domenica 25 luglio 2021

I CONCERTI AL TEMPO DELLA PANDEMIA - IL DIARIO SEGRETO DELLA "LEGGENDA" - CONFIDENZE DI VITA VISSUTA A CURA DI MARIALAURA CORREDI - PROLOGO #1 WHERE ARE WE NOW


Tramite tecniche di persuasione che è meglio non dettagliare, sono giunta in possesso dei diari in cui un noto musicista attualmente in tour sta descrivendo la sua estate di concerti. Per ovvi motivi, sono obbligata a inserire degli omissis per coprire la riservatezza dei diretti interessati; ho poi fatto un po’ di editing in quanto questi diari sono piuttosto sgrammaticati… blog unfriendly, per così dire. Già alcune pagine di diario sono custodite nell’archivio di Riserva Indie, tra cui quella che leggerete al termine della mia introduzione; via via che l’autore ce ne passerà di ulteriori, le pubblicheremo a stretto giro, giusto il tempo di apportare i correttivi che ho rammentato poco sopra. Sono convinta che anche voi vi appassionerete alle vicende narrate, proprio come sta succedendo a me praticamente in real time.

Marialaura Corredi – Montecatini Terme – estate 2021



#1 Where are we now (2021)
Inizio a scaricare la mia roba dalla macchina. È da un anno e mezzo che potevo scaricare soltanto film porno da internet o al limite qualche canzone da ascoltare sul telefono. Non che fosse poi così male; però non si vive solo d’aria (e di film porno). Adesso invece a quanto pare si ricomincia. Febbraio 2020. Avevamo parecchi concerti già fissati fino a maggio con i omissis, e si iniziava a chiudere le prime date dell’estate. Poi è successo quel che è successo. Ci hanno rinchiuso in casa con le catene ai polsi impedendoci di fare il nostro lavoro. Io per fortuna qualche soldo l’ho messo da parte, così mentre la cosiddetta scena cercava in qualche modo di alleviare i suoi patemi, patrocinando immonde esibizioni casalinghe ispirate a quelli che cantavano “Azzurro” affacciati al balcone e trasmesse sui social network con uno scadente streaming, oppure organizzando campagne di solidarietà, io gli dicevo di non rompermi le scatole, che non volevo essere coinvolto nelle loro iniziative, che anzi non perdevo occasione per sputtanare sul mio seguitissimo account su omissis. A giugno dell’anno scorso, quando hanno iniziato a riaprire e a mettere su qualche concerto all’aperto, io gliel’ho detto chiaro e tondo: a queste condizioni non suono, piuttosto sto fermo un anno. E sono stato fermo un anno. Io se dico una cosa è quella, mica cambio idea ogni cinque minuti come certi sapientoni che ci sono in giro. Quindi ricapitolando: un anno è passato; le condizioni che dicevo prima sono sempre le stesse (cioè fanno schifo al cazzo); i soldi che avevo da parte stanno finendo. Mi sono rimesso sul mercato e voilà, questi caproni che ho denigrato per un anno e mezzo su omissis, si sono subito affaccendati a fissarmi dei concerti da qui ai prossimi mesi.


Io il musicista lo faccio di lavoro. Suono per i soldi che mi danno. E per un’altra cosa che mi danno e che approfondirò più avanti. Perciò ho subito liquidato i omissis, che poi più che i membri del gruppo sono gente che pago per fargli suonare le mie canzoni. Devo far cassa e se pago loro (anche se già in condizioni normali li pagavo una miseria) poi con il poco che mi rimane mi compro giusto le sigarette e metto la benzina per non rimanere a piedi i prossimi concerti che farò. Tour solista in acustico. Chitarra e voce. Basta e avanza per risistemare un minimo i conti e per quell’altra faccenda. Sono addirittura arrivato in anticipo all’area esterna del circolo omissis di omissis, provincia di omissis, dove farò il mio primo concerto dacché è scoppiato il virus. Credevo più traffico. Appoggio l’attrezzatura nei pressi di una sottospecie di stuoino da spiaggia mezzo sdrucito che immagino sarà il “palco” e mi fiondo verso l’unica zona dove sembra esserci un po’ di vita. Il gazebo del bar. In realtà, c’è solo un’unica persona. È una cavallona che avrà meno della metà dei miei anni che mentre mi avvicino tira fuori quel sorriso sincero e accogliente che hanno tantissime donne qui in omissis. Ha una cascata interminabile di capelli mori a scendere sulle spalle così come davanti, dove un’attillata tshirt amaranto griffata con il logo del circolo omissis contiene a malapena i seni (di sicuro ritoccati chirurgicamente, fidatevi che me ne intendo), mentre lascia scoperto l’ombelico col relativo brillantino. A quanto pare stanno tornando in auge queste magliette corte in vita che non si vedevano forse da una quindicina d’anni. “Ciao!”, mi limito a dire, adagiando l’avambraccio sul bancone e accennando a mia volta un sorriso. Tutto questo, non prima di essermi servito alla boccetta di gel disinfettante che mi sono stropicciato sulle mani come da copione.


“Ciao, tu sei…”
“Io sono una leggenda”, rispondo ammiccando e guardandola fissa negli occhi scuri cerchiati da un leggere trucco, scuro anch’esso. “Io sono LA leggenda”, mi correggo immediatamente. “Piacere, omissis”, mi si presenta, senza rinunciare al suo squisito sorriso. La serata promette bene. In effetti il cielo si sta rabbuiando, grazie a un plotone di nuvoloni neri che sembrano volersi attestare proprio sopra di noi... continua

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