mercoledì 26 novembre 2014

25 novembre ascoltando "Le Ragazze del ROCK", la compilation //a cura di Samuel Fava


Oggi è il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne anche noi di Riserva Indie vogliamo dire la nostra, nella maniera che ci viene meglio...parlando di musica. Quindi vi ripropongo questo articolo, pubblicato a gennaio 2013, ma sempre valido! ma prima giusto due parole...

"Rifiutiamo la rappresentazione della donna come persona indifesa e perennemente in cerca di aiuto o protezione, sia dal partner o dalle istituzioni. Crediamo nell'autodeterminazione del singolo, e che il femminicidio meriti un'analisi più approfondita di quella proposta a livello mediatico e istituzionale, che propone cure per i sintomi ma non per la malattia.
Crediamo anche nella necessità di fare rete e socializzare i pensieri su questo tema" 
(ringrazio per le parole che ho preso in prestito da COLLETTIVO DONNE GROTTAROSSA- Spazio Pubblico Autogestito di Rimini - scusate ma io non avrei saputo fare di meglio!)

E ora ri-ecco l'articolo rispolverato! 

Ciao a tutti! Sono sempre stato un grande appassionato di compilations perché credo sia un valido mezzo per arrivare all'ascolto di gruppi che, per diffidenza o pigrizia, altrimenti non avremmo mai preso in considerazione… almeno a me è successo spesso…ah! Quando c’era RockSound con le sue compliations su cd in omaggio...ve lo ricordate? che pacchia! e quante belle scoperte!Vi consiglio caldamente l'acquisto e l'ascolto di LE RAGAZZE DEL ROCK compilation che ritengo molto importante come “documento storico” in quanto racchiude una panoramica sul rock femminile italiano (nelle sue molteplici forme) che va dai primi anni 80 ai giorni nostri. Il cd è l’ideale allegato sonoro al libro omonimo di Jessica Dainese, scrittrice e giornalista che da anni si interessa di musica al femminile (ma non solo) e scrive regolarmente su ALIAS/MANIFESTO. La scelta coraggiosa di Jessica non è stata quella di selezionare il meglio del rock femminile attuale (che dal punto di vista puramente commerciale potrebbe essere stato più invitante) bensì quello di ricostruire e ripercorrere una storia che è sicuramente più lunga di quello che si possa immaginare! Ora quindi vi invito ad acculturarvi in materia, io stesso confesso che molte realtà presenti nella selezione mi erano poco note (ed alcune sconosciute), e vedrete che come me rimarrete sorpresi! Di seguito vi ripropongo un ricco estratto dell’articolo di Jessica Dainese uscito di recente su ALIAS (la versione completa è scaricabile in PDF dal sito del MANIFESTO) non tanto per mia pigrizia ma perché credo sia giusto che l’autrice in prima persona vi accompagni in questo “viaggio”! Buona lettura e buon ascolto con tre brani estratti dalla compilation!

SHE SAID DESTROY!
(Live @ Btomic - Queer educational show for heterosexuals)
                                                     
…“Se guardiamo alla scena underground italiana, i gruppi composti esclusivamente o prevalentemente da donne, musiciste ed autrici del proprio repertorio, sono tantissimi. La storia del rock italiano al femminile inizia addirittura nei favolosi anni '60, ed è quindi sconcertante che prima de Le Ragazze del Rock nessuno abbia mai pensato di raccogliere le loro storie in un libro. 
Certo, se le occasioni in cui i media dedicano (e hanno dedicato) spazio alle donne che fanno rock in Italia non fossero così rare, e se ancora più infrequenti non fossero i casi in cui si parla dell'argomento con rispetto e competenza, senza gridare al miracolo (“I vantaggi dell'essere una donna musicista: essere sempre una novità”, dice un recente volantino delle Rrragazze in Rrrivolta), senza apprezzamenti (o, al contrario, critiche) prima di tutto sul loro look, senza sbigottimento per il fatto che sanno suonare (“Essere brave per essere donne”), sareste autorizzati a pensare che dedicare un libro al “rock al femminile” possa essere una mossa auto-ghettizzante. Evidentemente non è questo il caso. Le band femminili italiane sono talmente ignorate che (nel 2010), pure in un numero speciale dedicato alle donne nel rock di un noto mensile, delle nostre girls non c'è traccia. È per questo che una pubblicazione a loro dedicata era d'obbligo: se non ci concedono spazi, siamo costrette a crearne. 

