Questa settimana a Riserva Indie torna Matteo Fiorino con i brani del suo secondo album "Fosforo", prodotto da Nicola Baronti per Phonarchia Dischi. Opening act della serata il fuzz rock dei lucchesi Cruel Experience con il loro disco di debutto "Lives of ugly demons" per Santavalvola Records. Appuntamento in diretta Lunedì 29 Gennaio dalle 21 alle 22,30 e in replica Sabato 3 Febbraio dalle 16 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio Popolare Network (89,80 Fm) e in streaming su www.contattoradio.it
A tre anni dal disco d’esordio “Il masochismo provoca dipendenza” (Frivola Records/A Buzz Supreme), Matteo Fiorino torna in scena con “Fosforo”, un album prodotto da Phonarchia Dischi. “Fosforo è una parola di origine greca (phosphoros) e significa portatore di luce. Le conseguenze delle nostre azioni ci illuminano sempre in maniera lampante, come fulmini o fiammiferi. Questo disco contiene tracce di fosforo, come i fiammiferi, gli esplosivi e i dentifrici.” Fosforo è un viaggio senza mappa, un’attesa errante, consumata in nove tappe tra Bologna, La Spezia e i mari della Grecia, nella schiavitù della propria libertà. L’amore, l’amicizia e la morte sono i temi che ricorrono come echi lontani di un vissuto alla deriva, condizione ben nota a Fiorino, che per mestiere naviga tutte le estati: “il mare continua ad essere il luogo dove mi sento più quieto, dato che è in continua agitazione come lo sono io, e rimane anche l’unico luogo che io conosca dove esiste soltanto il presente, un solo e continuo tempo presente.” Nell’artwork dell’album, realizzato da Giacomo Laser (suo anche il videoclip del singolo “Gengis Khan”) la natura viva fotografata del retro dialoga con la natura morta dipinta in copertina, opera dello stesso Fiorino: “le nature morte sono autoritratti e viceversa, lo scopo è sempre quello di immortalare la caducità della vita, della propria. A dire il vero non dipingo mai niente, Giacomo Laser mi ha fatto dipingere con l’inganno: mi ha detto che dovevo farlo a scopo curativo.” Prodotto artisticamente da Nicola Baronti, Fosforo è suonato da Matteo Fiorino, Lidio Chericoni (Shiva Bakta) e Matteo Sideri (Tegu), con la partecipazione di IOSONOUNCANE, Etruschi from Lakota, Ottone Pesante, Calvino e tanti altri. Distaccandosi dalle sonorità folk ’70 del primo album, Nicola Baronti apre la ricerca musicale di Fiorino a un respiro internazionale, in un continuo rimando tra black music, psichedelia, progressive, jazz ed elettronica. Un insieme di sonorità rivela le nuove geometrie compositive tracciate da Fiorino, che abbandona l’ironia vernacolare del primo album per una scrittura più sobria, asciutta e sarcastica: “sarcasmo e arte ci salveranno dal declino dell’umanità.” https://www.rockit.it/fiorino/album/fosforo/38669
Questo interessantissimo quartetto di Lucca esce con un album mixato da Kristian Bell dei Wytches e ha la particolarità di metabolizzare in un'esperienza nuova e personale, cosa piuttosto rara al giorno d'oggi, la psychedelia dei sixties e certo hard dei seventies, sporcandoli con un approccio grunge, ma quello lisergico che fu degli Skin Yard di Jack Endino. Non ultimo anche il contributo compositivo dei Sonic Youth pare non essere estraneo agli sviluppi sonori di questa band che va seguita con attenzione. Hanno la particolarità, nei brani sopra i due minuti, di cambiare modalità e sequenza nella stessa canzone, difatti le composizioni più elaborate sono il loro punto vincente. Prova ne è "Highway Of Lies" che fonde le esperienze psychedeliche ieratiche e orientaleggianti degli East Of Eden con quei grumi grunge furono degli Skin Yard, creando un suono veramente unico che passa dalla solarità sixties della psychedelia ad accenni plumbei tipici di certi suoni dei '90. "Bite The Light" si avvia su accenni doom, segno che la lezione anche dei Black Sabbath non è assolutamente indifferente, per svilupparsi poi in quel vortice endiniano, un pezzo bellissimo con tante sfaccettature sonore, segno di personalità. "Bad Moon" è il brano più completo ed indicativo del suono di questa band, ha una partenza acustica, si sviluppa in una psychedelia tardo sixties fino a toccare quei lidi lisergici dei Black Angels, ma tutto con una grande originalità compositiva. "Teenage Smokeland" è un'altra visione psychedelica, più urlata, che parte da quella grumosità grunge di cui si diceva per giungere poi a delle svisate chitarristiche molto seventies nel concetto, però non vi è nulla di retrò, tutto è molto originale, persin poco sentito usualmente. Nelle composizioni più brevi si segnala "Seven Years", molto onirica, un vero gioiellino psychedelico, mentre quella varietà di cambi e di strutture che caratterizzano i brani più lunghi, pare condensarsi nell'urgenza di "Help Me Wizard". "Loud" invece non dimentica certe soluzioni più punk. Decisamente una band che fa dell'originalità la propria prerogativa compositiva e nella varietà delle percezioni nelle singole canzoni un punto non da poco. https://www.rockit.it/recensione/37480/cruelexperience-lives-of-ugly-demons-loud
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