Viene ricordato dal grande pubblico quasi unicamente per quel "A me mi piace vivere alla grande"che nel 1979 venne presentato al Festival di Sanremo(vinto,per la croncaca,da Mino Verniaghi con "Barbara"di Enzo Carella al secondo posto)ma la produzione artistica dello spezzino Fanigliulo si sviluppò in cinque album(prima che l'artista improvvisamente morisse nel 1989 all'eta di 45 anni) assolutamente meritevoli di una riscoperta specie per gli ascoltatori più giovani.Proprio in quest'ottica lunedì 25 Agosto dalle 21,30 verrà proiettato in anteprima allo Spazio Boss di La Spezia il docufilm "Franco Fanigliulo - A me mi piacerebbe vivere alla grande",prodotto dal collettivo Tracce Magnetiche.Qui sotto "A me mi piace vivere alla grande"eseguita a Discoring nel 1979 e la presentazione deldocu-film tratta da facebook.
Cantautore spezzino
noto negli anni '60-'80, Fanigliulo è stato lentamente dimenticato nei
decenni successivi. Una vera perdita, considerato il suo talento
creativo e la tendenza ad essere al centro di un continuo scambio tra
artisti dell'epoca, famosi o che lo sarebbero diventati.Fani, così
chiamato amichevolmente, ha ben interpretato lo spirito di un periodo e
di un territorio, quello della Spezia e del Golfo dei Poeti, dove musica
e altre forme d'arte si sono intrecciate per lungo tempo. Proprio per
questo è nato subito un interesse attorno al suo personaggio, quando nel
2011 alcuni studenti e docenti del Laboratorio "Corti in Città" (a cura
dell'Informagiovani e degli Archivi multimediali "Sergio Fregoso")
hanno deciso di approfondirne la conoscenza: un personaggio molto legato
alle sue radici e incline a collaborazioni artistiche informali ma allo
stesso tempo attratto dal palcoscenico e dal solenne mondo dello
spettacolo.È da queste premesse che parte il progetto del medio
metraggio "A me mi piacerebbe vivere alla grande", nel quale i tre
protagonisti, giovani d'oggi, si avviano casualmente sulle tracce del
cantautore scomparso. Si tratta di tre amici studenti dell'Istituto
Nautico (la stessa scuola frequentata da Fani e dall'amico-collega
Borghetti), incuriositi dopo aver assistito alle prove di una band
locale ("Libertad") che sta suonando uno dei pezzi più famosi del
cantautore al Centro "Dialma Ruggiero".I ragazzi iniziano la loro
ricerca quasi per gioco, incontrando sia amici e colleghi di Fani sia un
gruppo di appassionati che negli anni 2000 ha dedicato al musicista un
sito web. Così pian piano l'entusiasmo cresce e l'argomento li
coinvolge.Attraverso la loro indagine si rivive l'artista Franco
Fanigliulo e si rivisitano luoghi noti e periodi importanti nella storia
della provincia spezzina, grazie anche alle testimonianze audio/visive e
fotografiche del passato. La storia di formazione del cantautore va a
combinarsi con quella di crescita dei tre ragazzi che al termine del
viaggio di ricerca si scopriranno più riflessivi, curiosi e motivati di
quando erano partiti.Team produttivo: Collettivo "Tracce magnetiche"
composto da Sara Bonatti, Saul Carassale, Erika Farina, Consuelo Giusto,
Antonia Torchi.Produzione del backstage: Daniele Ceccarini.Questo
docufilm rientra in un più vasto progetto perseguito dall'Associazione
onlus degli amici di Franco Fanigliulo "Goodbye Mai". L'Associazione si
propone di riportare alla conoscenza del pubblico la figura e le opere
di un artista misconosciuto collegandolo ad un periodo storico ma anche e
soprattutto a un modo di fare musica che privilegiava i rapporti
amicali e che presupponeva un lavoro collaudato di squadra
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