venerdì 27 dicembre 2013

Zen Circus live al Baraonda di Massa il 25-12-2013 // Recensione di Flavia

Il Natale Zen è una tradizione a Massa, e in effetti quando gli Zen annunciarono di prendersi un anno per portare avanti ognuno il proprio progetto, per gli aficionados del 25 dicembre al Baraonda fu un po’ un colpo.
Ci stavamo quasi per arrendere alle noie delle cene natalizie contornate dai parenti quando ecco venire annunciato il nono Natale Zen. Non tutto era perduto, anzi, era tutto di guadagnato!
In un’unica sera li avremmo comunque ritrovati tutti e tre: ad aprire le danze Karim Qqru con La Notte dei Lunghi Coltelli (che avevamo avuto modo di apprezzare già diversi mesi prima, allo Swamp Club), poi Appino con il suo Testamento e a finire il djset di Ufo. Quindi non solo venivano a festeggiare il Santo Natale, ma venivano pure a concludere questo loro percorso durato un anno. Si preannunciava un evento speciale. E gli Zen, lo sappiamo bene, le aspettative non le tradiscono. Insieme o separati che siano.
Ben presto arriva Karim e i suoni prepotenti di “Morte a credito” iniziano a scaldare animi e corpi di tanti che affollavano il locale. “La caduta” e “La nave marcia” giusto per citare solo una paio delle canzoni cantate (quelle che a me piacciono di più, per l’esattezza).
A seguire sul palco arriva Andrea Appino imbracciando la chitarra, che ha scelto di concludere questa esperienza da solo, senza Enzo Moretto che lo aveva affiancato in tantissime date in questo 2013. Il live di Andrea sembra proprio il processo finale di una catarsi e l’emozione, seppur durante tutto il concerto celata sotto una coperta di ironia, alla fine esce e sul finire dell’ultima canzone dell’ultimo concerto del 2013 ad Andrea gli “vien da piangere, Cristoddio!”. È un gran bel momento che conclude una performance forte come le sue canzoni “Il Testamento”,  “Che il lupo cattivo vegli su di te”, “Passaporto”, “Specchio dell’anima”, “La festa di Liberazione”, “Solo gli stronzi muoiono”, per citarne qualcuna.Ed è adesso che la magia del Natale prende il sopravvento. Esce dal palco Appino ed entrano sul palco di Zen. Sì, gli Zen. Perché non potevano lasciarci così, senza farci sapere niente di Abdul, suvvia, sarebbe stato da indelicati. E allora gli Zen Circus attaccano con la loro "Canzone di Natale".
Sin dalle prime note il pubblico tutto inizia ad ondeggiare a tempo, c’è pure qua e là la fiamma di qualche accendino, ma la cosa più bella, percepibile nell’aria, non è solo la felicità di vedere quei tre su un palco dopo un anno, ma è la consapevolezza di assistere a qualcosa di unico.

Noi presenti potremmo vantarci vita natural durante di aver assistito all’unica canzone fatta dal vivo dagli Zen in tutto il 2013. Un coro unanime accompagna gli Zen Circus, che hanno dei sorrisi pieni sui loro volti. Al primo ritornello parte il delirio: una massiccia quantità di gente inizia a salire sul palco, è una festa. Parte la bolgia. Nel caos più improbabilmente anarchico riescono comunque a cantare a giungere quasi al termine della canzone. Ma Ufo deve fare una telefonata.. minchia! quest’anno ha un cinquantino, volendo gli viene pure il resto! dai Tunisi! vedetevi ai parchetti a Marina di Carrara, sta già andando là.. e invece.. e invece niente da fare. Abdul è finito all’ospedale, lui e suo cugino sono stati accoltellati la sera prima. Niente da fare nemmeno per questo Natale.
Niente da fare non per noi, noi che siamo stati presenti a uno dei concerti degli Zen Circus più corti della storia, ma al contempo dei più belli. E ora aspettiamo anno nuovo, disco nuovo e, soprattutto, tour nuovo. E c’è dell’intrepidezza, tanta.
      Testo di Flavia

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