venerdì 20 dicembre 2013

Jacco Gardner live in Berlino 26-11-2013 // Recensione e Video di Maurizio

Difficile non pensare a Marty Mcfly e alla sua prodigiosa macchina del tempo mentre attendi l'inizio di un concerto di Jacco Gardner.Il palco è un piccolo museo a cielo aperto con microfoni,tastiere e diavolerie varie mutuate dagli anni 60 e pronte a ricreare l'atmosfera della Summer of Love di San Francisco e dintorni anche se siamo nel freddo autunno berlinese.Si perchè anche un piccolo club di Berlino(il Privat)puo' improvvisamente sentirsi catapultato a ritroso nel tempo,in particolare nel 1967 di "Peppersiana" memoria,e vivere un'ora e mezza di assoluto trasporto metafisico psichedelico sotto le note di questo giovane artista olandese che probabilmente ritroveremo in tutte le classifiche di fine anno(o almeno quelle più attente..) nella categoria "miglior album d'esordio".La timidezza di Jacco,palpabile, nelle prime note del live lascia presto spazio alla bellezza dei brani di "Cabinet of Curiosities",il suo primo soprendente lavoro uscito a inizio 2013 e presto entrato nel cuore non solo dei nostalgici di Syd Barret e dintorni ma anche dei followers di magazine virtuali e non come Pitchfork e Nme.
Un album registrato in casa tra salotto,bagno e tinello con Jacco a suonare tutti gli strumenti( ed elencarli sarebbe davvero lunghissimo..) eccetto la batteria."Puppet Dungling","The one eyed King",tra i primi brani che supportati da piccoli cortometraggi inediti alle spalle dei musicisti offrono un acquarello psichedelico su cui vengono "tinteggiati"gli altri brani."Clear The Air" con i suoi richiami Doorsiani è il pezzo che smuove un pubblico attentissimo e presto coinvolto nel mondo di Gardner.La timidezza è sparita e quella che resta sul palco è una band che suona compatta e precisa tutti i brani di "Cabinet of Curiosities"dove si adagia intensa e sicura la voce del suo leader.Inevitabili i richiami ai primi Pink Floyd e ai"Sgt" Beatles ("Help me Out") ma Jacco si accosta a questi mostri sacri con rispetto e ispirazione senza mai esserne musicalmente schiacciato.Il concerto,prima dei richiestissmi bis, si chiude con "Always on my mind",cover di Billy Nicholls,degna fine di un live assolutamente emozionante che non poteva non avere epilogo migliore,per quanto mi riguarda, se non con l'acquisto del vinilone con splendido artwork di "Cabinet of Curiosities".Autografato :)
Cliccando qui puoi rileggere la recensione di "Cabinet Of Curiosities"di Fran Cano per Riserva Indie

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