cantare i tuoi inediti perché giustamente sono tuoi, quindi l’emozione che trasmetti la trasmetti ancora più forte e quindi è sicuramente importante per chiunque cercare di trovare il coraggio di fare roba propria perché poi è quello, superare quella paura del giudizio, quell’imbarazzo iniziale, poi uno si butta. 
- Quand’è che hai scoperto la musica nella tua vita, cioè hai detto “bella, questa vorrei che fosse la mia vita”? 
- Io diciamo canto da sempre, questa passione me l’ha trasmessa mia mamma che anche lei ha sempre cantato per passione ma non ha fatto mai concerti, però mi ha trasmesso questa sua passione quindi da piccolissima. Poi io ho iniziato un po’ ad esibirmi durante il Liceo in piccoli contest, però proprio come decisione, che ho chiarito che quella sarebbe stata la mia strada è stato quando ho iniziato a suonare come busker. Due anni fa mi sono laureata, ho finito il mio percorso di studi quindi ho detto “a questo punto devo chiarirmi le idee” e lì ho capito che quella era la strada.
- Parliamo un attimo dei tuoi due singoli precedenti che hai pubblicato. “Dal mondo a una stanza”, leggendo il testo, sentendo il pezzo è la storia di una storia d’amore. E’ così?
- Sì esatto. E’ un amore più idealizzato, un  po’ quello che quando sei adolescente, quando ti fai delle aspettative, delle idee molto romanzate di un amore che poi magari finisce, come è nella vita, non sempre le storie volgono a buon fine. Quindi è magari anche un po’ il superamento di questo amore idealizzato che rimane lì magari, un bel ricordo da guardare di tanto in tanto. Rimane in quella stanza, molto in stile film anni 90, infatti appunto lì cito anche i film degli anni 90, quelli romantici ambientati a New York. Questa canzone mi dava quell’atmosfera lì e questa è quindi quella che era l’idea del brano. 
- Invece nel tuo primissimo singolo “Edera” il cadere e rialzarsi grazie a qualcuno che ti tiri su è importante?
- Sì sicuramente. Quel brano rappresenta anche un po’ il mio legame con la natura che è qualcosa che voglio cercare di riprendere anche nei prossimi brani. La natura è qualcosa che ho riscoperto perché credo che l’essere umano abbia un po’ abbandonato il fatto che è un essere naturale ed è abituato a vivere nelle città e questo non lo fa stare bene, però quando riesce a riscoprirsi nella natura riesce a stare bene con sé stesso e con gli altri. E quindi questo brano parla un po’ anche di questo, cioè parla di amicizia, il riscoprire magari dei legami che aiutano a farti stare bene, però allo stesso tempo riscoprire questo rapporto con la natura. L’edera stessa molti la associano a qualcosa di velenoso però di base l’edera ha la funzione di avvolgere gli alberi e quindi in inverno li protegge anche dal freddo. Quindi è quello che in realtà fanno anche un po’ gli amici, quindi un significato molto profondo. 


Da questa chiacchierata Cristina Di Falco emerge come un’artista che, attraverso la propria musica non vuole solo condividere emozioni ma anche la propria visione della vita. Ascoltare i suoi brani è un’esperienza piacevole perché trasmettono un’atmosfera di serenità, gioia, come le vacanze in estate.


Recensione e intervista a cura di Luca Stra




 

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