                                         
(a breve NUOVO album con NUOVO nome..."DECANA")
Come dicevamo, il rock al femminile fa i suoi primi passi in Italia negli anni '60,(…)  ma dobbiamo aspettare il 1977 per assistere alla nascita della prima band rock femminile totalmente indipendente. Siamo a Milano, in una casa occupata situata in Via Lanzone. È qui che, tra femminismo e primi germi punk, nascono le Clito. Il nome provocatorio viene proposto da Demetrio Stratos, il cantante degli Area, band per cui le ragazze avevano fatto da vocalist. Le Clito si sciolgono prima di pubblicare un disco, ma appaiono nel film di Fellini La città delle donne (1980), e all'epoca sono oggetto di molte attenzioni da parte dei media e dell'industria musicale. Dalle loro ceneri nascono le Remote Control, mentre le loro “rivali” (secondo la stampa dell'epoca), sono le giovanissime Kandeggina Gang di Jo Squillo (l'unica band di donne del periodo ad aver pubblicato un disco). Al contrario di Clito e Remote Control, che facevano tutto da sole, le Kandeggina erano, nelle parole di Marghie Gianni (la bassista del gruppo) “una creazione dei Kaos Rock”. Kaos Rock, ovvero Gianni Mucciaccia, il compagno storico della Squillo: ancora una volta un uomo! Nell'82, all'interno del Virus, uno dei primi centri sociali occupati, gestito da un collettivo di punx, nascono le Antigenesi, band proto Riot Grrrl stufa del sessismo presente, purtroppo, anche nella scena punk underground. A motti quali: “la donna è come il sistema: bisogna fotterli” e “birra e figa”, le Antigenesi replicano con brani come Una donna non è merda.

 
                                                       ROIPNOl WITCH  

“Girl power” è uno slogan che, nato nei primi anni '90 all'interno della scena Riot Grrrl, nella seconda metà della decade finirà per decorare il merchandise delle Spice Girls. Sia nell'underground sia nel mainstream, nei '90 le “women in rock” furoreggiano: dalle Riot Grrrl al foxcore (Hole, L7, Babes in Toyland), dal Brit Pop (Elastica, Lush) alle nuove cantautrici (Tori Amos, PJ Harvey). Peccato che purtroppo, nonostante il valore indiscusso di molte proposte al femminile, spesso queste conquistino le pagine delle riviste o un passaggio su MTV per lo più in quanto “fenomeno”. Perché una ragazza con la chitarra, magari vestita in modo provocante (e le ragazze del rock che ottengono più attenzioni sono comunque molto spesso anche sexy e/o carine: Courtney Love, Liz Phair, Kim Gordon, Veruca Salt), è una novità, “vende”. Ma, come afferma Tori Amos in un'intervista dell'epoca, siamo ancora al punto in cui le stazioni radio non passano il disco di un'artista donna perché hanno già dedicato spazio ad “altre artiste donne” quella settimana. Anche in Italia la voce delle donne si fa sentire: dalle cantautrici (Carmen Consoli, Cristina Donà) ai gruppi (Mumble Rumble, Le Bambine Cattive, Motorama). Pure tra le band alternative di maggiore successo la presenza femminile è forte: Prozac +, 99 Posse, Ustmamò, Disciplinatha, Soon sono tutte band “miste”. E una delle compilation più belle uscite in quegli anni è, per chi scrive, Matrilineare, pubblicata dal Consorzio Produttori Indipendenti nel 1996. 
Arriviamo quindi all'ultimo decennio, che vede anche in Italia un aumento della presenza femminile nel rock e dintorni, tanto che sono nati festival dedicati, come In the Pink of Rock, i vari Ladyfest, e la serata itinerante Rock with Mascara. Per numerose ragazze che suonano rock oggi, soprattutto per le più giovani, il fatto di essere donne non è una caratteristica così importante. Chiedono di essere trattate come “one of the boys”, e giudicate prettamente per ciò che conta davvero: la musica. Sono brave, padroneggiano i propri strumenti, e per loro il fatto di essere “donne che suonano” non è più, com'era in passato, un atto politico per sé. In un mondo ideale, questa evoluzione avrebbe perfettamente senso. Peccato che il mondo intorno a loro sia rimasto lo stesso di 20, 30, 40 anni fa. Il rischio, quindi, sta nel dare per scontato che le rivendicazioni delle mamme femministe siano state esaudite, e che il femminismo sia oggi superato. Inoltre, il rifiuto di una specificità femminile rischia di portare ad un adeguamento ai soliti cliché maschili. Quando questo non accade, le band femminili riescono davvero a creare dei mondi musicali affascinanti e freschi. 
Chi scrive, però, tornerebbe volentieri indietro nel tempo, per godersi gli anni in cui “le ragazze del rock” mandavano affanculo il maestro Fellini (Clito), gridavano dal palco “Una donna non è merda” (Antigenesi), e lanciavano al pubblico assorbenti macchiati di rosso (Kandeggina Gang)! (Tutte cose che sembrano più divertenti di imparare a suonare BENE la chitarra). 

Jessica Dainese

         Jessica Dainese con Francesca durante la presentazione de
 "Le Ragazze del Rock"
al Circolo Arci Origami di La Spezia.
                                                               

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