lunedì 26 gennaio 2015

"Fuori dalla Riserva Indipendente"//Francesco Bommartini ci parla della scena indie italiana e del suo prossimo libro - Intervista di Maurizio

In attesa dell'uscita del suo prossimo libro,"Fuori dalla Riserva Indipendente",abbiamo intervistato Francesco Bommartini che con il suo precedente "Riserva Indipendente,la musica italiana negli anni zero"aveva splendidamente analizzato la scena musicale indipendente italiana e i suoi protagonisti.



Il gap che distanzia major e indie è sempre minore, ma esiste tutt'oggi. Non per niente Vasco Rossi, Laura Pausini, Tiziano Ferro continuano ad essere in cima alle sempre più povere classifiche di vendita mentre The Zen Circus ed altri nuovi artisti - anche osannati - non arrivano quasi mai oltre le 10mila copie. Non è una novità, ma è sempre più sotto gli occhi di tutti. Aldilà del business, l'indipendenza andrebbe misurata sopratutto sulla genuinità dell'approccio, ma qui si entrerebbe in un campo troppo soggettivo. Resta il fatto che successo, ormai, non rima più sempre con asservimento. 

 L'impressione che si ha è che tutto il movimento di gruppi e band si muova da solo, senza che esista una vera e propria rete di coordinamento sia di band che di locali. Esperienze come il Tora Tora Festival organizzato agli Afterhours sono oggi ripetibili?
Vivendo le cose dall'interno si notano dei collegamenti tra le singole realtà. Quantomeno tra artisti vicini, a livello musicale. Ma capisco cosa intendi. Tuttavia, credimi, parlando con i musicisti del movimento mi sono reso conto che le orecchie, spesso, sono aperte. Festival seri, poi, ce ne sono. Magari non si chiamano Tora Tora, ma tant'è. Basti pensare alle feste de La Tempesta..

La musica sempre più liquida, la mancanza di una rivista veramente popolare e non solo settoriale e autocelebrativa, una trasmissione tv qualificata e di riferimento. Quale di queste tre mancanze pesa di più per la visibilità di tutta la scena?
Credo la prima. La maggior parte degli appassionati di musica non vuole arrendersi alla fine del supporto fisico, io compreso. La liquidità musicale è stata uno shock per molti. Ha portato sia aspetti positivi che negativi, riassumibili perlopiù in un concetto unico: la vastissima scelta. Una libertà che cela più catene di quante crediamo. Poi, certo, se ci fosse una trasmissione televisiva davvero valida non guasterebbe. Ma credo che un'altra grande problematica sia un certo disamoramento nei confronti della scoperta di novità, e dall'altra parte una qualità che spesso è solo formale. Se a questo aggiungiamo uno snobismo diffuso anche tra band emergenti, oltre che tra ascoltatori ed addetti, lo scenario non si accende di colori vividi. Eppure le buone riviste, in Italia, ci sono. Ma anche qui, come nella musica, le fondamenta sono tarmate dalla mancanza di stimoli economici, che spesso vanno di pari passo anche con l'assenza di altre spinte. Ed è anche giusto che sia così. 
La scena indipendente italiana è in continuo mutamento. Da "Riserva Indipendente" a "Fuori dalla Riserva Indipendente", il tuo prossimo libro presto in libreria, hai notato cambiamenti?
Vivendo la musica quotidianamente ti dico sì, ho notato cambiamenti. Che, dal mio punto di vista, non sono così positivi. Alcuni riguardano quanto già detto nella domanda 2. Altri...li troverete nel libro. Non ho scritto nessuno dei due volumi per incensare un movimento, bensì per analizzarlo, attraverso le parole di chi ne fa parte. Il mio è un lavoro giornalistico, innanzitutto. La scelta di affidare la prefazione di "Fuori dalla Riserva Indipendente" all'ottimo Renzo Stefanel, sempre critico nei confronti dell'indie italico o qual dir si voglia, si configura proprio in questo senso. L'obbiettivo è quello di generare coscienza

Ci sono sostanziali differenze tra artisti del nord e del sud Italia o il fatto di rivolgersi comunque a un pubblico ancora di nicchia riduce le differenze tra le due zone d'Italia?
Sicuramente alcune peculiarità territoriali esistono. Anche a livello musicale. Ma credo che le maggiori differenze riguardino le possibilità: di registrazione, fare live ed affrontare professionalmente un'attività così pregnante ed in evo/invo-luzione come quella musicale. 

 Musica Indipendente e politica. La scena italiana sembra essere molto distante dal fatto di essere una scena "militante", come accadeva anni fa. Il disimpegno politico rende forse la scena meno forte?
Non necessariamente. Senza dubbio le parole di 99 Posse, Punkreas, Modena City Ramblers avevano un peso ben preciso - e spesso forte - ma anche oggi esistono realtà che si riferiscono all'attualità e ai mutamenti, senza per questo configurarsi precisamente a livello politico. Cito Il Teatro degli Orrori, I Ministri ma pure, tra gli intervistati nel nuovo libro, Management del Dolore Post-Operatorio, Giorgio Canali, Virginiana Miller...

 Dopo averlo citato parliamo del tuo nuovo libro "Fuori dalla Riserva Indipendente". Oltre alle interviste ai protagonisti della scena mi pare di capire che ci saranno anche interviste a superbig della musica...
Il libro sarà strutturato come "Riserva Indipendente": 18 interviste approfondite ad altrettanti artisti, 6 approfondimenti riguardanti aspetti non trattati nel primo volume, fotografie inedite selezionate dal grande fotografo Daniele Bianchi (che ringrazio) e prefazione di Renzo Stefanel. Uno degli approfondimenti è dedicato alla visione di alcuni big conosciuti del movimento di cui scrivo. Tra essi: la divina Patty Pravo, Piotta, Modena City Ramblers, Erica Mou, Musica Nuda, Paletti, Omar Pedrini, Zibba...
Prima di chiudere regalaci cinque nomi, ovviamente tra quelli meno noti, da segnalare a tutti i nostri lettori.
Questa mi piace proprio. Kaleidoscopic per il rock spinto e vagamente ansiogeno; i Retrospective For Love perché se non saranno famosi c'è davvero qualcosa che non va; l'esperienza di Marco Parente ed Alessandro Fiori veicolata in maniera sorprendente nel progetto Betti Barsantini; l'impressionante scossa dei Nero di Marte, la qualità incredibile di Daniele Celona: una scoperta obbligatoria per tutti gli amanti di musica italiana fatta con testa e cuore.  
 


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