martedì 31 agosto 2021

I CONCERTI AL TEMPO DELLA PANDEMIA - CAPITOLO 4 #SHOCKTHEMONKEY - IL DIARIO SEGRETO DELLA LEGGENDA - A CURA DI MARIALAURA CORREDI


Prosegue il tour estivo di un noto musicista che sta annotando le sue prodezze in un diario dal quale sto estrapolando alcune pagine per il blog di Riserva Indie dopo esserne entrata in possesso con modalità che saranno rivelate solo una volta cadute in prescrizione. Forse. Al solito, gli omissis li ho inseriti io a beneficio della privacy delle persone coinvolte; a beneficio invece di voi lettori ho fatto un po’ di editing per rendere più scorrevole la prosa dell’autore.
Marialaura Corredi – Montecatini Terme – estate 2021


#4 – Shock the monkey

Questa faccenda del green pass ha incasinato parecchio la situazione. Finora facevo i concerti, mi pagavano una miseria e suonavo con la chitarra acustica di fronte a poche anime sedute a debita distanza l’una dall’altra. Adesso invece faccio i concerti solo se ho il green pass, mi pagano una miseria e suono con la chitarra acustica di fronte a poche anime sedute a debita distanza l’una dall’altra a cui hanno consentito l’accesso solo se hanno il green pass. Vorrei che qualcuno mi spiegasse il senso di tutto ciò.


Il primo concerto con la nuova normativa, che in pratica è uguale a quella vecchia, capita in un giardino pubblico alla periferia di omissis, in provincia di omissis. Hanno scelto l’area verde più lontana dal centro storico di questa cittadina, che già di per sé non costituirebbe chissà quale attrattiva a livello di location. Qui, in questo spiazzo misto di verde, terriccio e cemento, tutto recintato che pare un centro profughi, nemmeno i vecchi che vivono nei dintorni e la sera scendono in strada a prendere un po’ di fresco sarebbero incentivati a entrarci. Sguaino il telefono con l’immagine del green pass ai tizi che organizzano prima ancora che qualcuno me lo chieda, così per il resto della serata non mi romperanno le balle, soprattutto quando ci sarà da reclamare il pagamento.


“Come sta andando il tour?”, mi domanda uno di questi ragazzi.
“Sta andando benissimo”, taglio corto come sono solito fare. Mi defilo per fumare, ma quello mi viene dietro. Mi snocciola alcuni concerti che abbiamo fatto con gli omissis lì in zona nel corso degli anni, dove lui era presente e a ognuno collega degli aneddoti che nemmeno ascolto; infine si gioca l’asso nella manica.
“Ah a proposito, ti saluta omissis.”
“Ok”, prendo atto senza batter ciglio. Potevo cascare dalle nuvole e dirgli che non avevo idea di chi mi stesse parlando, ma c’era il rischio che mi attaccasse un pippone incentrato sulla suddetta persona. Quindi ho optato per questa tattica con più probabilità di successo nel troncare il discorso. In effetti l’ambasciatore non sa più a cosa agganciarsi e riesco a levarmelo di torno.
Era successo tre o quattro estati fa, non ricordo con precisione, era comunque molto prima che scoppiasse la pandemia; con gli omissis facevamo un sacco di concerti e anche i gruppi stranieri venivano con regolarità a suonare in Italia. Avevo conosciuto questa tipa dopo un nostro concerto e per un po’ c’eravamo frequentati, la andavo a trovare io oppure c’incontravamo a metà strada, in qualche airbnb a prezzi modici. Una volta la convinsi a venire lei da me a omissis. Era un weekend dove non eravamo in giro a suonare, anche perché sapevo che era in programma il concerto solista di omissis, lo storico chitarrista e leader degli omissis.


Ecco, se io sono una leggenda e un punto di riferimento per tantissimi musicisti locali, omissis è una mia versione su scala internazionale, e tutti sanno che è il mio principale ispiratore: da quando ho preso in mano la chitarra ho sempre cercato di imitarlo.
Perciò al suo concerto ci sono andato con questa ragazza conosciuta da poco per dimostrare che non ero da meno rispetto a lui. Non stavo lì deferente a recitare il ruolo del fan sfigato di mezza età, ma indottrinavo lei sull’importanza degli omissis nella storia della musica e mi ponevo al livello di omissis come capostipite del nostro sound, ognuno nel rispettivo raggio d’azione.
Alla fine del concerto ci siamo diretti verso i camerini per salutarlo, sennonché mi sono imbattuto nel cantante degli omissis, figura di culto della nostra scena sin dagli esordi, anche lui tra il pubblico.
“Lui ha iniziato tutto, qui a omissis”, le ho spiegato mentre glielo presentavo. Poi siamo rimasti qualche minuto a chiacchierare dei vecchi tempi, io e lui.
Alla fine ci siamo anche noi avviati nel backstage, dove ho ritrovato la mia ragazza che ci aveva preceduto. Era seduta sulle gambe di omissis, in un atteggiamento di complicità inequivocabile tra lei e il riverito chitarrista degli omissis. Con dignità ho chiamato la ritirata da quel camerino dove io stesso avevo fatto simili exploit in passato. Sono rientrato in sala giusto in tempo per scoprire che nel dj set post concerto stavano risuonando le note di omissis, la canzone più famosa che ho fatto con gli omissis, tuttora molto gettonata nelle discoteche alternative. Chissà se la tipa, impegnata nella stanza ovattata del retropalco, si era accorta che stavano passando un mio pezzo. Nel breve periodo della nostra relazione, ricordo che si tirava indietro da certi giochi erotici un po’ estremi che le proponevo, era abbastanza schizzinosa. Probabilmente ha lo stesso atteggiamento nei confronti dei vaccini e del green pass e quindi stasera non è potuta venire e ha incaricato il suo amico dell’organizzazione di salutarmi a suo nome. Mah… Io pur di continuare questa vita e avere la possibilità di conoscere e portarmi a letto altre donne, il vaccino me lo farei iniettare pure qui in basso!

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